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Gucci annulla la Cruise in programma a San Francisco

L’allerta Coronavirus per la moda si sposta a livello globale. Dopo aver condizionato l’ultima edizione di Milano Moda Donna, i rischi sanitari e, probabilmente, la prospettiva di notevoli difficoltà logistiche iniziano a condizionare anche i singoli appuntamenti internazionali dei brand, in questa stagione impegnati con le sfilate delle precollezioni.

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Raf Simons entra in Prada

I rumours si sono concretizzati. Durante una conferenza stampa speciale è stato annunciato che Raf Simons entra in Prada come co-direttore creativo, insieme a Miuccia Prada. “Sono molto felice di questa nuova fase – ha commentato la designer -. Il contratto con Raf inizierà a partire dal 2 aprile e la prima collezione con Raf sarà in passerella a settembre. Con questo non intendo fare un passo indietro, né sto cercando un successore. Non sono così vecchia”.

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Alexander McQueen: dieci anni senza l’eclettico stilista

L’11 febbraio 2010 il mondo della moda perse uno dei suoi stilisti più visionari e tormentati, Alexander McQueen avrebbe compiuto tra qualche giorno 51 anni. Di un’immensa forza creativa, fatta della stessa sostanza dei sogni e dell’inquietudine, come lo stesso stilista dichiarò “bisogna avere incubi frequenti, ricordarseli e saperli disegnare”, di lui rimane un lascito prezioso portato avanti da Sara Burton.

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San Francisco: è discussione sul divieto delle pellicce

L’industria americana delle pellicce fa squadra contro il fronte animalista. Da questo mese, a San Francisco è entrata in vigore la legge che vieta la vendita di indumenti o accessori in pelliccia naturale. A stabilirlo è stato il board of supervisors della città che ha approvato all’unanimità un’ordinanza, in coerenza con la proposta di alcune associazioni animaliste, tra cui Direct Action Everywhere. I retailer che continueranno a vendere prodotti nuovi in pelliccia naturale verranno sanzionati con una multa di 500 dollari a capo.

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Giappone: a Natale la tradizione vuole il pollo di KFC

Pollo fritto a Natale, non il tipico Karaage ma più semplicemente quello della nota catena statunitense Kentucky Fried Chicken. Un’usanza curiosa di proporzioni imponenti che la BBC afferma di coinvolgere circa 3,6 milioni di famiglie giapponesi ogni Santo Natale, con vendite dieci volte superiori rispetto alla media normale. File infinite ai negozi, prenotazioni con mesi di anticipo, ore di attesa per portare a casa quello che è diventato il piatto della tradizione natalizia giapponese per eccellenza: un secchiello di pollo fritto.

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