Skip to main content

A colloquio con il Professor Marco Maria Gazzano sull’insegnamento del Cinema in Italia e nel Mondo

LA DISCIPLINA DELLA  “7^ ARTE”, IN UNA INTERVISTA CON MARCO MARIA GAZZANO …… UN DOCENTE SEMPRE SUL “PEZZO”

una conversazione con Massimiliano Serriello

Stare sul pezzo non è solo indice di perseveranza ed ergo di carattere ma anche di passione. In conformità con l’ingresso della Settima Arte nelle Università italiane. La sottovalutazione della tecnica e dell’agire economico, considerati elementi blasfemi da chi cerca la purezza assoluta, è una bestia nera da cui lui sta bene alla larga. Gli interessa, piuttosto, apporre dei giusti ‘distinguo’… Un conto è il predominio storicista, che porta inoltre a tenere meno in considerazione la critica schiava dell’impressionismo soggettivo. Un altro è ripercorrere certe tappe fondamentali, dai primordi sino a oggi, per dare a Cesare quel che è di Cesare. Compiere questa sorta di amarcord per un critico cinematografico come il sottoscritto in compagnia di Marco Maria Gazzano, docente all’Università Roma Tre, è un piacere.

Continua a leggere

Una Stonehenge in Russia: è ora di riscrivere la Storia

SU INPUT E SEGNALAZIONE di “ERETICAMENTE”,
è stata ripresa una ricerca a firma di Fabio Calabrese 

Non mancano nell’area scandinava costruzioni megalitiche come il dolmen di Lyo, conosciuto come “la pietra del corvo”, o i tumuli di Raevehoj nel Sjelland meridionale. Sono comuni poi gli allineamenti di menhir disposti in modo da ricordare la prua di un’imbarcazione, una tipologia che si ritrova dal neolitico all’età vichinga, segno evidente del fatto che le genti scandinave hanno dovuto da tempo immemorabile cercare sul mare la loro sopravvivenza. 

***** ***** *****

Il più notevole di tutti è però probabilmente il grande tumulo di Kivik (di 75 metri di diametro) nella Svezia meridionale, una costruzione che ricorda da vicino le tombe micenee e che contiene al suo interno un grande sarcofago formato da lastre graffite con incisioni che somigliano a elaborati ideogrammi. Un fenomeno riportato alla luce solo negli ultimi decenni e praticamente sconosciuto al grosso pubblico, è il megalitismo nell’Europa orientale, in Russia e nei territori dell’ex Unione Sovietica.

Comincio citando a tale proposito la scoperta meno recente, che per la verità si situa geograficamente fuori dall’area europea, in quella che, almeno stando agli atlanti, è decisamente Asia, e tuttavia sembra collegarsi piuttosto al megalitismo russo e dell’Europa orientale che ad altro. Mi riferisco a un post apparso su “Antikytera” nel maggio 2003, che parla della scoperta di una “Stonehenge tagika”, una sorta di osservatorio astronomico d’alta quota rinvenuto a 4.000 metri tra le montagne del Tagikistan:

“Nella regione del Pamir, nell’area orientale del Tagikistan, un gruppo di archeologi ha incontrato a 3850 metri d’altezza un sorprendente complesso monumentale, risalente al 1000 a. C. Potrebbe trattarsi di un santuario solare o di un osservatorio astronomico, eretto in un luogo dalla bellezza naturale stupefacente, la valle del fiume Shorol, dove, fra chilometri di catene montuose, svettano alcune delle cime più alte della Terra.

Si tratta di giganteschi blocchi di pietra che si uniscono a rappresentare rettangoli, frecce e figure falliche dal significato ancora misterioso, ma che rivoluzionano tutte le nostre conoscenze sull’Asia centrale preistorica, introducendo nuovi interrogativi sulle nozioni di astronomia in possesso dei popoli che la abitavano. 
Durante alcuni scavi precedenti erano già state rinvenute alcune sepolture, che testimoniano la presenza, in quest’area di montagne impervie, di alcune tribù nomadi d’origine iraniana, vissute qui fra l’VIII e il IX secolo a. C. E questa decina, o poco più, di imponenti massi rappresentano figure probabilmente sacre a quei popoli.

Secondo gli esperti dell’Istituto di Storia e Archeologia dell’Accademia Nazionale di Scienze del Tagikistan, a cui spetta il merito della scoperta, la stupefacente costruzione potrebbe essere opera di una speciale casta di sacerdoti, salita a quell’altitudine per creare un proprio spazio magico, con lo scopo d’osservare e venerare la principale divinità, il Sole. Alcuni astronomi, però, azzardano un’altra interpretazione: secondo i loro calcoli uno degli assi di pietra tracciati può determinare il sorgere del sole durante i solstizi d’estate e d’inverno, mentre un altro asse varrebbe per gli equinozi di primavera ed autunno”.

Ma tutto ciò è ancora poco, perché qualche mese più tardi, nel gennaio 2004 è arrivata la notizia del ritrovamento di una vera e propria Stonehenge russa a Ryazan nella Russia centrale. Il post, ripreso da “La porta del tempo” è il seguente: 
“La Russia ha ora la sua stonehenge. Nell’estate, una struttura megalitica di 4.000 anni or sono è stata scoperta al sito di Spasskaya Luka, nella regione di Ryazan della Russia centrale. Questa struttura, che, gli archeologi ritengono fu eretta come santuario, si trova su una collina che sovrasta la confluenza dei fiumi Oka e Pron. L´area circostante è sempre stata vista come un´ “enciclopedia archeologica”, un caleidoscopio di culture che spaziano dal Paleolitico Superiore al Medio Evo. 
“Se esaminiamo questo sito archeologico, per come rappresentato su una mappa, vedremmo un circolo di 7 metri di diametro, segnato da piloni, spessi mezzo metro ed alla stessa distanza l´uno dall’altro” ha illustrato il capo della spedizione Ilya Akhmedov, che lavora per il Dipartimento Storico per la Storia ed i Monumenti Archeologici del Museo di Mosca. “Vi è un grande spazio rettangolare ed un pilone nel centro del circolo. I piloni di legno non sono sopravvissuti, naturalmente, ma i grandi fori dove una volta stavano infissi possono essere visti chiaramente. Lungo i bordi del sito vi sono due fori ulteriori. Originariamente potrebbero anche essere stati quattro, ma la riva del fiume è stata parzialmente distrutta da una frana, e parte del sito è stato sicuramente danneggiata”.

Un altro foro con un pilone è stato dissotterrato sette metri ad est del sito. E qui ve n´è anche uno a sud, che fu scoperto tre anni or sono. “Con tutta probabilità, vi è un secondo raggio di piloni che circondava il tempio, ad una dozzina di metri di distanza” ha dichiarato Akhmedov.
Le due coppie di piloni formano un passaggio, che, se osservata dal centro, offre in estate una spettacolare visione del tramonto. Un altro pilone, dietro il recinto circolare, punta al sole nascente. La struttura del monumento ha portato gli studiosi ad avanzare ipotesi circa il suo scopo astronomico. Gli oggetti trovati al sito devono essere stati elaborati con un rituale religioso in mente.

La dimensione dei fori varia da 44X46 a 75X56 cm. In uno dei fori centrali è stato trovato un piccolo contenitore di ceramica. E´ finemente decorato con zigzag, che ricordano i raggi del sole, e con linee arricciate, che simbolizzano l´acqua. Gli archeologi specializzati nell’Età del Bronzo, hanno riconosciuto i manufatti come databili al “loro periodo”. Visivamente, ricordano oggetti prodotti dalle tribù eurasiatiche meridionali.

Frammenti di ossa lunghe e denti sono stati trovati da uno dei fori all’esterno del santuario. Si ritengono essere i resti di un sacrificio. Ma non si può nemmeno escludere il fatto che questi ampi fori fossero utilizzati come seppellimenti. Uno strato di decadimento organico è stato scoperto sul fondo del foro centrale; gli archeologi hanno giustificato la decomposizione delle ossa con alcune proprietà particolari del suolo locale. I resti trovati potrebbero bene essere appartenuti ad un capo-tribù santificato in modo postumo. 
Antichi santuari sono spesso situati presso siti sepolcrali. Ciò è attribuibile alla concezione pagana della morte come punto di transizione all’oltretomba. Nell’antico folklore, non solo la vita della natura era considerata un ciclo, ma similmente accadeva della vita umana. I culti lunari e solari erano collegati al culto della fertilità ed indicavano il legame mitologico tra vita e morte”.

Come se tutto ciò non fosse ancora abbastanza, nel 2010 è arrivata la notizia della scoperta di una terza Stonehenge russa o, se vogliamo, di una seconda Stonehenge caucasica; ecco cosa riferisce il post del 15 ottobre: 
“Un archeologo russo sostiene di aver trovato i resti ben conservati di una “Stonehenge caucasica” costruita da una sconosciuta civiltà dell’età del bronzo nella Russia meridionale.

Andrey Belinskiy ha detto che insolite formazioni circolari di pietra sono state trovate in uno dei circa 200 insediamenti che risalgono al 1600 a.C. e si trovano sulle montagne del Caucaso del Nord. Gli insediamenti sono stati scoperti negli ultimi cinque anni da una spedizione russo-tedesca diretta dallo stesso Belinskiy. 
Egli ha fatto riferimento alla struttura come una “stonehenge caucasica”, facendo un paragone con il celebre monumento nel sud-ovest dell’Inghilterra. 
“Ogni struttura di forma insolita potrebbe essere collegata a un calendario”, ha detto Belinskiy all’Associated Press, aggiungendo che le strutture non somigliavano ai fienili e alle case che la sua spedizione aveva trovato in altri insediamenti.

Egli ha detto che gli ornamenti di ceramica rinvenuti nella zona avevano suggerito che i loro creatori avessero familiarità con l’astronomia e calendari. Quella civiltà non ha lasciato documenti scritti e le sue origini etniche non sono note, ha detto. 
Valentina Kozenkova, professoressa di storia del Caucaso presso l’Accademia Russa delle Scienze, ha detto che il ritrovamento è “unico e senza pari”. Gli storici russi hanno trovato diverse strutture dell’Età del Bronzo in Russia e in Asia centrale, che erano utilizzate come calendari ed erano circondate da un paesaggio rituale. 
Il Caucaso del Nord è una delle regioni etnicamente più differenziate del mondo, situato tra il Mar Caspio e il Mar Nero. La regione ha avuto contatti millenari con le civiltà della Mesopotamia, dell’Asia centrale e dell’Iran. 
Belinskiy ha detto che gli abitanti degli insediamenti che sono stati scoperti allevavano bestiame erbivoro ed occupavano aree di montagna ideali per il loro bestiame. “Era la loro nicchia climatica. Essi avevano accuratamente progettato case e recinti ovali per il bestiame, su un altopiano tra il fiume Kuban e l’odierna città di Kislovodsk. Sono stati costruiti secondo uno standard e un sistema di misura precisi, tenendo bene in considerazione il paesaggio e il clima. I montanari più tardi si fusero con la cosiddetta cultura del Kuban, nota per i suoi squisiti manufatti in bronzo e per l’agricoltura estensiva”.

E’ saltata fuori pure una Stonehenge balcanica. Nel 2001 a Kokino in Macedonia erano stati individuati i resti di un antico osservatorio astronomico. Nel maggio 2009, si è scoperto che le rovine risalgono almeno all’Età del Ferro (VII secolo Avanti Cristo). Il 29 maggio Antikitera riporta un post da “La porta del tempo” sull’argomento, di cui è impossibile riportare uno stralcio, costellato com’è di errori di traduzione. Vediamo comunque di riassumere l’essenziale. Su questa scoperta il ministro dei beni culturali macedone, signora  Elizabeta Kancheska-Milevska ha riferito al Parlamento Europeo, sul monumento per cui è stata presentata la richiesta dell’inclusione del sito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.  Il sito, che si trova nella Macedonia nord-orientale a 30 chilometri dalla città di Kumanovo, ha restituito reperti dell’Età del Bronzo, Antico e Medio, fra cui recipienti di ceramica e ruote di mulino. Nei pressi del sito vi sarebbero pietre per monitorare i movimenti del sole.

Naturalmente di tutto ciò, nella stragrande maggioranza dei libri di testo che continuano a raccontarci la favola della Mezzaluna Fertile, non si trova assolutamente nulla, sebbene alcune di queste scoperte non si possano certamente definire troppo recenti; la scoperta del sito macedone di Kokino, ad esempio, come abbiamo visto, risale al 2001, e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata un bel po’. 
Noi tuttavia possiamo renderci conto del fatto che questa Europa preistorica e antica era molto più civile di quel che ci hanno finora raccontato, e in ciò – diciamolo pure – non è che i nostri antenati italici siano rimasti indietro, ma questo è un aspetto della questione che mi riprometto di sviscerare con la dovuta ampiezza l’anno prossimo.

Fabio Calabrese

 

 

 

 
 
 

 

 
Print Friendly, PDF & Email

 

 

Centro Studi Machiavelli: Sea Watch, conformismo, giovani sovranisti

I temi di questa settimana di cui si è trattato al Centro Studi Machiavelli: Sea Watch – Conformismo – Giovani

CAPEZZONE: Salvini impugni il vessillo della libertà

Matteo Salvini non ha davvero bisogno di consigli: il suo successo è così esteso per dimensione e così profondo per radicamento, da rendere patetica la pretesa di chiunque di dare “spiegazioni”. Dunque, nessun consiglio, ma – questo sì – un doppio auspicio

Continua a leggere

“Aeropoemi fascisti” di Filippo Tommaso Marinetti

 

Filippo Tommaso Marinetti – Aeropoemi fascisti 1919 – 1944

Questo libro è una imprescindibile testimonianza dello stile futurista – e del fondatore del movimento in particolare -, anche nel suo mutare, nell’arco di venticinque anni, ma è pure una “traccia” utile, nello stesso arco temporale, per seguire momenti essenziali della storia d’Italia, dalla riunione di piazza San Sepolcro alla RSI.

Continua a leggere

Trump contro gli immigrati clandestini scontenti

Alcuni parlamentari democratici e un gruppo di avvocati hanno denunciato le pessime condizioni dei centri di detenzione per immigrati senza documenti al confine degli Stati Uniti con il Messico. Questa denuncia, in pochissimo tempo, si è trasformata in un’allerta degli stessi ispettori del governo Usa.

Secondo il rapporto dell’Ispettorato generale del Dipartimento per la sicurezza interna (DHS), preparato la settimana del 10 giugno nei luoghi di detenzione per immigrati dell’area del Rio Grande, nel Texas meridionale e orientale, la pattuglia di confine aveva detenuti 8.000 persone, 3.400 di cui erano in arresto da più di 72 ore, presunto limite legale per il trattamento delle domande di asilo. La foto che accompagna il rapporto ufficiale mostra una cella piena di gente. Questo mercoledì, Donald Trump ha risposto all’attacco: “Se gli immigrati illegali sono insoddisfatti delle condizioni della struttura di detenzione che è stata rapidamente costruita o ricostruita, per favore non venite. Tutti i problemi sono risolti!” Questo il tweet scritto nel pomeriggio.

 
Il massiccio arrivo di famiglie in fuga dalla povertà e dalla violenza del Centro America sta andando a mettere in crisi un sistema di accoglienza che non è preparato per questo volume di persone, soprattutto tanti bambini. L’amministrazione statunitense dichiara che il confine è sull’orlo del collasso, trasformando quelle che non sono altro che stazioni di polizia in centri di detenzione improvvisati. L’ingorgo si aggiunge al forte discorso anti-immigrazione del presidente, che da quando si candidava alla Casa Bianca quattro anni fa ha fatto la guerra contro i clandestini irregolari una delle sue grandi bandiere elettorali.

“La nostra pattuglia di frontiera non è composta da operatori ospedalieri, medici o infermieri. Il problema sono le leggi sull’immigrazione dei Democratici, che potrebbero essere facilmente risolte. Ottimo lavoro della pattuglia, soprattutto. Molti di questi immigrati clandestini vivono molto meglio ora. che nel luogo da cui provengono e in condizioni più sicure “, ha aggiunto il repubblicano in un secondo messaggio. “Dite ai migranti di venire legalmente”, ha aggiunto, “e si spera attraverso un sistema basato sul merito”.

Il repubblicano Donald Trump fa pressioni sui legislatori democratici per ottenere norme più severe contro l’immigrazione irregolare, sebbene abbia lasciato in secondo piano la sua vecchia promessa elettorale di costruire un muro al confine con il Messico, cosa per cui l’accordo non raggiunge nemmeno molti membri del Congresso e senatori dai suoi. partito, necessario per finanziare il progetto. D’altra parte, la tensione sta avendo effetto con il Messico, che ha minacciato di tariffe su tutti i suoi prodotti se non avesse applicato una mano più forte con i centroamericani che attraversano il suo territorio per raggiungere il confine americano. Le deportazioni sono aumentate del 33% a giugno rispetto al mese precedente, raggiungendo 21.912, il più alto dal 2006.

Amor Patriae, nostra lex : Lectio Magistralis di Kiril Maritchkov

Gli Eredi dei ciceroniani ” Patres Patriae”,
irretiti dal buonismo globalista oltreoceanico,
bacchettati dall’Avvocato Kiril Maritchkov (*1)

Ci è giunto in Redazione questo comunicato da parte della Fondazione “Fare Futuro”, che qui riportiamo integralmente, mentre per quanto riguarda alcuni rappresentanti di questa nostra povera Patria …..  il resto è silenzio! (NdR) 

Continua a leggere