Sabato 7 settembre a VITERBO,
l’inaugurazione del MUSEO STORICO dei CAVALIERI TEMPLARI
Questo articolo è stato pubblicato su “La Città – Quotidiano di Viterbo e Provincia”, diretto da Mauro Galeotti e segnalato alla nostra Redazione da Padre Rinaldo Cordovani. (*1) Poiché la Consul Press ha un notevole interesse su tali tematiche, si è ritenuto opportuno riportare il testo per i nostri Amici Cavalieri ...e non solo, citando dovutamente “la Fonte” auspicando che vadano a visitare tale Museo in questa Città che vanta una bellissima architettura medioevale.
Preparazione: mescolare burro e farina e unire il formaggio e le spezie mescolando il tutto con l’aggiunta del tuorlo si formano i bocconcini, aiutandosi con due cucchiaini.
Immergere i bocconcini nell’albume e poi nei semi in modo che siano coperti uniformemente.
Disporre i bocconcini sulla carta da forno, che dovrà essere preriscaldato a circa 190 gradi.
Cuocerli per circa quindici minuti e servire con salsa di mirtilli o lamponi.
AL SEMAFORO “INCANTATO” …. IL SOGNO d’una NOTTE di MEZZ’ ESTATE
Mi ricollego all’ Atto Primo pubblicato da Alessandro Ricci – ieri mattina nella sezione “Attualità” – per ipotizzare una possibile soluzione decisamente fuori dal coro, antitetica ai canoni del politicamente corretto e del buonismo imperante, nonché fortemente avversa ai sacri, santi e venerandi principi della democrazia parlamentare.
La presenza italiana in Tunisia, intervista a Craxi – parte I
Raffaele Panico
Dalla rocca strategica di Takrouna, Bettino Craxi racconta dal suo esilio in Tunisia pagine di storia antica e recente sulla presenza italiana in Tunisia, in una intervista rilasciata a Marco Dolcetta. Siamo nel 1998, a Roma si editava un’edizione de L’Avanti! In redazione quotidianamente giungevano fax, i “Fax dall’esilio”, a firma di Edmond Dantes. Ed altri con citazioni de l’Avanti degli anni Dieci del Novecento. Spesso occorreva a me stesso chiamare ad Hammamet– “Presidente dica alla segretaria di inviare di nuovo la pagina capovolta, non si leggono le ultime righe in basso”, la posta elettronica da lì a pochi mesi avrebbe ovviato tale inconveniente. Mio compito, in quanto allora segretario di redazione, esperienza molto formativa, conclusa poi tra 2000 e il 2002 con riconosciute mansioni superiori, dato che era una Cooperativa Editoriale.
Proprio lo stesso anno il 1998 giunse per posta una pubblicazione su Garibaldi a Tunisi con dedica al segretario e al caporedattore e ad altri, ma non tutti pur avendo “sposato” il mestiere di giornalista avevano e hanno mantenuto inalterata progettualità, aggiornamento ai tempi, integra la stoffa della storia intesa come maestra della vita e tenuta in riservata “Amante”, ovvero un dopolavoro, il lavoro e la ragione – prima ossia il giornalismo – intercalato dalle avventure di passioni e d’amore – per la storia, la grande Storia.
Dopo il “Tempo degliUomini“,
oggi in scena solo nani e ballerine
“Titolo a parte”, abbiamo pubblicato sulla Consul Press una riflessione, che riteniamo poter condividere pienamenete.
Il commento è stato postato su “fb” del 10 Agosto da Patrizio Tomassini *
Il “Diario del Mondo” è un progetto di Marco Dolcetta, regista cinetelevisivo, scrittore, storico e corrispondente di vari giornali nazionali e stranieri. Le persone i luoghi le istituzioni, la memoria il vissuto insomma, sono queste le cose che occorre ricordare divulgare al di là e al di sopra dei fatti dovuti e notizie relative a gruppi che perseguono influenze e potere. Attraverso un giornalismo storico di altissimo profilo seppur fatto da pochi si può redigere“Il Diario del Mondo” a più voci dei protagonisti e meglio dalle voci dei vinti dalla storia.
Un po’, per farsi portavoce dei cittadini e, se è questo, per questo dovremmo porci la domanda, chi è il cittadino, nel mondo intero e paese per paese, e che cosa vuole il cittadino e quindi, di conseguenza, come e di cosa farsi portavoce? In questo caso la ricerca del giornalista in “giro per il Mondo” getterebbe le fondamenta forse sui sondaggi? O sulle istanze dei movimenti politici, sindacali, di gruppi di potere finanziario, industriale o corporativi … Tornando al punto, in linee generali un giornalista e uno scrittore di storia che oggi deve fare i conti con la multimedialità se non è la voce del potere, e se non si fa portavoce del cittadino (perché cos’è oggi il cittadino… uno nessuno o intere masse e dove e in quale paese, e dov’è cos’è, solo il fruitore di un bene di consumo?), e se non è neanche il mediatore tra il potere e il cittadino, può forse fare solo il mediatore tra la notizia e il cittadino? Ancora non ci siamo. Resta allora solo una cosa che può fare: vantare di essere il controllore del potere, o dei poteri? No! neanche questo è lo spirito del “Diario del Mondo”!