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Amor Patriae, nostra lex : Lectio Magistralis di Kiril Maritchkov

Gli Eredi dei ciceroniani ” Patres Patriae”,
irretiti dal buonismo globalista oltreoceanico,
bacchettati dall’Avvocato Kiril Maritchkov (*1)

Ci è giunto in Redazione questo comunicato da parte della Fondazione “Fare Futuro”, che qui riportiamo integralmente, mentre per quanto riguarda alcuni rappresentanti di questa nostra povera Patria …..  il resto è silenzio! (NdR) 

Una stampa strana, quella italiana. Una stampa che preferisce lodare la delinquente “capitana” con cappelli rasta e faccia da fattona anziché chi difende l’Italia, i suoi confini, la legalità ed il rispetto delle regole. Una stampa che da sempre serve solo gli interessi della sinistra, tendenziosa e lontana dalla realtà, che ormai ha dimenticato l’informazione di qualità, l’etica giornalistica, ma soprattutto la verità. Una stampa che attacca i poliziotti, i carabinieri ed i finanzieri che ogni giorno rischiano la vita, perché nel nome della democrazia – così come interpretata dai radical-chic -, le forze dell’ordine non devono fare il proprio dovere se ledono gli interessi di anarchici, centri sociali, catto-comunisti e delinquenti vari.

Non si può reagire se uno con volto coperto e spranga alla mano picchia le forze dell’ordine, se un altro cerca di lanciare un estintore in una camionetta dei carabinieri, quando si insulta e si sputa in faccia a chi, lavorando, difende legalità e ordine. Anzi, a quello con l’estintore gli si dedica persino una sala al Senato della Repubblica. Vergogna!

Chi, in un paese, non sta accanto alle sue Forze dell’ordine, non le rispetta, le offende, le denigra e cerca di privarle dei poteri che gli sono stati attribuiti, non merita di stare in Parlamento, non merita la libertà di scrivere sui giornali, non merita di dichiararsi italiano. Come non lo merita chi approva e difende l’illegalità, il delinquere senza conseguenze, nascondendosi dietro l’ipocrisia dell’insulto di essere fascisti per chiunque vuole ordine, regole e rispetto della legge.

Chi, come politico e pertanto rappresentante del popolo italiano, sale su una nave che forza un blocco portuale per attraccare fregandosene della legge e delle autorità deve essere denunciato per vilipendio alle Istituzioni.
Chi, come italiano, non comprende (o fa finta di non comprendere) la macroscopica differenza tra democrazia e anarchia, tra diritti costituzionalmente garantiti ed impunite libertà oltraggiose alla cultura e alla storia di un popolo, non può definirsi tale. 
I grandi popoli democratici dell’Occidentale, quelli che prendiamo sempre come esempio di civiltà, senso del dovere e patriottismo, per primi gli Stati Uniti, seguiti dall’Inghilterra ed i paesi dell’Nord Europa, insegnano alle nuove generazioni i valori per i quali tali nazioni sono ammirate ovunque.

Il primo è l’amore per la Patria, per quella famiglia allargata che è ogni nazione per i suoi cittadini, guardiana dei diritti, aiuto in caso di necessità, collettore della storia, della cultura e delle tradizioni. In Italia, però, dicendo così si passa per sadici fascisti e razzisti nei confronti dei poveri rifugiati africani e chi altro vuole venire nel Bel Paese per portare il suo prezioso contributo multiculturale (????) alla nazione che ha il 90% del patrimonio artistico culturale del pianeta e che durante la sua storia millenaria ha donato al mondo la maggior parte dei geni in ogni campo. 
Il secondo è il rispetto. Rispetto per la legge, per lo Stato, per la polizia, per l’ordine sociale. In questi paesi su ogni balcone, davanti ad ogni casa, persino sui cruscotti delle auto sventolano le bandiere nazionali. Ma allora sono tutti fascisti? Americani, inglesi, irlandesi ed islandesi, svedesi e norvegesi, austriaci e canadesi.

Ho solo una speranza, quella che il popolo italiano, nonostante sia quotidianamente martoriato dalla propaganda di sinistra e dal falso buonismo dei radical chic che a distanza di 70 anni continua ad evocare l’ombra di Mussolini, è un popolo sveglio, intelligente e pensante. E che anche se nelle chiacchiere tra amici sono tutti aperti alla multiculturalità, all’accoglienza incondizionata… alla fine, quando nessuno li vede, votano chi difende i veri valori, la legalità e la Patria. Perché, mentre il PD sta con i trafficanti di clandestini, con le ONG che violando le leggi, con l’Unione europea anti-italiana e con chi ha concepito il grande disegno di islamizzare l’Europa, il popolo italiano sta con chi ama questo paese. Il risultato delle urne insegna. O almeno dovrebbe.
Non si può reagire se uno con volto coperto e spranga alla mano picchia le forze dell’ordine, se un altro cerca di lanciare un estintore in una camionetta dei carabinieri, quando si insulta e si sputa in faccia a chi, lavorando, difende legalità e ordine. Anzi, a quello con l’estintore gli si dedica persino una sala al Senato della Repubblica. Vergogna!

Chi, in un paese, non sta accanto alle sue Forze dell’ordine, non le rispetta, le offende, le denigra e cerca di privarle dei poteri che gli sono stati attribuiti, non merita di stare in Parlamento, non merita la libertà di scrivere sui giornali, non merita di dichiararsi italiano. Come non lo merita chi approva e difende l’illegalità, il delinquere senza conseguenze, nascondendosi dietro l’ipocrisia dell’insulto di essere fascisti per chiunque vuole ordine, regole e rispetto della legge. 
Chi, come politico e pertanto rappresentante del popolo italiano, sale su una nave che forza un blocco portuale per attraccare fregandosene della legge e delle autorità deve essere denunciato per vilipendio alle Istituzioni. 
Chi, come italiano, non comprende (o fa finta di non comprendere) la macroscopica differenza tra democrazia e anarchia, tra diritti costituzionalmente garantiti ed impunite libertà oltraggiose alla cultura e alla storia di un popolo, non può definirsi tale.

I grandi popoli democratici dell’Occidentale, quelli che prendiamo sempre come esempio di civiltà, senso del dovere e patriottismo, per primi gli Stati Uniti, seguiti dall’Inghilterra ed i paesi dell’Nord Europa, insegnano alle nuove generazioni i valori per i quali tali nazioni sono ammirate ovunque.

Il primo è l’amore per la Patria, per quella famiglia allargata che è ogni nazione per i suoi cittadini, guardiana dei diritti, aiuto in caso di necessità, collettore della storia, della cultura e delle tradizioni. In Italia, però, dicendo così si passa per sadici fascisti e razzisti nei confronti dei poveri rifugiati africani e chi altro vuole venire nel Bel Paese per portare il suo prezioso contributo multiculturale (????) alla nazione che ha il 90% del patrimonio artistico culturale del pianeta e che durante la sua storia millenaria ha donato al mondo la maggior parte dei geni in ogni campo. 
Il secondo è il rispetto. Rispetto per la legge, per lo Stato, per la polizia, per l’ordine sociale. In questi paesi su ogni balcone, davanti ad ogni casa, persino sui cruscotti delle auto sventolano le bandiere nazionali. Ma allora sono tutti fascisti? Americani, inglesi, irlandesi ed islandesi, svedesi e norvegesi, austriaci e canadesi.

Ho solo una speranza, quella che il popolo italiano, nonostante sia quotidianamente martoriato dalla propaganda di sinistra e dal falso buonismo dei radical chic che a distanza di 70 anni continua ad evocare l’ombra di Mussolini, è un popolo sveglio, intelligente e pensante. 
E che anche se nelle chiacchiere tra amici sono tutti aperti alla multiculturalità, all’accoglienza incondizionata… alla fine, quando nessuno li vede, votano chi difende i veri valori, la legalità e la Patria. 
Perché, mentre il PD sta con i trafficanti di clandestini, con le ONG che violando le leggi, con l’Unione europea anti-italiana e con chi ha concepito il grande disegno di islamizzare l’Europa, il popolo italiano sta con chi ama questo paese. Il risultato delle urne insegna. O almeno dovrebbe.

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Kiril K. Maritchkov è un avvocato internazionalista, scrittore e studioso di geopolitica italo-bulgaro, autore del romanzo-scandalo Clandestination, del saggio ambientalista The Green State Laboratory e del volume Breve Storia delle Relazioni tra USA e Russia. È anche direttore di Politiche dell’Immigrazione e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Farefuturo vicina al  Gruppo Fratelli d’Italia.

 

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