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La Definizione dei DSA

Disturbi Specifici dell’Apprendimento 3

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) rappresentano un insieme di condizioni che interessano l’acquisizione e l’uso di abilità fondamentali per l’apprendimento, come la lettura, la scrittura e il calcolo. Il termine è stato introdotto ufficialmente negli anni ’90 per definire un gruppo di difficoltà che non sono legate a deficit intellettivi generali, ma piuttosto a problematiche specifiche che impediscono un regolare sviluppo in ambiti cognitivi cruciali. Sebbene i DSA possano manifestarsi in modi diversi, la loro diagnosi e il trattamento si fondano su principi comuni e su un approccio integrato che coinvolge la famiglia, la scuola e i professionisti.

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Codice Salute e la Nuova Geografia del Potere nella Medicina

                                                                                    A cura di Ottavia Scorpati

Dall’intelligenza artificiale ai gemelli digitali, dai big data alle piattaforme globali: la trasformazione della sanità ridefinisce non solo la cura, ma anche i rapporti tra Stati, cittadini e poteri economici. Un’indagine critica sull’ascesa della medicina algoritmica come strumento geopolitico, economico e culturale.

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Quando il Cavaliere copiò Ciriaco De Mita

Pur non condividendo interamente la politica berlusconiana, tanto da non esserne mai stato un sostenitore ed elettore, ho sempre riconosciuto l’impronta innovativa e i meriti del Cavaliere, anche in occasione della sua scomparsa con un articolo di giusta considerazione e dovuto rispetto. Adesso, con altrettanta schiettezza e veridicità di prove voglio dimostrare come Silvio Berlusconi sia stato copione di idee altrui, insomma non tutto il suo operato sia stato farina del proprio sacco. Pensare che durante gli anni di liceo all’Istituto dei Salesiani di Milano il giovane Silvio, molto bravo nelle materie umanistiche, non permetteva a nessuno di copiare le sue traduzioni: così, ancora, testimoniano alcuni compagni di scuola in vita, così confermava il suo severissimo professor Strapazzon; dunque, falsa la storia di Berlusconi che solo a pagamento lasciasse copiare o passasse le traduzioni delle prove in classe. Forse, già presago dell’unicità del suo futuro, il Cavaliere non poteva davvero consentire che qualcuno lo copiasse, ma non esitò, successivamente, a diventare copione di altri quando ravvisò originale, se non geniale, un’idea altrui.

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