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Filastrocca per Spelacchio

A  “Spelacchio”, con simpatia, dedico questa mia poesia.

firmato: Pasquino

In questi giorni di grande festa

la città di Roma si appresta

a celebrare il santo Natale

ai piedi di un albero “eccezionale”.

Cresceva un tempo a più non posso

nella sua valle, uno splendido abete rosso,

ignaro del suo triste destino

che lo avrebbe portato un bel mattino

nel cuore di una grande città

che mostra da millenni tutta la sua beltà.

E’ venuto giù dalla lontana val di Fiemme

per arrivare a Roma lemme lemme,

così ha voluto la giunta comunale

e l’albero, con velocità virale,

ha perso tutta la sua folta chioma

diventando in un batter d’occhio

il triste e smunto Spelacchio

che dei romani è diventato lo spauracchio.

Spelacchio

«Ciao, mi chiamo Spelacchio e sono sobrio e raffinato»

Disprezzo e rabbia per un qualcosa di così brutto, tristezza per la sciatteria nell’occuparsi e curare un bene ed infine tanta tenerezza. Questi sono stati i diversi stati d’animo (che personalmente ho avuto, ma credo abbiano tutti i romani) riguardanti il povero abete rosso proveniente dalla Val di Fiemme, meglio noto come Spelacchio.

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La frustrazione dei piccoli poteri

L’ignoranza che incorona re

Il disagio sociale, l’orribile esempio dei governi creati con furbizia e falsità, l’assenza totale di un’etica anche da parte del mondo religioso hanno profondamente inciso con i loro sporchi artigli l’individuo, ogni persona. Se già esistevano soggetti come questo che viene ora esposto, adesso sono sempre più diffusi, perfino dove è superfluo mostrare superbi un qualsiasi grado.

L’amore di prossimo è scomparso, con la genitorialità, con l’equilibrio, con la giustizia. I figli del tempo d’ora piangono per queste colpe commesse dagli anziani.

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La riforma protestante, un’aggressione al cattolicesimo

PROTESTANTESIMO e CATTOLICESIMO

una analisi di RICCARDO PEDRIZZI*

In occasione delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma protestante i molti articoli apparsi sui maggiori quotidiani italiani possono rappresentare l’occasione per fare una riflessione su Lutero e la sua riforma che vada al di la della polemica, che muova dalla verità storica del personaggio ed affronti l’aspetto dottrinario della questione. Questi articoli, tutti a firma di autorevoli esponenti della gerarchia cattolica, di fatto tendono a propagandare una storia che non è mai esistita con l’evidente obiettivo “politico” di creare, a posteriori, una memoria storica falsata.

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