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Il “DDL del Governo Draghi”
sulla Riforma della Giustizia Penale

DAL GOVERNO VARATA UNA CORRAZZATA 
PER AFFRONTARE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PENALE, 

…MA A BORDO, PARE, CI SIANO ALCUNE FALLE

 __________MASSIMO ROSSI*

La Ministra Marta Cartabia si è impegnata, da subito, a superare l’imbarazzante momento istituzionale rappresentato dalle “riforme” del precedente Ministro Alfonso Bonafede, il quale ha generato la peggiore riforma della prescrizione della storia repubblicana. 
L’impegno era preciso e l’impegno è stato mantenuto.  Si è costituita una Commissione di esperti che hanno fatto le loro osservazioni su alcuni “correttivi” normativi nel settore penale. La Commissione presieduta dal Presidente Emerito della Corte di Cassazione Dott. Giorgio Lattanzi ha fatto un ottimo lavoro mettendo a fuoco i temi cruciali del processo penale. 
Da tale comunicazione è nato il “ddl penale” sbandierato dal Governo Draghi, come lo strumento, attraverso cui l’Italia può (di diritto) raccogliere i soldi provenienti dall’Europa.

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Giustizia e Magistratura a confronto con il “Quarto Potere”

L’informazione giudiziaria nei nostri (Amari) tempi

una analisi di MASSIMO ROSSI*

In queste settimane hanno tenuto alta l’attenzione sul tema in questione i fatti di cronaca accaduti a Roma.  
In particolare, la notizia di una donna, dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione coinvolta in delle indagini che hanno portato ad atti di ricerca della prova (quali le perquisizioni) e che è stata travolta dall’onda mediatica.  Il nome ed il cognome sbattuti in prima pagina in molti quotidiani e servizi televisivi pubblici e privati.
Una tempesta mediatica che ha colpito tanti: la notizia delle indagini. La notizia di una Procura che ha svolto e/o sta svolgendo una attività d’indagine legittima e doverosa. 

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SULLO STATO DELLA GIUSTIZIA …..forse è anche colpa nostra !

UNA  SACRALITA’ (oramai) SCOMPARSA DA TRIBUNALI ED ARE 

Una analisi dell’Avv. MASSIMO ROSSI  

La Giustizia è un settore in piena e profonda crisi da anni. Non lo scopriamo adesso, ma ora tutto è molto più evidente.  
L’evidenza è data dalla profonda disaffezione del comune sentire e da risposte di Giustizia che si attendono per anni ed anni. Si badi bene, è inutile negare: la crisi investe sia il settore civile sia quello penale. L’esigenza che si avverte è sempre la stessa in un mondo che corre: la celerità della giustizia e la sua sostanziale efficienza. 
Due esigenze non sempre compatibili tra loro. L’ambito civilistico conosce una pluralità di riti che non aiutano né gli operatori né il cittadino comune.  Si ha un grado di litigiosità alto a fronte di risposte di “mediazione e composizione” delle liti del tutto inefficaci. Questo, oltre ad “impantanare” i cittadini in giudizi alienanti – come è noto – allontana gli investimenti esteri in Italia. 
L’ambito penale non è da meno, è costellato di norme che, in realtà, non consentono il corso di una giustizia rispondente ad un criterio di reale efficienza. In tutto ciò si innesta la questione morale che ha investito la Magistratura che non è una questione da sottovalutare, anzi, da analizzare per scongiurarla in futuro. 

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Riflessioni sul Processo Penale ed i “rischi della tecnologia”

RIFLESSIONI SUL PROCESSO PENALE, 
CON IL RISCHIO CONCRETO DI UNA DIMINUZIONE
DEI PRINCIPI E DEI VALORI
 

__________a cura di MASSIMO ROSSI * 

La pandemia ha generato un’idea che è nefasta: tutto ciò che è informatico è “giusto”, è applicabile, è velocità, è progresso, è bene. 
La tecnologia è l’essenza della ricerca in senso scientifico ed è l’applicazione della ricerca al mondo fenomenico, ma non per questo il suo dilagare può essere considerato buona cosa. La tecnologia ha preso anche la via del mondo della Giustizia creando un’illusione: se si è tecnologici i processi sono più veloci (non più giusti).

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Magistratura: necessità di una “Riforma”
e “Separazione delle Carriere”

Il vuoto di controllo del Pubblico Ministero e le possibili derive:  
necessità di riforme mirate e necessarie
per la s
pecializzazione del P.M. e separazione delle carriere

Un approfondimento di MASSIMO ROSSI *

Affrontare il tema del ruolo procedimentale del PM è cosa aspra e controcorrente, in quanto il PM è l’unico soggetto del procedimento che svolge talune attività senza dare conto ad alcun giudice e le svolge in modo del tutto “autoritario”
Vi sono delle scelte del PM che incidono sulle indagini e, quindi, sul processo che, se anche errate, non sono sindacabili e non sono sanzionate ed hanno delle ripercussioni sulle stesse, spesso, irreversibili. 

Ritengo che tale ampio potere “fuori controllo” sia del tutto irragionevole ed illogico.

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