Roma, 26 maggio 2020 – Operazione “PACIFIC FREESTYLE”
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal locale Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina nei confronti di 7 persone al vertice di un’organizzazione di narcotrafficanti, dedita all’importazione di ingenti partite di cocainadal Perù tramite il Cile.
Comunicato stampa Direttivo Nazionale ULS-Unione Lavoratori Sanità
Il nuovo testo del Ddl Aggressioni approvato oggi alla Camera non rispecchia il mondo reale di chi tutti i giorni lavora nella Sanità di questo paese –dichiarano dal Direttivo Nazionale ULS-Unione Lavoratori Sanità-. Oltre alla non concessione dello status di pubblico ufficiale e alla non procedibilità d’ufficio, grazie all’ennesimo emendamento, si è rimosso l’obbligo per le aziende sanitarie, per le pubbliche amministrazioni e per le strutture e servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici, privati o del privato sociale, di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni.
Le misure del provvedimento rispecchiano tragicamente quanto la politica sia lontana dal mondo reale. La crisi del SSN è stata evidenziata durante la pandemia da Covid-19 e si sta correndo ai ripari con assunzioni a tempo determinato e aumento dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Malgrado ciò la politica non ha intuito il reale problema che attanaglia gli ospedali italiani, la carenza di posti letto e di personale che, soprattutto nel sistema emergenza-urgenza e nelle corsie di degenza, fa esacerbare gli animi di parenti e pazienti contro coloro i quali dello sfacelo del sistema sanitario sono le prime vittime.
Gli operatori sanitari non hanno scorte né tanto meno le vogliono. Basterebbe che fossero messi dalla politica nella condizione di non doversi giustificare per le note carenze strutturali che creano ritardi e insofferenze nei pazienti e nei loro accompagnatori, e che sfociano in aggressioni verbali e fisiche. L’inasprimento delle pene–concludono i sindacalisti ULS- non ridurrà la casistica delle aggressioni che sono pericolosamente ricominciate dopo la pausa dovuta al lock down. Immaginiamo che nemmeno le sanzioni amministrative per chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive, moleste potranno essere un deterrente, visto che, come per quelle penali, sarà compito dell’operatore sanitario denunciare in prima persona con le responsabilità e gli oneri del caso.
Il 22 Maggio 1873 moriva a Milano lo scrittore Alessandro Manzoni. Dopo un anno esatto, nel giorno dell’Anniversario della morte, il Maestro Giuseppe Verdi dirigeva personalmente per la prima volta, nella Chiesa di San Marco a Milano, la celebre Messa da Requiem, composta in onore del grande scrittore. Opera che veniva replicata il 25 Maggio successivo al Teatro alla Scala.
Parte Prima. L’Ascesa, il declino e la Ri-nascita con il secondo dopoguerra
Raffaele Panico
Dosi Giuseppe classe 1891, esattamente il suo natale a Roma il 28 dicembre, la scomparsa avvenne nella città fondata in onore di Casa Savoia, la cittadina di “Fondazione” Sabaudia in provincia di Latina, il 5 febbraio 1981 alla soglia dell’età di quasi novant’anni.
Del servizio prestato nel corpo della Polizia nel periodo del Regno d’Italia, l’eco di un segno ha sopraffatto anche i destini del regime politico capeggiato da Benito Mussolini. Di quell’eco si trovava traccia persino nel chiacchierare comune nella memoria popolare. Fino, più o meno, agli inizi degli anni Ottanta, surrettiziamente, o impropriamente visti passati diversi decenni da fatti inenarrabili per la coscienza della natura umana. Non sulla cronaca di fatti disumani è lecito aprire il discorrere sulle capacità e talento dell’intelligenza umana di un superpoliziotto, in un’epoca in cui tecniche e strumenti investigativi al paragone odierno diremo erano pre-istorici o persino primitivi.
È UN LABIRINTO DI CNOSSO, …. altro che BAZOOKA !Solo mitologia per rinchiudere senza uscita gli italiani di oggi e le future generazioni
Torquato Cardilli
Il mese scorso il Governo ha annunciato trionfalisticamente di aver schierato un bazooka con una impressionante potenza di fuoco di 400 miliardi, resi disponibili per le attività produttive.
Avevo definito inizialmente questa arma metaforica piuttosto come un bazooka di latta (https://www.consulpress.eu/il-bazooka-di-latta-il-decreto-liquidita-del-governo/).
Infatti, diradatosi il fumo dell’annuncio, si è scoperto che in realtà il bazooka era proprio un’arma inoffensiva perché non sparava denaro liquido da erogare ai fini del ristoro delle perdite e del rilancio della ripresa economica, ma offriva semplicemente una garanzia statale al 90% su ogni prestito che le banche avrebbero concesso alle imprese.
Quindi il piccolo imprenditore, commerciante, artigiano avrebbe dovuto districarsi in un labirinto di 19 passaggi burocratici secondo norme scritte da chi non ha mai avuto la minima idea di cosa sia l’attività lavorativa di un piccolo imprenditore, o di bilancio aziendale, o di gestione del personale per chiedere alla banca un prestito, pagandoci sopra un interesse.
La pandemia, per molte aziende, ha significato dover licenziare il personale per via dei costi che non poteva sopportare e nella peggiore delle ipotesi dover chiudere.