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Quando il Cavaliere copiò Ciriaco De Mita

Pur non condividendo interamente la politica berlusconiana, tanto da non esserne mai stato un sostenitore ed elettore, ho sempre riconosciuto l’impronta innovativa e i meriti del Cavaliere, anche in occasione della sua scomparsa con un articolo di giusta considerazione e dovuto rispetto. Adesso, con altrettanta schiettezza e veridicità di prove voglio dimostrare come Silvio Berlusconi sia stato copione di idee altrui, insomma non tutto il suo operato sia stato farina del proprio sacco. Pensare che durante gli anni di liceo all’Istituto dei Salesiani di Milano il giovane Silvio, molto bravo nelle materie umanistiche, non permetteva a nessuno di copiare le sue traduzioni: così, ancora, testimoniano alcuni compagni di scuola in vita, così confermava il suo severissimo professor Strapazzon; dunque, falsa la storia di Berlusconi che solo a pagamento lasciasse copiare o passasse le traduzioni delle prove in classe. Forse, già presago dell’unicità del suo futuro, il Cavaliere non poteva davvero consentire che qualcuno lo copiasse, ma non esitò, successivamente, a diventare copione di altri quando ravvisò originale, se non geniale, un’idea altrui.

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L’Ala Littoria. L’Opera Nazionale

IL PRIMATO MORALE
L’OPERAZIONE METASTORICA

Il processo di Unificazione Nazionale e il processo di modernizzazione della penisola procedevano parallelamente, con la millenaria Dinastia dei Savoia a guida e a garanzia dell’Unità e della Libertà. La Giovane Italia, che con la Grande Guerra, aveva portato a compimento la sua Unificazione, gareggiava a testa alta con le grandi Potenze Europee. Un progresso scientifico, industriale e culturale, messosi in movimento già alla fine dell’Ottocento, portò L’Italia di Vittorio Veneto al raggiungimento di molti record e primati.

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