La concorrenza commerciale di Amazon di essere davvero la causa della morte delle librerie indipendenti è un dibattito che da tempo ha preso piede. Una vera e propria guerra ad armi impari, che però rappresenta anche il chiaro segnale della necessità di un profondo rinnovamento nel settore editoriale. Le librerie indipendenti lo hanno capito, si sono organizzate facendo rete e mettendosi su un’unica piattaforma di e-commerce: Bookdealer.
Nasce così la prima piattaforma italiana di e-commerce delle librerie indipendenti. Questo è anche un ottimo modo per vedere quali sono i punti vendita più vicini a casa e quali sono le loro attività, oppure scoprire quelli più lontani, dei quali altrimenti non avremmo potuto conoscere l’esistenza. Una risorsa che rivelarsi utile anche in questo periodo di “lockdown light”, e sperimentare nuovi canali di acquisto
La piattaforma è intuitiva, accessibile e rapida e si possono cercare punti vendita specifici, titoli o autori. È possibile visitare virtualmente anche i negozi e conoscerne di nuovi, ricevere consigli, scoprire quali sono i titoli del momento, leggere le recensioni di altri utenti e usufruire delle iniziative promosse da ciascuna libreria. L’obiettivo, infatti, è mantenere quel contatto umano che dovrebbe essere centrale nell’attività delle librerie indipendenti, e a cui Amazon non potrà mai sopperire. “Acquistando su Bookdealer sostieni davvero le librerie indipendenti”, spiegano gli organizzatori “perché grazie al servizio di consegna a domicilio e spedizione tramite corriere, i librai possono mantenere vivo il rapporto con i loro clienti abituali, raggiungerne di nuovi, e farsi conoscere al di fuori della propria zona di competenza o in luoghi poco serviti, dove fino a quel momento il lettore non aveva avuto altra scelta che acquistare sui grandi store online”.
L’ ATTENZIONE DEI COMMERCIALISTI SULLE MISURE A SOSTEGNO DELLA LIQUIDITA’ E DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE, NONCHE’ SULLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SOCIETA’, ENTI E GIUSTIZIA
Roma 13 novembre 2020….. Comunica, “Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato i documenti “Le misure a sostegno della liquidità e delle attività produttive” e “Le disposizioni in materia di società, enti e giustizia”.
In occasione del 150° Anniversario della Breccia di Porta Pia
la Casa Editrice Le Frecce ha pubblicato un libro
dove sono proposti una serie di Discorsi d’epoca scritti dagli artefici del Risorgimento Italiano
che parteciparono attivamente alla Presa di Roma.
Presentazione del Libro
ROMA O MORTE DISCORSI DEGLI EROI RISORGIMENTALI G. Mameli, C. Pisacane, G. Garibaldi, G. Mazzini, R. Cadorna
Il MANIFESTOE I MANIFESTI !Cosa è rimasto in Europa della tradizione tanto marxista e socialista delle lotte operaie, quanto dei manifesti delle Avanguardie: una fra tutte?
“IFUTURISTI ITALIANI” !
Una via italiana al socialismo non marxista in Europa non ha avuto mai fortuna; dallo scritto del 1978 uscito sull’Espresso di Bettino Craxi che polemizzava in risposta a Berlinguer sul leninismo; il paradigma era presente già inizio secolo in una rivista di Giovanni Papini degli anni Dieci del ‘900, dove presentava un lungo articolo sul tema del socialismo in chiave non marxista ma di origine decisamente europea occidentale. In copertina la foto di un articolo uscito pochi giorni prima delle elezioni del 18 aprile 1948, parte di un Archivio ancora tutto da sistematizzare
Raffaele Panico
Nel 1848 Carlo Marx pubblicava il Manifesto dei comunisti, il famoso documento a cui dovevano ispirarsi, per quasi centoquaranta anni, almeno fino al 1989, intellettuali, attivisti, circoli politici, letterari, artisti e formazioni politiche e corpi sociali. In principio una vasta schiera di adepti si dichiaravano anche “discepoli” per riconoscersi tra loro e confondersi nella moltitudine: la famigerata polizia zarista li avrebbe ristretti nelle patrie galere prima della rivoluzione d’Ottobre in Russia.
The Queen’s Gambit, La Mistica Degli Scacchi Al Femminile
Con uno dei titoli più sfortunati della stagione, ma che allude a una delle aperture più studiate e affascinanti negli scacchi professionistici, The Queen’s Gambit è la storia di formazione di Beth Harmon, la giocatrice-prodigio che si è distinta in questo sport strategico a metà degli anni ‘60. Femminile, feroce e con un’estetica impeccabile, la miniserie, basata sul romanzo La regina degli scacchi di Walter Tevis (1983), ci presenta la mistica degli scacchi come non l’abbiamo mai vista prima.
Con molti i parallelismi con la storia del Gran Maestro e ultimo Campione del Mondo statunitense, Bobby Fischer, ovvero andando contro ogni previsione e dopo aver scoperto in tenera età un interesse e un genio innato per gli scacchi, la matematica e intuitiva Beth (interpretata da Anya Taylor-Joy) mira a dominare il mondo in quel microcosmo che è la scacchiera. Per dirla con le parole della protagonista, la scacchiera “è un mondo in 64 caselle.Un posto dove sentirsi al sicuro. Prevedibile, controllabile”.
E in effetti, come già sottolineava il famoso best seller di Katherine Neville, The Eight (incentrato sulla ricerca zelante di dei leggendari scacchi magici appartenuti a Carlo Magno), nel corso della storia è sempre esistito un innegabile desiderio di padroneggiare la scacchiera, sia letteralmente che metaforicamente. In questo caso, nello sforzo di organizzare il suo caotico mondo interiore, Beth impara a disporre i suoi pezzi seguendo il suo intuito, e sviluppando uno stile di gioco unico. Come il New York Timesdescrisse nel suo necrologio il genio tormentato cui si ispira questo personaggio, Fischer è stato il più potente giocatore americano della storia e anche il più enigmatico:
Fischer vinse con tale talento e stile da diventare un rappresentante indiscusso della grandezza nel mondo degli sport competitivi, proprio come lo sono stati Babe Ruth o Michael Jordan.
Ed è forse proprio dal tentativo di svelare quel mistero, e affrontare la genialità e il supplizio che spesso accompagnano i grandi prodigi, che emerge il personaggio di Beth Harmon. Tuttavia, per questa giovane donna, nonostante l’ossessione e l’ambizione che il gioco le suscita, gli scacchi “non sono solo competitivi”, sono qualcosa di bello, una dimora dove trova rifugio intellettuale e che dà senso alla sua esistenza, dopo essere rimasta orfana ed essere stata spogliata, quand’era ancora molto piccola, dei suoi pochi averi e ricordi.
Dopo l’abbandono paterno e la morte della madre biologica, essendo solo una bambina, Harmon impara a conoscere e perfeziona le sue abilità giocando a scacchi con il bidello nel seminterrato dell’orfanotrofio, e intanto svilippa (sempre in segreto) una pericolosa dipendenza dai tranquillanti, che paradossalmente sembrano non solo aiutarla a evadere, ma potenziare la sua capacità strategica. Questa vita in bilico, passata saltando da una famiglia disfunzionale all’altra, condurrà la protagonista ad abusare di droga e alcol, qualcosa di inaudito per un’adolescente, ma che però spiega perfettamente come le dipendenze si trasformino sempre nello stucco con cui pretendiamo di riempire quelle crepe che sono le ferite dell’anima.
Divisa tra delicatezza e ferocia, caratterizzata da un’intelligenza acuta e non priva di eccentricità, Harmon percorrerà la sua strada verso il successo internazionale, partecipando a gare e ottenendo riconoscimenti. Senza sacrificare la propria femminilità, riuscirà progressivamente a distinguersi in un mondo prevalentemente maschile, in cui per antonomasia, negli anni ‘60, avrebbe potuto subire un doppio pregiudizio, una doppia discriminazione: come donna fuori dai canoni in un’epoca in cui i ruoli femminili erano ancora perlopiù limitati a quelli di moglie e madre; e come giocatrice femminile in un ambiente dominato quasi esclusivamente da uomini – com’era e in parte è ancora quello delle competizioni scacchistiche.
Infatti, sebbene dal Medioevo al XVIII secolo le partite di scacchi tra uomini e donne di ceto alto figurino come un tema ricorrente nell’arte e della letteratura, nel XIX secolo il mondo degli scacchi è passato a essere dominato dagli uomini. E così è stato fino al XX secolo, quando alcune giocatrici come la britannica di origini russe Vera Menchik sono riuscite timidamente a rompere l’egemonia maschile e a partecipare alle competizioni con loro.
Garry Kasparov, considerato uno dei migliori giocatori al mondo, assicura che questa miniserie a suo parere è la fiction più realistica che sia mai stata realizzata sugli scacchi, che peraltro è uno sport molto poco visivo. Magari è per via di quella brillante e golosa estetica di cui sopra, con cui è stato portato sullo schermo, o anche per la presenza guida di un personaggio carismatico e complesso come quello di Harmon, che The Queen’s Gambit è diventato in poche settimane, e grazie al passaparola, la serie tv più guardata su Netflix.
In questo volume vengono trattati tutti i pezzi d’artiglieria di produzione nazionale, straniera e di preda bellica utilizzati dal Regio Esercito nella seconda guerra mondiale, in organico ai Reggimenti di artiglieria divisionale ed ai Raggruppamenti di Corpo d’Armata e di Armata.
Domenica 20 Aprile, per la Pasqua di Resurrezione, nel corrente A.D. MMXXV, si verifica una insolita e rara coincidenza tra i Riti della Religione Cattolica e della Religione Ortodossa, simbolicamente e cristianamente affratellati, come forse auspicherebbe la maggior parte dei loro propri Fedeli.
Così come sarebbe auspicabile raggiungere una Giusta Pace sia in Europa, sia nel Medio Oriente, sia in ogni luogo della Terra.
Ed auspicando a Coloro che leggono questa Testata (…ma anche a tutte le “Persone di Buona Volontà”) di poter trascorrere religiosamente e serenamente questi giorni festivi (…ed anche quelli seguenti) a Noi piace notare altresì sottolineare come il Giorno della Resurrezione, in questo D. A., preceda il 21 Aprile in cui si celebra il Natale di Roma!