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La Sconfitta della Scienza

Come l’Ignoranza vince sulla Medicina
(…almeno sui social)

di Leandro ABEILLE*

*PUBBLICHIAMO UN AMPIO ARTICOLO DI LEANDRO ABEILLE – DOCENTE  DI SOCIOLOGIA, PERVENUTOCI IN ANTEPRIMA IN REDAZIONE E CHE FARA? PARTE INTEGRANTE DI UNA SUA OPERA ATTUALMENTE IN CORSO DI ELABORAZIONE.    

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TRE PRESUPPOSTI, PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE :

E’ normale che le aziende farmaceutiche lucrino sulla vendita dei loro prodotti. Il loro scopo è di massimizzare i dividendi e solo in rari casi possiamo definirle aziende “etiche”. Se potessero inventare una nuova malattia per poi vendere la medicina che la guarisce, probabilmente qualche azienda lo farebbe. Il loro guadagno però è la nostra maggior sicurezza, poiché l’azienda farmaceutica che dovesse trovare la cura contro il Cancro o l’AIDS diventerebbe infinitamente ricca e noi saremmo molto più felici.

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A Roma con il Kiwanis per affrontare il tema dell’obesità infantile

L’obesità infantile è ormai un problema globale: il 30% dei bambini del mondo occidentale ne è colpito e sta dilagando anche nel nostro Paese. Un tema, quello della sana e corretta alimentazione che ha riunito, a Roma, esponenti del mondo accademico, medico e della società civile. L’occasione, creata dal Kiwanis club Roma Giulio Cesare e dall’Associazione L’Alba del Terzo Millennio, è stato il Simposio dal titolo “Nutrirsi meglio, nutrirsi tutti” che lo stesso Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, in una nota a sua firma ha definito come «iniziativa utile per diffondere la consapevolezza della grande rilevanza che uno stile di vita basato sull’equilibrio, a tavola come nelle abitudini quotidiane, può avere sulla qualità della nostra esistenza».

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Nutrirsi Meglio, Nutrirsi Tutti

CONVEGNO  SULL‘ ALIMENTAZIONE …. brevi note introduttive a cura di Marilù GIANNONE 

Organizzato dall’Associazione Culturale “L’ALBA del TERZO MILLENNIO”, presieduta dalla Dr.ssa SARA JANNONE, in collaborazione con il Club KIWANIS – ROMA GIULIO CESARE, presieduto dalla Dr.ssa RITA CERMINARA,  si è svolto giovedì 15 ottobre a Palazzo Ferraioli in Roma, un Simposio – ad alto livello – sull’alimentazione e sulla mala alimentazione, gioia e dolore dei nostri giorni, con la partecipazione di eminenti Relatori provenienti dall’ Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, dalle Università di Tor Vergata e de “La Sapienza”. Il Convegno è stato aperto dalla lettura di una lettera inviata dal Ministro della Salute BEATRICE LORENZIN, ove si condividevano tali iniziative tese a diffondere uno stile di vita basato sull’equilibrio, a tavola come nelle abitudini quotidiane, per l’impatto positivo sulla qualità della nostra esistenza.

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Il Quadrifoglio di Ottobre

STILE DI VITA E DI SERVIZIO della 

CAPPELLANIA e del   VOLONTARIATO PASTORALE  SANT’ ELIA PROFETA

PRESSO L’ OSPEDALE SANDRO PERTINI  in  ROMA 

S. MESSA FESTIVA: Ore 9.30 in Chiesa // S. MESSA FERIALE: Ore 8.15 in chiesa (dal lunedì al venerdì) // Ore 17.00 in chiesa (il sabato)

PREGHIERA TERAPEUTICA QUOTIDIANA:
Ore 8.15: Santa Messa // Ore 9.30: Lodi e Formazione con l’esposizione del SS. mo Sacramento // Ore17.00:Vespri e Formazione con l’esposizione del SS.mo Sacramento.
Si prega per l’accoglienza, la promozione e la difesa della vita. Per la fa-miglia; per le vocazioni religiose, sacerdotali, consacrate laiche e al vo-lontariato pastorale; per la pace, la giustizia, la libertà e la salvaguardia del Creato; per l’unità dei Cristiani e il dialogo tra le Religioni.

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Opportunità di ricerca in salute: Horizon 2020 il nuovo piano di lavoro 2016-2017

Si svolgerà a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della salute, l’infoday dedicato a “Opportunità di ricerca in salute: Horizon 2020 il nuovo piano di lavoro 2016-2017”, realizzato nell’ambito del Progetto Mattone Internazionale.

L’obiettivo degli organizzatori è di fornire una panoramica del nuovo piano di lavoro di Horizon 2020 relativamente alle tematiche della SC1 “Health, demographic change and well-being, oltre ad approfondire il rapporto tra il quadro dei finanziamenti europei ed il contesto nazionale.

Rivolto a dirigenti/funzionari e personale esperto delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, delle Province, dei Comuni e delle associazioni di categoria di tutte le Regioni italiane, l’evento, anticipa l’uscita del Work Programm ufficiale 2016-2017, prevista per metà ottobre. Sfide/opportunità per il settore con particolare attenzione ai meccanismi di finanziamento e criteri e procedure di valutazione, saranno gli argomenti sui quali interverranno docenti universitari ed esperti nel settore.. Sarà, altresì, occasione per un confronto, con esperti in materia, sulle modalità di presentazione di una proposta di successo.

Per iscriversi all’Info day cliccando su questa pagina entro e non oltre il 27 ottobre 2015.

“Nutrirsi meglio nutrursi tutti”

Il Club Kiwanis Giulio Cesare è lieto di invitarLA al Simposio “Nutrirsi meglio, nutrirsi tutti”,in programma giovedì 15 ottobre 2015 presso Palazzo Ferraioli in Roma (Piazza Colonna).

Un appuntamento importante al quale parteciperà anche il Governatore Antonio Maniscalco e una buona occasione per rimarcare l’impegno del Kiwanis Distretto Italia-San Marino nella lotta contro l’obesità infantile.

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“Quale futuro per i Farmaci Innovativi in Italia?”

QUALE FUTURO PER I FARMACI INNOVATIVI IN ITALIA?

Spending review, tagli indiscriminati e payback: che fine ha fatto il Diritto Fondamentale alla Salute previsto dall’Art. 32 Costituzione

Mercoledì, 4 novembre 2015
ore 08.30 – 14.00

Senato della Repubblica
Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva – Sala Capitolare
Piazza della Minerva n. 38, 00186 Roma (mappa)

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IL GIUSTO RITMO 2.0

“IL GIUSTO RITMO 2.0”

Martedì 13 ottobre 2015 – h. 16.30 -20,00

Sala Capitolare del Senato – Piazza della Minerva, 38 – Roma

Il Convegno, organizzato dalla Onlus “Lazio Salute e Sanità per l’Eccellenza” e dall’Associazione “Alleanza Italiana per la Lotta alla Fibrillazione Atriale”, vedrà partecipare il Presidente della Onlus Luigi GODI, il Prof. On. Raffaele CALABRO’- Direttore U.O.C. Cardiologia “V. Monaldi” di Napoli, il Prof. Leonardo CALO’- Direttore Cardiologia Policlinico Casilino di Roma, il Dr. Francesco BEVERE – Direttore Generale AGENAS,  il Dr. Renato BOTTI – Direttore Generale Ministero della Salute, il Dr. Roberto LALA – Presidente Ordine Medici di Roma, il Sen. Bruno ASTORRE, il Sen. Cesare CURSI, il Sen. Luigi D’AMBROSIO LETTIERI e il Sen. Pietro AIELLO.

Sono previsti anche interventi da parte dell’On. Beatrice LORENZIN – Ministro della Salute, // del Prof. Gabriele PALOZZI – Università Studi di Roma “Tor Vergata”, // del Dr. Vitaliano DE  SALAZAR – Direttore Generale ASL RM B, // della Dr.ssa Daniela DELLEDONNE – Presidente Assobiomedical, // del Dr. Walter PIMPINELLA – Presidente Associazione Pazienti. Coordinatore degli interventi il Dr. Stefano DE LILLO

Summer School Euro Mediterranea 2015 a Brindisi

COMUNICATO STAMPA  >   Studi Clinici, Ambiente e Tumori: Tre temi cruciali per la salute del territorio nella Summer School Euro Mediterranea 2015 in Biostatistica ed Epidemiologia. 

A MESAGNE (Brindisi) Venerdì 7 agosto, presso l’Auditorium del Convento dei Cappuccini – Monastero del III Millennio, si è svolto a cura dell’ ISBEM il IX evento della MiniMedical School_2015.

Le tre conferenze programmate hanno avuto come Relatori tre personalità di grande spessore e, precisamente: il Prof. GIULIO TARRO, il Dr. STEFANO LAGRAVINESE, il Dr. PRISCO PISCITELLI – nell’ambito della quinta edizione della SUMMER SCHOOL EURO MEDITERRANEA in Biostatistica ed Epidemiologia.

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Osteoporosi: salviamo le nostre ossa, niente più latte

Anche l’autorevole sito Save our bones (Salviamo le nostre ossa) distrugge il mito del lattecome buona fonte di calcio.

Da Harvard, Yale, Penn State e dal National Institutes of Health arrivano le conferme su ciò che sosteniamo da tempo: i latticini non solo sono inutili come portatori di calcio ma, addirittura, danneggiano le ossa!
La pubblicità ce lo mostra fresco, bianco, abbondante e puro ma, in realtà, questo alimento si traduce in caseina, pesticidi, ormoni e proteine animali acidificanti. Le correlazioni con asma, riniti, allergie, artriti e infiammazioni varie si moltiplicano e le nuove ricerche sulla nutrizione non fanno che confermarlo.

Si traduce anche in bieco sfruttamento nei confronti di alcune delle specie più bonarie e materne del pianeta, ovvero le mansuete mucche alle quali i fattori strappano i cuccioli appena nati affinché non succhino il latte che spetterebbe loro di diritto. Vengono quindi alimentati artificialmente e macellati dopo pochi giorni di vita, lontano dalla madre.MUCCHE DA LATTE 1

 

Quando diciamo “mucca da latte”, tutti immaginiamo che questi animali producano “automaticamente” latte. Senza soffermarci a pensare alla somiglianza con la nostra stessa specie, visto che invece lo producono allo stesso identico modo di ogni altro mammifero, donne umane incluse: solo quando partoriscono un figlio. Nessuna femmina di mammifero è in grado di produrre latte senza partorire! Cosa accade dunque a queste mucche? Vengono ingravidate (di solito con l’inseminazione artificiale), dopo nove mesi partoriscono e il loro figlio viene portato via a poche ore o giorni di vita. Immaginate lo strazio della madre e del figlio!

Il vitellino viene tenuto in un piccolo recinto, senza nemmeno la possibilità di correre e giocare con gli altri malcapitati cuccioli. Viene nutrito con una dieta inadeguata, povera di ferro in modo che la sua carne rimanga bianca e possa essere venduta con l’etichetta di “vitello a carne bianca”. A soli sei mesi, quindi ancora cucciolo, viene mandato al macello.

Il dolore del piccolo dura per tutta la sua breve vita; quello della madre è ancora maggiore, perché si rinnova con l’allontanamento del suo successivo figlio, in un tormento che si ripropone e si somma di anno in anno. Sì, perché, come per tutti i mammiferi, donne umane incluse, la produzione di latte dura solo per un certo periodo. Poi serve un’altra gravidanza per ricominciare, specie se si vuole estrarre dalle mammelle gonfie e doloranti, malate di mastite, una quantità abnorme di latte, 10 volte quella che l’animale produrrebbe in natura per suo figlio.

La mucca “da latte” (e ora sappiamo che questa definizione va tradotta nella realtà in “sfruttata per produrre latte”) viene fatta partorire, sistematicamente, una volta l’anno. Ogni volta deve subire il dolore del figlio che le viene strappato e che non può accudire. Tra i suoi figli, solo una femmina verrà risparmiata, quella che prenderà il suo posto quando lei non sarà più in grado di produrre abbastanza latte e verrà quindi macellata.

Questi animali vengono sfruttati in una maniera così intensa che alla fine non si reggono più in piedi e devono essere caricati sui camion con un argano. Sono le cosiddette “mucche a terra”, di cui ogni tanto si sente parlare (non troppo, per non turbare la coscienza dei consumatori). Le mucche, trattate come “macchine da latte” anziché da esseri senzienti quali sono, hanno una “durata” sempre minore: da un ciclo di 6-7 anni ora sono arrivate a 2-3 anni (contro i loro potenziali 20 anni di vita), dopodiché sono da “rottamare”, inutilizzabili.

Osservando la cosa da un punto di vista esterno, sembrerebbe quasi un racconto orrorifico. Se qualche civiltà aliena ci osservasse, probabilmente valuterebbe seriamente la nostra immediata estinzione. E come dargli torto…

Non solo questo alimento danneggia la salute in modo diretto (vedi spiegazione di seguito). Non solo crea sofferenze indicibili a quei poveri animali. Ma crea anche dei danni ambientali che dovrebbero farci riflettere seriamente sull’utilità del consumo di animali e derivati.IMPATTO AMBIENTALE

 

E’ ormai ben noto che l’allevamento di animali per l’alimentazione umana è causa di un devastante impatto sull’ambiente. Che sia per la produzione di carne o pesce, di uova o di latte, non fa differenza, perché sempre di allevamento si tratta; il fatto che gli animali, prima di essere uccisi per la loro carne, abbiano prodotto latte o uova, cambia poco, per quanto riguarda il problema dell’impatto ambientale.

Ormai la metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi, proteaginose, destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda – in continuo aumento, in quanto le popolazioni che tradizionalmente consumavano pochi alimenti animali oggi iniziano a consumarne sempre di più – si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali, che in breve tempo si desertificano, e si fa un uso smodato di prodotti chimici per cercare di ricavare raccolti sempre più abbondanti.

Un esempio numerico: l’associazione di consumatori tedesca Foodwatch ha pubblicato nel 2008 un report sull’impatto dell’agricoltura e dell’allevamento sull’effetto serra. Lo studio ha tenuto conto delle emissioni di gas serra risultanti dalla coltivazione dei mangimi per gli animali, dall’utilizzo dei pascoli per l’allevamento e dalle deiezioni prodotte dagli animali stessi (escrementi e gas intestinali). Tenendo conto di tutte le attività produttive del settore agricolo (compreso l’uso di energia, acqua, sostanze chimiche, ecc.), è stato calcolando l’impatto totale per la produzione di cibo per un anno per una persona che segua una di dieta onnivora, una latto-ovo-vegetariana e una vegana.

I risultati ci dicono che il tipo di alimentazione più ecologista è quella 100% vegetale. L’alimentazione latto-ovo-vegetariana ha un impatto 4 volte più alto, quella onnivora 8 volte più alto!

Quindi, anche considerazioni puramente ecologiste ci suggeriscono di evitare i cibi di origine animale – latte e latticini inclusi, considerato anche il fatto che l’allevamento di bovini è quello che ha il maggior impatto in assoluto, rispetto ad altre specie – e di preferire sempre, nella nostra alimentazione quotidiana, piatti preparati con ingredienti vegetali.LATTE

Il latte animale non è un cibo adatto agli umani

Dicono spesso “il latte fa bene alle ossa”. Ma chi lo dice dovrebbe informarsi meglio…

Il latte è un usuraio della peggior specie, quegli usurai che vi fanno un prestito ma poi, se non gli ridate tutto con gli interessi impossibili, vi mandano picchiatori a spaccarvi le ossa.

Il latte contiene calcio, utile alle ossa, e per questo viene consigliato, ampiamente consigliato, per l’osteoporosi. Ma contiene anche proteine animali, acide, che, per essere smaltite, consumano calcio.

Come un usuraio, il latte presta un po’ di calcio, ma, alla fine, ne consuma più di quello che dà. Le proteine del latte, sommate a quelle provenienti da carne e pesce, costringono l’organismo a sottrarre calcio all’osso per poter provvedere al loro smaltimento.

Infatti, la salute dell’osso dipende molto più da quei fattori che impediscono le perdite di calcio dall’organismo che dalla semplice quantità di calcio assunta. Quasi tutto il calcio dell’organismo è contenuto nello scheletro, che è la banca del calcio. Il calcio viene perso continuamente attraverso le urine, le feci e il sudore, e queste perdite vengono reintegrate attingendo ai depositi di calcio nell’osso, che cede quindi calcio in continuazione. Il calcio immagazzinato nell’osso viene poi reintegrato con quello alimentare.

Esiste dunque quello che viene chiamato “bilancio del calcio”: bisogna che il calcio assunto con la dieta sia maggiore di quello perso, altrimenti il bilancio è negativo, e si va incontro all’osteoporosi.

In generale, nelle popolazioni che consumano molto latte l’incidenza di osteoporosi è maggiore, mentre è rara nei paesi dove non si beve latte. É noto che tra gli esquimesi, che assumono oltre 2.000 mg di calcio al giorno, l’osteoporosi dilaga.OSSO ROTTO

Vari studi, tra i quali l’Harvard Nurses’ Health Study, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, mostrano che l’aumentato consumo di latticini è associato con un rischio di fratture più elevato.

Il latte, dunque, è sì l’alimento ideale, ma solo per il lattante, e solo il latte umano! Di seguito sono elencati alcuni problemi correlati al consumo di latte in adulti e bambini.

  • Carenza di ferro: il latte ha un bassissimo contenuto di ferro (0.2 mg/100 mg di latte), e per riuscire a raggiungere la dose di ferro raccomandata di 15 mg al giorno, un bambino dovrebbe bere 7.5 litri di latte. In aggiunta, il latte è responsabile di perdite di sangue dal tratto intestinale, che contribuiscono a ridurre i depositi di ferro dell’organismo.
  • Diabete Mellito: su 142 bambini diabetici presi in esame in uno studio, il 100% presentava nel sangue livelli elevati di un anticorpo contro una proteina del latte vaccino. Si ritiene che questi anticorpi siano gli stessi che distruggono anche le cellule pancreatiche produttrici di insulina.
  • Calcio: la verdura a foglia verde, come la cicoria, la rucola, il radicchio e la bieta, è una fonte di calcio altrettanto valida, se non addirittura migliore, del latte.
  • Contenuto di grassi: ad eccezione del latte scremato, il latte e i prodotti di sua derivazione sono ricchi di grassi saturi e colesterolo, che favoriscono l’insorgenza di arteriosclerosi.
  • Contaminanti: il latte viene frequentemente contaminato con antibiotici, ormoni della crescita, oltre che con gli erbicidi e i pesticidi veicolati dal foraggio. Inoltre i trattamenti di sterilizzazione permettono in realtà la sopravvivenza nel latte di germi, e la Direttiva Europea 92/46/CE stabilisce un limite non superiore ai 100 mila germi per mL. La stessa Direttiva ammette anche un contenuto non superiore a 400 mila per mL di “cellule somatiche”, il cui nome comune è “pus”.
  • Lattosio: molti soggetti asiatici o africani sono incapaci di digerire lo zucchero del latte, il lattosio, con conseguenti coliche addominali, gas e diarrea. Il lattosio, poi, se viene digerito, libera il galattosio, un monosaccaride che è stato messo in relazione con il tumore dell’ovaio.
  • Allergie: il latte è uno dei maggiori responsabili di allergie alimentari: durante la sua digestione, vengono rilasciati oltre 100 antigeni (sostanze che innescano le allergie). Spesso i sintomi sono subdoli e non vengono attribuiti direttamente al consumo di latte, ma molte persone affette da asma, rinite allergica, artrite reumatoide, migliorano smettendo di assumere latticini.
  • Coliche del lattante: le proteine del latte causano coliche addominali, un problema che affligge un lattante su cinque, perché se la madre assume latticini, le proteine del latte vaccino passano nel latte materno. In 1/3 dei lattanti al seno affetti da coliche, i sintomi sono scomparsi dopo che la madre ha smesso di assumere questi cibi.

Gentile concessione  di  (CONSULENTI OLISTICI)

Un “Quadrifoglio” per Luglio ed Agosto

I cappellani carmelitani dell’ospedale Sandro Pertini, Padre Carmelo e Padre Carlos, con i  volontari tutti, nell’augurarvi un’estate non troppo “CALDA”, un clima il più “RESPIRABILE” possibile e che si possa trovare tutti un'”OASI DI PACE” nel nostro e nell’altrui cuore, vi invitano a dare uno sguardo al quadrifoglio allegato. Una buona estate a tutti e un arrivederci a settembre.

per visionare il Quadrifoglio, cliccare >   Quadrifoglio PDF estate 2015

CAPPELLANIA SANT’ ELIA PROFETA – OSPEDALE SANDRO PERTINI

Via dei Monti Tiburtini 385  – 00157 ROMA # Tel. 0641433527 (Chiesa); 0641433556 (Ufficio Assistenti Religiosi)

“Anziani, una risorsa da valorizzare”: – un Convegno con il patrocinio dell’Università “Sapienza”

Si è trattato di un appuntamento molto particolare negli sfarzosi saloni di Palazzo Ferrajoli, una location d’eccellenza dove si è svolto il simposio organizzato impeccabilmente da Sara Iannone, presidente dell’Associazione “L’Alba del Terzo Millennio“. Un incontro di grande interesse sociale ed umano coadiuvato e sostenuto da dati scientifici e statistici alla mano, per capire meglio quel momento della vita che forse a molti fa paura in virtù di una società tesa sempre più al giovanilismo come sintomo di una paura che ci vede tutti più o meno vittime: il timore di non essere all’altezza.

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Eccellenze in corsia. Il prof Falaschi risponde sulle file ai CUP e propone buone soluzioni

Nel corso della seconda parte dell’intervista, il prof. Paolo Falaschi, Responsabile dell’unità operativa di Geriatria dell’Ospedale S.Andrea di Roma, analizza il problema dei CUP, spiegando il perchè delle tanto odiate “file” agli sportelli dei Centri Unici di Prenotazioni e spiegando cosa sta facendo il reparto da lui gestito, per agevolare gli anziani.
In una visione sempre positiva ma molto chiara e decisa, il prof. Falaschi è riuscito a fornire buoni consigli per chi si trova ad assolvere il ruolo di “controllore” ma poco sa e per nulla vive la realtà della corsia!

Interviste di R.Spinelli e G. Pipi

 

Eccellenze in corsia. Si parte dall’Ospedale S.Andrea con il prof. Falaschi

Anche in Italia la “buona sanità” è un dato di fatto e non un sogno irrealizzabile. La difficoltà sta nel rintracciare i casi di eccellenza e far emergere il lavoro di professionisti del settore che quotidianamente offrono un servizio qualificato pur mantenendo stipendi che sono tra i più bassi d’Europa.
Il nostro percorso inizia dal reparto di Geriatria dell’Ospedale S.Andrea (RM) in uno dei reparti che viene ancora sottovalutato. La cura dell’anziano intesa come assistenza socio-sanitaria, è un punto fermo del reparto romano dove, sotto la responsabilità del prof. Paolo Falaschi, si stanno mettendo in atto sistemi virtuosi che stanno già incidendo positivamente sul sistema socio-sanitario della Regione Lazio, molto penalizzata per via del commissariamento.

Intervista di R.Spinelli e G.Pipi

 

Malattie professionali connesse all’ utilizzo dell’ amianto

I lavoratori affetti da mesotelioma nel nostro paese sono 20 mila.Sorvegliati speciali  circa 15 mila 

Le persone colpite, hanno un’età media di 69,5 anni con 46 anni di latenza media. 

 Ascoltati dalla Commissione Parlamentare di inchiesta una delegazione tecnica della Conferenza delle Regioni,dove è stato esposto un documento sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali del Senato, sottolineando la necessità di un protocollo di assistenza sanitaria nazionale. 

.E’ stato  sottolineato,  come potete leggere in nota stampa  “il Piano Nazionale Amianto non è ancora approvato in Conferenza Stato- Regioni per il parere negativo espresso dal Ministero dell’Economia e Finanza il 13 gennaio 2015”AMIANTO

  Roma, 12 maggio ‘15 (nota stampa) Si è tenuta oggi al Senato un’audizione di fronte alla “Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” di una delegazione tecnica della Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Nel corso dell’incontro Luciano Marchiori (dirigente Regione Veneto), Antonio Maritati (dirigente Regione Veneto), Alberto Chinaglia (funzionario Regione Veneto), Giuseppe Mastrangelo (Università di Padova), Massimo D’Angelo (Regione Piemonte) hanno illustrato un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni (nella seduta del 7 maggio) dedicato proprio al tema delle malattie professionali connesse all’utilizzo dell’amianto.

Il documento integrale è stato pubblicato nella sezione “Conferenze” del sito www.regioni.it.
Link: malattie professionali connesse all’utilizzo dell’amianto: documento per audizione della commissione parlamentare d’inchiesta
Di seguito una sintesi del documento.
“Le politiche che le Regioni hanno adottato sono state indirizzate alla garanzia di due obiettivi generali:
-ricerca delle patologie da amianto e sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti;
– prevenzione e vigilanza sugli insediamenti e sui lavori di bonifica dell’amianto per la tutela degli addetti e della popolazione”.downloadAMIANTO1

Così come previsto dal “Piano Nazionale di Prevenzione 2014-18 approvato in sede di Intesa Stato-Regioni del 13 novembre 2014”, inoltre – sottolinea la Conferenza delle Regioni – “corrispondono agli obiettivi indicati nella bozza Piano Nazionale Amianto”. Ma “il Piano Nazionale Amianto non è ancora approvato in Conferenza Stato- Regioni per il parere negativo espresso dal Ministero dell’Economia e Finanza il 13 gennaio 2015”.

Per quanto riguarda la ricerca delle patologie da amianto e la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti,  ovvero la sorveglianza epidemiologica del mesotelioma, avviene “attraverso i Centri Operativi Regionali (vedi www.ispesl.it/renam) che trasmettono al Registro Nazionale gli esiti delle indagini sui casi di mesotelioma, svolte dai Servizi delle ASL” e le “informazioni raccolte, oltre ad alimentare il registro, frequentemente, consentono al medico del servizio di compilare il primo certificato medico di malattia professionale e di supportare le procedure assicurative per il riconoscimento della stessa da parte di INAIL”.

Il V rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi, in fase di pubblicazione,  riferisce di una casistica di 19.956 soggetti con età media di 69,5 anni e con 46 anni di latenza media”.
“Una seconda azione prevede – si legge ancora nel documento – il prolungamento del controllo sanitario dopo la cessazione dell’esposizione”. Le Regioni ritengono che il quadro normativo attuale renda necessario “un protocollo di assistenza sanitaria da offrire ai lavoratori ex esposti ad amianto in maniera omogenea sul territorio nazionale, superando disomogeneità e disparità nell’offerta dei servizi sanitari”.

Con riferimento invece alla prevenzione e alla vigilanza sui lavori di bonifica va detto che “nell’attuale quadro normativo, la tutela sanitaria degli esposti ad amianto è posta a carico del datore di lavoro e del medico competente dallo stesso incaricato. Gli esiti del monitoraggio sull’attività del medico competente […] riferiscono per il 2013 una popolazione di 15.922 lavoratori sorvegliati per il rischio amianto.  Rischio che per effetto della L. 257/92 risulta oggi possibile esclusivamente nell’ambito delle lavorazioni di de-coibentazione, bonifica, raccolta e smaltimento”.

“Dal 2007, le Regioni monitorano, secondo indicatori di attività condivisi, le prestazioni delle ASL nel settore della sicurezza e salute del lavoro (nel caso specifico delle fibre di amianto anche di tutela del cittadino e dell’ambiente). L’analisi dei dati evidenzia come negli ultimi anni, in media siano stati notificati alle ASL oltre 60.000 piani di bonifica dell’amianto friabile o in matrice compatta (86.386 notifiche nel 2013).  Oltre il 13 % dei cantieri adibiti ad attività di bonifica è annualmente oggetto di controllo ispettivo da parte delle ASL con riferimento prioritario alle situazioni di maggior pericolo.
La tabella seguente documenta l’attività di controllo e vigilanza svolta dalle ASL (2008-13).

2008 2009 2010 2011 2012 2013
Notifiche e piani di bonifica amianto, artt. 250, 256 pervenuti alle ASL 

51.809 65.414 69.813 87.631 85.750 86.386
Cantieri con amianto ispezionati  

11.926 11.999 12.807 13.334 11.512
I cantieri in cui viene rimosso amianto in matrice friabile sono sistematicamente oggetto di controllo e vigilanza finalizzata a controllare le condizioni di lavoro, la protezione dei lavoratori e a limitare l’aerodispersione di fibre.

Tra i compiti delle ASL vi è anche il controllo finale degli ambienti da restituire al termine della bonifica; il controllo include l’ispezione visiva e il monitoraggio ambientale delle fibre con l’emissione di un certificato di restituibilità dell’edificio bonificato.downloadamianto 3

L’azione di prevenzione e vigilanza si realizza inoltre attraverso la verifica delle segnalazioni/esposti che pervengono alle ASL, ai Comuni o Agenzie Regionali per l’Ambiente in merito a situazioni ritenute a  rischio dai cittadini”. “Presso ogni Regione – sottolinea il documento della conferenza – è attivo, inoltre, il flusso informativo […] riguardante informazioni annuali riassuntive concernenti i lavori svolti, le misure di protezione adottate, i lavoratori esposti, i livelli di esposizione dei lavoratori e i quantitativi di materiale smaltito. Il monitoraggio svolto nel 2011 ha evidenziato un quantitativo di materiale smaltito contenente amianto pari a 513.217 tonnellate con evidenza di 2259 relazioni trasmesse alle Regioni da parte delle ditte iscritte all’albo specifico”.

“Le Regioni, attraverso le ASL, garantiscono la ricerca delle patologie ad amianto avvalendosi dei Centri Operativi Regionali, coordinati dal Registro Nazionale Mesoteliomi ed offrono, in varie realtà, assistenza ai lavoratori ex esposti ad amianto secondo protocolli di sorveglianza sanitaria” che oggi sono sfociati nella proposta di protocollo unico (allegato al documento lasciato agli atti della commissione parlamentare). Secondo la Conferenza delle Regioni “l’attuazione del protocollo nazionale permetterà di offrire un livello di assistenza omogeneo su tutto il territorio nazionale basato su criteri di efficacia”.

Adelfia Fanchi

© Riproduzione riservata

 

Allegati:

“Anziani” una risorsa da valorizzare

COMUNICATO STAMPA –  A Palazzo Ferrajoli gli studi di autorevoli scienziati sulle nuove frontiere della terza età

Giovedì 7 maggio 2015, a Palazzo Ferrajoli, si è tenuto il simposio: “Anziani, una risorsa da valorizzare” organizzato da Sara Iannone, presidente dell’associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, con il patrocinio della “Sapienza” Università di Roma.

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Quadrifoglio Maggio

Programma di maggio presso l’OSPEDALE SANDRO PERTINI di Roma.

TUTTE  le  ATTIVITA’ SVOLTE dalla CAPPELLANIA VOLONTARIATO PASTORALE SANT ‘ELIA PROFETA e delle ASSOCIAZIONI di VOLONTARIATO che operano presso l’ospedale. Per visionare il dettaglio dei programmi, accedere tramite i relativi Link

Bando di concorso di arte al Pertini 2015

Quadrifoglio maggio 2015

Un nuovo servizio avviato dalla Regione Lazio in Ospedale ed iniziato venerdì 15 maggio: la presenza di 3 persone per l’accoglienza dei parenti che sostano nel “Pronto Soccorso”

Salute e Formazione: parte il master in Analisi e Gestione del Rischio Alimentare

L’Expo è ormai alle porte e l’Italia si prepara ad accogliere la sfida che sembra esser poi quella mondiale. Dai vari convegni e riunioni dei big, che si sono susseguiti in questi mesi, è emerso un pensiero condiviso: Scienza, ricerca, innovazione, tecnologia sono fondamentali per soddisfare la crescente necessità di produrre di più e di produrre meglio per garantire ai consumatori alimenti di qualità in quantità adeguate alle loro necessità.

A vari livelli ed ognuno per le proprie competenze si è già attivato per far in modo di mettere in pratica e di trasformare il pensiero condiviso in obiettivo raggiunto al termine dell’Expo. L’analisi e la gestione del rischio alimentare è sicuramente un tema che interessa tutti e che è strettamente legato non solo alla tutela del made in Italy ma, principalmente alla salute dei cittadini. In un’ottica europea, da tempo risuona l’idea, di un’unica sanità: one heath, significa proteggere la salute pubblica controllando l’interfaccia tra persone, animali e ambiente.

Molti Atenei si sono dimostrati attenti al tema promuovendo corsi di specializzazione e percorsi completi di formazioni di quelle che saranno le nuove figure sanitarie, in ambito veterinario. Ancor di più e come ultima iniziativa è stato attivato un corso per master di primo livello in Analisi e Gestione del Rischio Alimentare – Cibo e Salute, che vede collaborare l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Pavia e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il corso per master si propone di dedicare specifici approfondimenti ai temi della sicurezza alimentare, al fine di formare competenze e professionalità interdisciplinari in scienze cliniche ed epidemiologiche, biotecnologiche e veterinarie, integrate con conoscenze agrarie e giuridiche. Il percorso formativo si svolgerà attraverso lo sviluppo di un’approfondita conoscenza delle basi teoriche e sperimentali di tecniche analitiche per la qualità e la rintracciabilità degli alimenti, della proteomica e della bioinformatica, con particolare riferimento alla gestione del rischio alimentare. Il master si propone inoltre, di offrire un quadro completo in campo giuridico dell’attuale regolamentazione nazionale ed internazionale in relazione all’igiene e alla sicurezza dei processi produttivi, distributivi, di consumo.

Gestione del rischio nella filiera agro alimentare, problemi e rischi nell’alimentazione dell’uomo; alimentazione e salute e cibo e salute sono solo alcuni dei moduli di cui si compone l’articolato e completo percorso formativo che, in 640 ore di lezioni frontali e 250 di stage, si prefigge di formare figure specializzate

Il corso si svolgerà presso l’Università degli Studi di Milano a partire dall’11 maggio 2015 e fino al 10 maggio 2016.

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Per informazioni:

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roberto.mattina@unimi.it tel. 0250315083

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