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Premio Beato Angelico al Salotto Romano

Come sempre, il Premio Beato Angelico raccoglie Autori ed Artisti nella Sede del Salotto Romano di Santa Maria Sopra Minerva.

Organizzato da Voce Romana, grazie a Francesca di Castro ed a Sandro Bari,  il prestigioso evento avrà luogo alle ore 18,00 di Giovedì 3 Maggio, presso il Palazzo dei Domenicani.

il Premio è alla sua IV edizione, attesissimo: a tale scopo si consiglia di recarsi al Palazzo con anticipo, assistendo anche ai “Puntini sulle -i- del Prof.Romolo Staccioli ed ascoltando gli elaborati poetici di alcuni soci.

 

Marilù Giannone

 

Associazione culturale “Roma Tiberina”

 

Salotto Romano

(a cura di Sandro Bari e Francesca Di Castro)

Programma di Giovedì 3 maggio 2018

 

Sala Capitolare -Palazzo dei Domenicani – piazza della Minerva 42 (Pantheon)

 

Ore 16,30 – L’incontro prevede in apertura l’usuale rubrica di precisazioni storiche, archeologiche e letterarie “I puntini sulle i” del prof. Romolo Augusto Staccioli, presidente dell’ArcheoClub di Roma.

 

Ore 17,15 – A seguire, i poeti ospiti presenteranno le loro composizioni in versi.

 

Ore 18,00 –

IV Edizione del Premio di Arti Sacre Beato Angelico

 

Il presidente Carlo Piola Caselli consegnerà il Premio per le Arti Sacre Beato Angelico 2018 all’artista Veronica Piraccini, ideatrice del metodo di pittura “impercettibile” che ha la proprietà di apparire e scomparire, per l’opera “Dall’impronta di Gesù”, perfetta immagine speculare della Sacra Sindone riprodotta su telo di lino, opera ormai conosciuta in molte parti del mondo.

Seguiranno i commenti critici di Francesca Di Castro vicepresidente dell’Associazione culturale Roma Tiberina, Marco Bussagli, noto storico dell’arte e pittore, titolare della cattedra di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, e Sara Pizzeigiornalista ed esperta di comunicazione.

L’artista spiegherà la storia di quest’opera e della particolare tecnica dell’esecuzione attraverso la proiezione di foto, e concluderà la serata offrendo al pubblico l’esperienza in sala della rivelazione dell’opera “Dall’impronta di Gesù”.

 

Ingresso libero

 

Di Maio… come Talleyrand (?)

Il Leader 5 Stelle con la tattica dell’Istrice

di Franco D’Emilio

Certo, sono state molte le aspettative, perché no le speranze, suscitate dall’irruzione del M5S sulla scena della politica nazionale: in una fase di immobilismo, di grande fragilità etica e scarsa credibilità del ceto politico dirigente il movimento pentastellato ha trascinato mente e cuore di una vasta platea verso il suo proposito di una rinascita del paese fuori dal vecchio, compromesso sistema.

Adesso, è altrettanto certa, crescente la delusione di chi prima tanto fiducioso che la frattura 5S da un passato e da un’attualità, spesso indegni, significasse l’affermazione di un metodo, di un ruolo politico davvero innovativi.

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Marilù Giannone

Maestri del Lavoro

Il lato nobile della festa dell’1 Maggio

Come tutti gli anni, il primo di maggio, essendo ricorrenza festiva del Lavoro, tutti gli italiani che si sono distinti per meriti speciali nel riguardo del sostegno, miglioramento, eccellenza nelle loro professioni o attività vengono insigniti del grado di Maestro e di Cavaliere. Quando uno di essi è un amico, un uomo che si è sempre messo in luce nel completo dono di sè, ottimizzando ogni possibilità volta al bene di chi lavora, ci si rallegra e ci si entusiasma.

È con gioia che si comunica che oggi all’amico Vincenzo D’Angelo, ottimo lavoratore e magnifico organizzatore di uomini ed imprese, è stato donato il premio al merito di Stella del Lavoro dal Presidente della Repubblica Mattarella: un poco commosso e fiero di sé, giustamente, egli ha riassunto durante l’evento, ripreso dal TG 1 RAI delle ore 11,00, il suo molteplice impegno, dal campo dell’amministrazione fino all’organizzazione di viaggi, di eventi culturali presso la Regione Toscana, di informazioni intorno al campo fiscale e pensionistico di ogni tipo. È sua inoltre l’idea del Premio “Una Poesia per la Vita”, di quello “Libera Fantasia” presso la Galleria Mentana di Firenze, di quello “Una Perla”, la diffusione della Rivista “Esperienza” in accordo con l’Associazione ANLA, Organizzazioni di Feste, visite di Musei e Mostre, passeggiate culturali, Viaggi in Italia ed all’Estero per i quali ha speso ogni sua capacità e sagacia. La dedizione, insomma, al mondo del lavoro, con un occhio particolare ai congedati ha visto Enzo – come è chiamato dagli amici – sempre all’avanguardia e sempre esaustivo in ogni piccolo ramo del suo immenso albero di generosità verso gli uomini.

La lettura di un breve foglio che elenca le applicazioni di quel suo spirito dedito al benessere altrui e alla nobiltà del lavoro ha spiegato il fil rouge del suo muoversi: l’accordo generazionale, che ha raccomandato al Presidente, e cioè l’unione, la mano tesa, l’importanza di ogni soggetto familiare, dall’avo al nipote, per una Nazione sicura ed efficiente. Giovani e meno giovani sono indispensabili per l’esito di uno Stato felice che si basi sul lavoro.

Un titolo meritato, dovuto, perché ciò che Enzo ha in dono è la luminosità percettrice del riconoscere cosa è l’essere umano e cosa sia, in ogni estensione, amore.

Marilù Giannone

Le Ideologie: saranno callide o stolide?

Liberilibri continua l’indagine sulle ideologie italiane

 

Giovedì 3 maggio a Roma, alle ore 18,00 Pietro Di Muccio De Quattro presenta, alla Fondazione Luigi Einaudi a Piazza delle Medaglie d’Oro il Libro “L’Ideologia Italiana, Dialogo fra Callido e Stolido”, discussa da Lorenzo Infantino e Corrado  Ocone.

Il libro per la sua particolarità è preciso ed interessante, e rispecchia le divisioni ed i contrasti del pensiero politico italiano attuale.

 

 

                                                Marilù Giannone

Un nome del grande sport: Astori

Davide Astori e Firenze
I giornalisti Lancisi e Mancini firmano un libro-tributo al capitano viola

 

Firenze, 20 aprile 2018 – Ci sono storie capaci di unire una città come Firenze, patria di guelfi e ghibellini, in un cuore solo e in un sentire comune. Momenti in cui perfino le antiche rivalità perdono di significato, e uomini diversi tra loro si scoprono fratelli. La straordinaria commozione e la partecipazione collettiva dei fiorentini all’omaggio per il capitano viola Davide Astori, scomparso lo scorso 4 marzo a soli trentun anni, sono ricordate nel libro di Mario Lancisi e Marcello Mancini Davide Astori. Ci sono storie che…, edito da Polistampa. Il volume è una testimonianza unica di come Davide sia rimasto nel cuore di tutti per le sue qualità umane prima ancora che sportive.
Firenze ha celebrato il capitano viola come i grandi personaggi del passato figli di questa città, e non è un caso che i funerali si siano svolti nella basilica di Santa Croce, il monumento nazionale dove riposano gli italiani illustri. Il testo di Lancisi e Mancini, arricchito da una prefazione del sindaco di Firenze Dario Nardella, è una cronaca per racconti e immagini di ciò che è successo nei giorni successivi alla tragedia di Udine, e si divide in capitoli che partono dal momento in cui Davide è stato trovato morto nel suo letto mentre era in ritiro con la squadra, e arrivano fino alla partita con il Benevento, che ha rappresentato il momento di partecipazione più alto e coinvolgente per i trentamila tifosi allo stadio. Momenti centrali sono l’omaggio che i fiorentini hanno voluto dedicare al capitano quando la salma è arrivata a Coverciano, o l’oceanica mobilitazione di mercoledì 7 marzo in piazza Santa Croce per la messa e i funerali, celebrati dall’arcivescovo Giuseppe Betori alla presenza dei più importanti personaggi del mondo del calcio e dello sport in generale. Nel volume sono raccolti i commenti e le testimonianze di chi ha conosciuto Davide, e le oltre cento immagini ci mostrano non solo i volti noti, ma anche quelli di tante persone comuni che hanno pianto come per la perdita di un fratello. Nella parte finale del volume sono pubblicati alcuni dei messaggi che migliaia di anonimi cittadini hanno lasciato appesi ai cancelli dello stadio Franchi, i piccoli disegni dei bambini e le parole di ammirazione e di gratitudine per il Capitano.

Per quanto triste, quella narrata dai giornalisti Mario Lancisi e Marcello Mancini è una vicenda che ha fatto crescere la tifoseria non solo fiorentina e ha dato un significato nuovo, migliore, alla parola “calcio”. 

 

Gherardo Del Lungo