Skip to main content

La Pietà Cristiana del “Buon Samaritano”…..
in antitesi con il falso umanitarismo delle ONG

LA PARABOLA DEL “BUON SAMARITANO” E LE LOBBY AFFARISTICHE 

Una riflessione di NAZZARENO MOLLICONE,
postata su fb intorno alle 12,30 di domenica 14 luglio

Oggi nelle Messe domenicali si recita la parabola del “buon Samaritano” indicata nel Vangelo di Luca, e i celebranti nelle loro prediche connettono questa parabola alla questione degli immigrati, anche con riferimento alle recenti vicende (è stato detto: “le leggi vanno rispettate se sono ispirate dall’amore per il prossimo…”). 
Ma la parabola, a ben leggerla, è un ATTO DI ACCUSA proprio contro la Chiesa attuale. Infatti, il viandante aggredito e ferito non viene soccorso nè dal sacerdote nè dal levita (categoria che oggi si potrebbe assimilare agli intellettuali) ma da un “pagano”, secondo i parametri ebraici del tempo.

Ebbene, visto che oggi nè la Chiesa attuale nè gli intellettuali accolgono i profughi ma si limitano ad ammonire e censurare i comportamenti dei “pagani” (ossia, il Governo e lo Stato in tutte le sue strutture), la parabola di Cristo come esposta da Luca è oggi una critica proprio alla Chiesa, che farebbe bene a non commentarla…

Continua a leggere

Lorenzo Tagliavanti: definire e completare la riforma delle C.C.I.A.A.

Alla vigilia dell’incontro tra i Vertici dell’ Unioncamere, 
il Presidente della Camera di Commercio parla della riforma.

Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, intervistato, domenica 14 Luglio presso Agricoltura Nuova, Castel di Leva 371, Roma, in occasione della “Festa de L’Unità”, dove è stato ospite d’eccezione per discutere, insieme a Patrizia Prestipino di rinascita economica e civile per il Paese e per Roma, dice la sua sulla riforma delle Camere di Commercio.

Continua a leggere

Global Committee riporta il pensiero del futuro Capo della politica estera in Europa

La Redazione riceve la seguente notizia, che, nonostante la gravità, attenua un allarme. L’Europa non è nuova di fronte a queste prese di posizione o alle azioni USA con qualche Stato Europeo per decostruire l’Unione ed il Mediterraneo. 

Appare probabile che l’imperialismo di alcuni rischi di accendere continuamente focolai nel mondo. E’ il consueto sdoppiamento fra propaganda verbale e verità di azione a proposito di democrazia e buonismo wasp.

                                                                                                                   M.G.

 

Il futuro capo della politica estera dell’UE, l’ex Ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell, aveva affermato in un’intervista a Politico che bisogna abituarsi al fatto che l’Iran voglia distruggere Israele. Alla domanda sull’accordo nucleare da cui gli Stati Uniti si sono ritirati, Borrell ha risposto: “Gli americani hanno deciso di ucciderlo unilateralmente, senza curarsi degli interessi europei. Non siamo bambini che seguono quello che dicono gli Americani. Abbiamo le nostre prospettive, interessi e strategie, e continueremo a lavorare con l’Iran. Sarebbe molto negativo per noi se gli Iraniani continuassero a sviluppare un’arma nucleare (…) l’Iran vuole annientare Israele; niente di nuovo a riguardo. Dobbiamo conviverci.”

Il 6 novembre, un giorno dopo che gli Stati Uniti hanno reimpostato un’ultima tranche di sanzioni contro l’Iran, Borrell si è unito alle critiche mosse dal Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov agli Stati Uniti, dichiarando di aver rifiutato “qualsiasi tipo di posizione che assomigli a un ultimatum di chiunque e anche degli Stati Uniti”. 

I Colori degli Etruschi, alla Centrale Montemartini di Roma

L’opera imperdibile  del NTPC, Nucleo Tutela Patrimonio Cultura dei Carabinieri

Mercoledì 11 luglio a Roma, presso la ex Centrale ACEA sono stati esposti i tesori di terracotta etruschi ritrovati dall’impegno pluriennale dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Sembra dominio di tutti oggi che nei musei e nei luoghi espositivi d’Italia una gran parte degli oggetti preziosi conservati provenga dai recuperi attuati dall’Arma a contrasto di furti più o meno volgari perpetrati da Stati Europei e da vari altri del mondo.

L’ampia preparazione dei comunicati stampa sottolinea che infatti, quando fu promulgata la legge per fermare queste sottrazioni di veri e propri capitali di arte e di valore, il 1970, i più importanti paesi d’Europa e gli Stati Uniti non la firmarono, e questo fa pensare. L’ostilità contro la protezione dei tesori italiani, dal 1993, ha avuto come esito una perdita di oltre 7000 miliardi di dollari, secondo gli stessi Tutori dell’Ordine; non solo, ma è stato notato uno sconvolgimento pari ad una catastrofe per gli scavi clandestini che confusero i reperti relativamente alle zone, agli usi, ai tempi.

Le voglie di primeggiare di Paul Getty o di altri magnati europei puntavano sul mercato di Ginevra o su tombaroli prezzolati per costituirsi una collezione che privava tutti di una larga parte di storia, come alcuni paesi esteri che elencavano gli oggetti sottratti come “lasciti di collezionisti” o “doni di privati”.

Da molti anni l’Arma dei Carabinieri ha riportato le opere d’arte al loro posto originario: un esempio è il celebre vaso di Euphronios ritrovato negli S.U., ma l’opera iniziata con il Gen. Conforti non si è mai fermata. Infatti il flusso di esportazioni illecite si sarebbe arrestato mediante la concessione (D.L.42 /2004) di un prestito di reperti d’arte al fine di un’esposizione per quegli Stati che ancora hanno qualche oggetto “dimenticato”, lasciando la proprietà a quello italiano.

E’ già qualcosa ma è stato lungo il periodo durante il quale gli stranieri, coerenti con la storia passata, hanno fatto man bassa del capitale artistico nazionale. Quanti oggetti di valore, quanta bellezza non ritornerà? Si deve ancora essere acquiescente verso chi ha nel tempo solamente danneggiato uno Stato ed un popolo? Oltre che della moneta, non si è signori neanche delle proprie testimonianze di secoli di civiltà ?

Questo è il senso della mostra “Il colore degli Etruschi” e questa è la ragione per la quale l’inaugurazione è stata effettuata dal Luogotenente Sebastiano Antoci del NTPC oltre che dall’ Archeologo Daniele Maras del Mibac e dai suoi colleghi, che hanno offerto ai visitatori un intero settore della Montemartini . Il luogo dispone alla vista molti inediti della pittura parietale, della coroplastica, bronzi e parti ornamentali di architetture etruschi, una ricca esposizione della civiltà più antica d’Italia, madre della civiltà di Roma che ha diffuso ovunque la sua voce. Il progetto è di Alfonsina Russo, Leonardo Bochicchio, Claudio Presicce e Rossella Zaccagnini, Sovrintendente del Museo di S.Severa, che lo scorso anno, forse trascinata dall’emozione di accogliere gli scolari in visita, avrebbe sostenuto che Ercole è il dio dei migranti.

Ma gli Etruschi restano nonostante tutto: i furti, i danni, i sans papier che bivaccano nelle tombe come a La Celsa ed a spasso per i ruderi del Viterbese, restano indomiti e sereni nei loro colori smaglianti e nelle figure in cammino.

L’esposizione rivela infatti che erano un popolo che si dava legge, che costruiva, che amava la musica e l’arte, che lasciava pari dignità ad uomini e donne, li dipingeva a colori chiari se signore, ocra rossa se signori, a braccetto nella danza, con lo stivaletto dalla punta in sù e la tebenna svolazzante. Rosso, nero, bianco, ocra gialla e verde, questi sono i colori, con qualche tratto di blu sbiadito, in corteo nelle fasce decorative di un tempio o quando rilevavano le fatiche d’Ercole, storia di moda.

 Scambiavano le loro conoscenze con Greci e Fenici, dall’arte alle scienze: ottimi artigiani del tessuto e della pelle, pittori e scultori dal taglio curiosamente attuale, fino a quando la pittura vascolare greca dette qualcosa in più alla loro fantasia ed alla religione che nei vecchi libri ancora pregni di invidia per il grado di conoscenza etrusco, si ritenevano ctonie e mortuarie. E’ certo che queste informazioni parziali siano dovute agli scavi senza regole che hanno distrutto ambienti di vita quotidiana , alla propaganda romana dopo l’anno 180 aC., all’Editto di Teodosio che ammetteva la distruzione di costruzioni “pagane”, alle religioni sopraggiunte ostili alla libertà delle donne che dava la taccia di “debolezza” agli Etruschi. 

I reperti provengono per la maggior parte da Cerveteri o dalla Tuscia, ma c’è traccia di un “prelievo” anche da Veio (Campetti), la vera antenata di Roma. Tito Livio ce la descrive come la Normale di Pisa per la popolazione elitaria dell’Urbe, che spediva i suoi rampolli a raffinarsi colà.

La “perla” della mostra è la firma su un affresco del pittore “Mur..”(?) di un certo Sathara, inteso come padrone non di schiavi; il pittore dunque farebbe parte di un gruppo di artisti di un uomo potente che li organizzava. Esisteva probabilmente una forma di corporazione, forse simile ad una di quelle dettate da Romolo quando organizzò i cittadini romani, ripartendoli in gruppi di lavoro (i vasai, i fabbri, i tessitori, i panettieri, ecc), interrompendo l’uso ariano non etrusco della ripartizione in tre classi.

Un vero e proprio mondo di conoscenza si ramifica all’infinito grazie a questa mostra che ottiene così il triplice scopo di risvegliare l’interesse per le civiltà italiche, appagare il valore della longevità dell’arte nazionale, e rendere ancora noto a tutti che l’opera generosa dell’Arma dei Carabinieri tutela la vita spirituale dello Stato oltre a proteggere i cittadini dalla privazione della salute, del patrimonio, del giusto riconoscimento identitario.

Marilù Giannone

“Isola dei Morti” oggi: l’Europa

Hitler il decostruttore annunciato da “Il Dr. Mabuse” film di Fritz Lang 1922 – Germania.
Da Weimar verso il male assoluto del III Reich,
una pellicola annuncia l’avvento del potere perverso

      Raffaele Panico                                                

Ha scritto Arnold Toynbee: “L’informazione minuta non è sufficiente per abilitare chi la possiede a predire risultati con esattezza e sicurezza, giacché essa non è affatto un’informazione completa. C’è una cosa che deve restare quantità ignota per l’astante meglio informato, giacché essa va oltre quanto sanno gli stessi combattenti o giocatori; ed è questo il termine più importante dell’equazione che il preteso calcolatore vorrebbe risolvere. Questa quantità ignota è la reazione degli attori quando verrà la prova. Questi impulsi psicologici, che è essenzialmente impossibile pesare e misurare e quindi valutare in modo scientifico in anticipo, sono le vere forze che in realtà decideranno dall’esito quando l’incontro avrà luogo. È per questo che i più grandi geni militari hanno sempre ammesso un elemento incalcolabile nei loro successi”.

Continua a leggere

I Problemi della “NOTIZIA” nell’ Epoca delle “Nuove Tecnologie”

IL RAPPORTO TRA L’INFORMAZIONE E I MULTIMEDIA:
VECCHIE REGOLE ED ETICA SEMPITERNA

Le lagnanze di chi rievoca a ogni piè sospinto i tempi passati e vede nel nuovo che avanza un chiaro segno d’involuzione, a dispetto della forza della tradizione ed ergo della consuetudine, lasciano, il più delle volte, il tempo che trovano. In tutti i sensi. Tuttavia, in qualche circostanza, persino il tanto vituperato rimpianto, quantunque sintomo di un’incapacità ad adattarsi ai cambiamenti, fa la spia a certe contraddizioni perlomeno curiose. In primo luogo appare chiaro che alla corsa all’adeguatezza al presente partecipino anche persone ideologicamente contrarie agli effetti della modernizzazione ma decise a non perdere il treno. Così da restare agganciate al ventaglio di possibilità e convenienze ad appannaggio di una divulgazione di messaggi di presa immediata. Senza alcun intoppo, quindi, tra emittenti e destinatari. Basti pensare, in tal senso, a Giampiero Mughini. Personaggio televisivo e polemista, balzato agli onori della cronaca come ospite fisso della trasmissione Controcampo, nei panni assai discussi di juventino di provata fede, però al contempo uomo d’indubbia cultura affezionato alla stesura giornalistica caduta in disuso.

Continua a leggere