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La Cultura, secondo Symbola,
fa bene alle casse dello Stato

QUANDO LA CULTURA TRAINA ECONOMIA E FINANZA 

K metro 0/Jobsnews – Roma – La Cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del “Made in Italy”.  Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, Pa e non profit, genera infatti quasi 96 miliardi di euro e attiva altri settori dell’economia, arrivando a muovere, nell’insieme, 265,4 miliardi, equivalenti al 16,9% del valore aggiunto nazionale.
È quanto emerge dal Rapporto 2019 ‘Io sono Cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi’, elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione e il sostegno della Regione Marche, ed illustrato oggi a Roma alla presenza del ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli, del segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, del presidente di Symbola, Ermete Realacci e del presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli.

Il rapporto, arrivato alla IX edizione, precisa che i 265,4 miliardi (relativi al 2018) sono “un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell’economia che beneficia di Cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza – si legge ancora nel rapporto – che si riflette in positivo anche sull’occupazione”. Le industrie culturali producono, da sole, 35,1 miliardi di euro di valore aggiunto (il 2,2% del complessivo nazionale), dando lavoro a 500 mila persone (il 2,0% degli addetti totali). Contributo importante anche dalle industrie creative, capaci di produrre 13,8 miliardi di valore aggiunto, grazie all’impiego di quasi 267mila addetti.  Le Performing arts generano, invece, 8,2 miliardi di euro di ricchezza e 145 mila posti di lavoro; a conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico si devono 2,9 miliardi di euro di valore aggiunto e 51/mila addetti. A questi quattro ambiti, che rappresentano il cuore delle attività culturali e creative, si aggiungono i rilevanti risultati delle attività creative-driven: 35,8 miliardi di euro di valore aggiunto (il 2,3% del complessivo nazionale) e più di 591mila addetti (2,3% del totale nazionale). Approfondendo l’analisi è interessante individuare le varie componenti che contribuiscono alla produzione di ricchezza in ciascun settore culturale. Le performance più rilevanti, all’interno delle industrie creative, appartengono al sottosettore del design (che produce 8,9 miliardi di euro di valore aggiunto insieme all’architettura; lo 0,6% del valore complessivo) e della comunicazione (4,9 miliardi di euro, lo 0,3%). Ad alimentare la ricchezza prodotta dalle industrie culturali, invece, vi sono il comparto dell’editoria e stampa (da cui deriva lo 0,9% del valore aggiunto nazionale, corrispondente a 13,7 miliardi di euro) e quello dei videogiochi e software (0,9%, pari a 13,6 miliardi di euro). Nel suo complesso, nel 2018, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo ha prodotto un valore aggiunto e un’occupazione superiori rispetto all’anno precedente: rispettivamente +2,9% e +1,5%.

Nel 2018 il Sistema Produttivo Culturale e Creativo italiano ha dato lavoro a 1,55 milioni di persone, ossia il 6,1% del totale degli occupati. Un dato in crescita dell’1,5% rispetto al 2017, superiore a quello del complesso dell’economia (+0,9%). Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo italiano contava, a fine 2018, 416.080 imprese, che incidevano per il 6,8 % sul totale delle attività economiche del Paese. Le imprese nei settori del Core Cultura, direttamente collegate alle attività culturali e creative, erano 289.792. Inoltre, si stima in 125.054 il numero di imprese della componente creative driven, dove confluiscono tutte le attività economiche non strettamente riconducibili alla dimensione culturale, ma caratterizzate da strette sinergie con il settore. Più del 95% delle imprese operanti nel settore Core Cultura appartiene a due soli ambiti: industrie culturali (147.153 mila imprese, pari al 50,6 % del totale) e industrie creative (129.533 imprese, pari al 44,5% del totale). Focalizzando le dinamiche 2017/2018, ad eccezione delle industrie culturali, che hanno fatto registrare una diminuzione (-0,6%, con il picco positivo di videogiochi e software cresciuti del +2,7%, e negativo di editoria e stampa, -2,0%), nel 2018 gli altri raggruppamenti sono cresciuti, sia quello più consistente delle industrie creative (+0,9%, trainato da comunicazione, +1,3% e design, +2,1%), sia quelli più piccoli ma molto dinamici delle performing arts (+2,7%) e del patrimonio storico-artistico (+4,9%).

FABRIZIO FEDERICI 

 

 

 

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Mercatone Uno: Rate-Mutui /Dipendenti temporaneamente sospese dalla Banche

LA NECESSITA’ DI UN’INIZIATIVA DEL GOVERNO
per una sospensione automatica delle rate-mutuo
in caso di perdita del lavoro per i Dipendenti di Aziende in crisi

Intesa Sanpaolo ed Unicredit hanno concordato di concedere ai propri clienti – qualora rientranti nei circa 1.800 lavoratori di “Mercatone Uno” –  la possibilità di sospendere i pagamenti rate dei mutui per un periodo fino a un anno.
Tale annuncio è stato positivamente accolto da Federconsumatori, un’ Associazione che nelle scorse settimane si è impegnata lodevolmente a favore e a fianco di queste moltissime persone – venutesi a trovare, da una sera ad una mattina dopo – senza più il loro posto di lavoro.

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Amministrative: domani al ballottaggio 136 comuni

Sono 136 i comuni italiani che domani torneranno alle urne per scegliere il proprio sindaco. Domenica 26 maggio, in cui si votava contemporaneamente per le elezioni europee e per quelle amministrative in 3654 comuni, non tutti i candidati sindaci hanno raggiunto la maggioranza dei voti richiesti per essere eletti. Nelle elezioni amministrative, il ballottaggio si rende infatti necessario se nessun candidato sindaco ottiene la maggioranza: nel caso dei comuni con più di 15 mila abitanti, serve la maggioranza assoluta dei voti validi, ovvero la metà più uno; mentre nei comuni con meno di 15 mila abitanti si vota al secondo turno solo se i due candidati hanno ottenuto lo stesso numero di voti.

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Coraggio e Responsabilità …. un appello di F.d’I. al Premier Conte

Venerdì 31 maggio, fra consultazioni, accordi, discussioni post elettorali per stabilire una rinnovata partenza verso il bene e l’equilibrio sociale ed economico d’Italia, alcuni consiglieri del Comune di Roma, appartenenti a Fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni , de Priamo e Figliomeni hanno gentilmente “accerchiato” e fermato il Premier Giuseppe Conte per sollecitare il decreto Salva-Roma, fermo da ormai lungo tempo.

Alla domanda del perché di questo atto fuori programma, che denota un notevole coraggio nel prendere di petto il Premier occupato ad altri impegni difficili, data la situazione, il Consigliere Lavinia Mennuni ha così risposto: ” Abbiamo approfittato della presenza del Premier Conte per rappresentargli l’esigenza urgente e stringente di approvare il Decreto “Salva Roma”. Non è battaglia di destra o sinistra, ma è superamento di ogni minuteria venuta fuori da vanto personale su chi vince e chi no, e volontà certa e determinata di una Nazione che sta oscurando la sua Capitale come se fosse un angiporto mediorientale invece di curarla come essa merita. La Giunta Veltroni ha lasciato un debito di 9 miliardi, ribattuti sul sindaco che seguì, inseriti nella gestione poi commissariale. Se la massa debitoria ricadesse sulle spalle dei cittadini sarebbe un disastro. Ricordo che ogni capitale europea gode di uno status e di poteri speciali: Roma non ottiene quanto le spetta per i servizi che eroga come Capitale di tutti gli Italiani. Fratelli d’Italia si è assunto l’onere di rappresentare tale esigenza, sollecitando faccia a faccia il Premier e cancellare così il silenzio vergognoso del Sindaco Raggi e di altri colori politici. Premier Conte, vi invitiamo a varare al più presto questo Decreto: ci mostri, oltre alle sue molte abilità, il suo amore per Roma” .

Non rimane altro che aggiungere che il Consigliere interpreta il desiderio nazionale, e oltre a notare il coraggio di questo gesto,  si vuole qui sottolineare la sentita responsabilità del Consigliere Mennuni nel farsi portavoce di una città, e quella del Premier insieme al suo coraggio nel sapere gestire personalità di governo così diverse. Queste due qualità, in lui unite, dovrebbero concedere a Roma ciò che è doveroso ed ormai urgentemente irrinunciabile.

Marilù Giannone

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Irene Pivetti e Giovanni Paolo Bernini: a Roma per parlare insieme di Italia e di Europa

Il 19 maggio, a Roma, si sono riuniti i due candidati per le elezioni europee 2019 di Forza Italia Giovanni Paolo Bernini (candidato sezione Centro) e Irene Pivetti (candidata sezione Nord Orientale). I due politici si sono confrontati e hanno espresso la loro linea e visione comune nel voler risollevare le sorti dell’Italia in Europa, all’insegna del made in italy, della ripresa economica, sociale e lavorativa del cittadino italiano.

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IRENE PIVETTI partecipa all’Assemblea Generale delle Cooperative – Roma

Domenica 19 Maggio 2019 presso il Novotel di Roma Est sito in Via Andrea Noale 291, 00155 (RM), Irene Pivetti, candidata indipendente alle Europee 2019 con Forza Italia e Presidente del partito politico Italia Madre, interverrà all’assemblea generale delle cooperative italiane organizzata dal Consorzio Gruppo La Meridiana.
Tra gli ospiti di rilievo presenti Marino Ianni, Presidente Agci Lazio, Eugenio de Crescenzo presidente Agci Solidarietà Lazio,Giovanni Bocci, Segretario Generale Sindacato Europeo, Massimo Ciaffardini, Presidente dell’ Ente di ricerca Innovation Research Development srl, l’Associazione Internazionale Coordinamento Donne nel mondo e numerosi altri.

Il convegno inizierà alle ore 9.30, l’intervento della Presidente Pivetti è previsto intorno alle 11.30/12.00.

 

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UE, IDENTITÀ E CRESCITA – il convegno presentato dal Centro studi Machiavelli

Giovedì 23 maggio 2019, dalle ore 17 alle 19, si terrà la conferenza Ue, identità e crescita. Come cambiare l’Europa. L’evento si terrà a Roma presso la Sala Conferenza di Palazzo Theodoli-Bianchelli, in Piazza del Parlamento 19.

Il 26 maggio si terranno le elezioni per rinnovare l’Europarlamento. Di fronte alla crisi di fiducia che ha investito l’UE e alla decisione britannica d’abbandonarla, si moltiplicano le voci che vorrebbero riformarla, in un senso o nell’altro. Il dibattito vuole far emergere possibili soluzioni a questa crisi.

Interverranno S.E. George Gabriel Bologan (Ambasciatore di Romania), S.E. Adam Zoltan Kovacs (Ambasciatore di Ungheria), On. Marco Maggioni (Presidente dell’Iniziativa Centro-Europea), On. Guglielmo Picchi (Sottosegretario agli Esteri) e Prof. Adolfo Morganti (Identità Europea), introdotti dal presidente del Centro Studi Machiavelli Daniele Scalea e moderati da Sara Giudice de “La7”.

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Francesca Marino: “I Benefici della Blockchain” … sul libro un dibattito promosso da AISL_O

I BENEFICI DELLA BLOCKCHAIN
Le applicazioni più promettenti e gli scenari futuri

lunedì 13 maggio ore 19,00
Roma, Palazzo del Gallo di Roccagiovine – gf studio
Foro Traiano 1/A, sc. sx, p. 4.

COME LA “BLOCKCHAIN”  ENTRERA’ NEL QUOTIDIANO DI CITTADINI,
IMPRESE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ? 

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Più Imprese, più Italia, nell’Europa dei Popoli
….una “svolta” per le Elezioni del 26 Maggio

UN PATTO  per  LO SVILUPPO, L’IMPRESA, IL LAVORO   

Mercoledì 17 Aprile nella Sala dell’Hotel Santa Chiara il Presidente dell’Associazione Farefuturo, Adolfo Urso, ha raccolto i rappresentanti delle Confederazioni delle Imprese Italiane, per esporre le necessità di ogni settore in vista delle elezioni europee prossime.

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L’Europa vista dall’antiestablishment: l’economista Antonio Maria Rinaldi si racconta

Un’autorità del mondo economico-giuridico, tra gli esponenti dell’euroscetticismo e del sovranismo in Italia. Una personalità divisiva, nel senso che accoglie assensi e al tempo stesso coltiva dissensi. È Antonio Maria Rinaldi, economista di antica famiglia romana, il protagonista del quinto incontro della rassegnaEgo: Le personalità si raccontano.
La Rassegna è nata da un’idea della Dott.ssa Jasna Geric – interprete e traduttrice – con il patrocinio della Ad Maiora – Editore, casa editrice di spicco nei settori economico e giuridico.
Quinto appuntamento di un ciclo che si propone, di volta in volta, di approfondire la conoscenza di personalità che svolgono un ruolo partecipativo e di rilievo nell’ ambito del nostro Paese e di cui la Consul Press ha più volte trattato in precedenti occasioni.

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Libia e Italia: è tempo di essere franchi, fare chiarezza anche sul colonialismo italiano

Durante gli anni del governo Berlusconi, in occasione delle visite del Colonnello Gheddafi a Roma, si è detto delle atrocità compiute in Libia, a partire dal settembre 1911, quando gli italiani sbarcarono per liberare i libici (osservazione geopolitica vista da italiani, del Regno d’Italia, e degli anni dei governi giolittiani). Libia, allora, infatti divisa in Tripolitania e Cirenaica, ancora sotto il giogo dei turchi ottomani.

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Europa e Banche: una proposta di “FareFuturo”

Credito alle Imprese e Famiglie, ….. NPL ed immobili all’asta   

Giovedì 11 aprile alle 9,30 alla Sala ISMA del Senato si è avuto un evento il cui argomento non poteva passare inosservato: il Sen. Adolfo Urso, Presidente della Fondazione Farefuturo, ha presentato una sua proposta a salvaguardia di imprese e famiglie dai “danni collaterali” derivanti dai fallimenti di ben quattro Banche: la Popolare di Ferrara, l’Etruria, la CariChieti e la Banca Marche, i cui deficit erano stati fatti ricadere su numerosissimi incolpevoli risparmiatori.

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Dalla coesione sociale alle infrastrutture:
l’Europa alla vigilia delle Elezioni Europee

Dal “CONVEGNO DI STUDIO”  di VISION & GLOBAL TRENDS

L’Europa tecnologica e scientifica, le politiche di coesione sociale, le infrastrutture pesanti. Sono queste le tematiche affrontate durante il convegno #CostruireEuropa – #BuildingEurope, organizzato dall’Istituto Vision & Global Trends in collaborazione con l’onorevole Francesco Boccia (PD).
Un seminario di studio per ricostruire il passato della Comunità europea e riflettere sulla costruzione di un’Europa del futuro, mettendo in luce i limiti e le difficoltà del Vecchio Continente, in piena crisi di identità, e interrogandosi su quali sfide si troverà ad affrontare il legislatore europeo dopo le urne del prossimo maggio. Un appuntamento con l’approfondimento che si è svolto il 26 marzo presso Palazzo Theodoli Bianchelli, nella Sala Iotti e che arriva proprio alla vigilia delle elezioni europee.

SCIENZA e TECNOLOGIA. La ricerca scientifica e tecnologica va considerata come una realtà e un’attività interrelata e interconnessa a livello internazionale, e non solo come lo sviluppo dei singoli paesi membri che costituiscono l’Unione europea. Così commenta Enrico Brugnoli, Dirigente del CNR, aprendo i lavori del primo panel dedicato alla ricerca tecnologia e scientifica in Europa. “Per poter fare progressi bisogna poter pensare ad una interconnessione tra nazioni anche e soprattutto in campo disciplinare”. “L’Europa ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel campo  della ricerca, che è certamente all’avanguardia sotto diversi aspetti”. Restano, tuttavia, numerosi gli aspetti di criticità anche in questo settore, dovuti principalmente alla condizione di un’Europa ancora senza una piena omogeneità e ricca invece di disuguaglianze. “Lo spazio della ricerca in Europa (European Research Area) dovrebbe avere diversi obiettivi tra cui quello di sollecitare sistemi nazionali più efficaci ed efficienti nell’allineamento dei finanziamenti nazionali a progetti importanti”, come l’ottimizzazione della cooperazione e della concorrenza transnazionale, il raggiungimento dell’uguaglianza di genere, l’apertura del mercato del lavoro e l’accesso ottimale e più sistematico alle informazioni e alla conoscenza.

Un aspetto da approfondire è certamente la disparità nel processo di finanziamento alla ricerca: dall’Europa arriva circa il 2% del Pil per il finanziamento alla ricerca scientifica e tecnologica, mentre tra gli stati membri i dati oscillano a dismisura, tra paesi che riservano al settore dal 3 al 3,5% del proprio Pil a paesi che si arrestano invece su livelli di gran lunga più bassi. L’Italia, ad esempio, fa parte di questo secondo gruppo di paesi, destinando alla ricerca circa  l’1,3% del proprio Pil. Scarso investimento pubblico alla ricerca, ma scarso investimento anche da parte del privato, sostiene Brugnoli, che in altri paesi risulta invece molto più valorizzato. “Questo aspetto è sicuramente riconducibile alla struttura dell’impresa in Italia, prevalentemente basata su un sistema di piccole e media imprese (SMI) che difficilmente riescono ad investire grosse quantità di capitale nella ricerca”.

Anche sul numero dei ricercatori e delle persone impegnate nella ricerca scientifica e tecnologica si registra grande disomogeneità e i numeri continuano ad oscillare: proprio in questo campo, l’Italia conferma una scarsa quantità di ricercatori se messa a confronto con il resto della popolazione, dovuta presumibilmente alla natura esigua degli investimenti di settore. Un aspetto da non sottovalutare, secondo Brugnoli, è quello di continuare a finanziare lo studio nel paese facendo crescere la ricerca non solo tra le eccellenze, “ma anche finanziare la ricerca della classe media perché non possiamo vivere solo di eccellenza”.

Tra le infrastrutture di ricerca a livello europeo, MetroFood rappresenta una realtà importante in quanto “prima infrastruttura di ricerca europea a coordinamento italiano nel settore del food development”, ha spiegato Giovanna Zappa di ENEA, raccontando il processo di sviluppo di questo filone di ricerca. Il progetto – che prenderà forma nei prossimi anni – prevede un investimento complessivo di 102,4 milioni di euro, per un totale di 2.500 ricercatori coinvolti. L’Italia, che ne coordina i lavori, dispone di circa un terzo del valore totale dell’investimento. Perché proprio l’agroalimentare? Perché è il principale settore economico in Europa e impiega oltre 4 milioni di persone e più del 90% delle aziende impiegate sono piccole e medie imprese di cui molte micro-imprese con meno di 10 addetti. La missione del progetto di ricerca è quella di rafforzare la competenza scientifica e promuovere lo scambio di dati e la diffusione delle informazioni, oltre che la cooperazione scientifica in questo settore su territorio europeo.

L’incontro è stato anche “una riflessione su dove siamo e dove stiamo andando in un momento storico in cui gli sforzi comuni e congiunti a livello europeo sono meno significativi rispetto al passato”, ha poi aggiunto Roberto Battiston, ex Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che ha illustrato il percorso di due infrastrutture europee in campo spaziale: Copernicus, un insieme di rilevatori avanzati che è il principale fornitore di dati di osservazione della Terra, e Galileo, il sistema globale di navigazione satellitare di proprietà dell’UE. L’Europa, con i suoi 29 satelliti attualmente in orbita e 30 previsti nei prossimi anni, ha destinato ai programmi spaziali europei – di cui fanno parte anche Galileo e Copernicus – un budget complessivo di 16 miliardi per il periodo 2021-2027.

Il seminario è stato organizzato in collaborazione con l’onorevole Francesco Boccia, per il quale il “dibattito sull’Europa e con l’Europa è sempre più condizionato anche in Italia da scelte impulsive e di pancia”. In un periodo di profonda rivoluzione dell’economia e del capitalismo in cui “per la prima volta non è detto che all’aumento del Pil corrisponda un correlato gettito fiscale, i legislatori – aggiunge – non hanno capito per tempo che il mondo stava cambiando e con esso anche i modelli con cui si fa profitto e competitività”. 

COESIONE SOCIALE. Per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027) la Commissione europea ha proposto di rendere più moderna la politica di coesione europea, la quale rappresenta di fatto la principale politica di investimenti in ambito europeo oltre che una delle sue più concrete espressioni di solidarietà. Gli investimenti saranno dunque orientati su 5 obiettivi strategici: un’Europa più verde e priva di emissioni di carbonio, grazie all’attuazione dell’accordo di Parigi e agli investimenti nella transizione energetica, nelle energie rinnovabili e nella lotta contro i cambiamenti climatici; un’Europa più intelligente, con attenzione alle nuove tecnologie, all’innovazione, alla digitalizzazione e al sostegno delle piccole e medie imprese; un’Europa più connessa, dotata di reti di trasporto e digitali strategiche; un’Europa più sociale, che riesca a raggiungere risultati concreti riguardo ai diritti sociali e sostenga l’occupazione di qualità, l’istruzione, le competenze professionali, l’inclusione sociale e la riduzione delle disuguaglianze e disparità sociali; un’Europa più vicina ai suoi cittadini, con un sostegno tangibile dello sviluppo locale e urbano.

Questi ultimi due aspetti (Europa più sociale e più vicina ai suoi cittadini) rientrano nell’ottica più ampia di una coesione sociale a livello europeo da ricercare e perseguire. Perché è così importante sollecitare le politiche di coesione sociale in Europa? In sostanza perché si tratta di un aspetto fondamentale per la riduzione delle disuguaglianze, divenuto obiettivo strategico a partire dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2007.

Non solo, il principio è fondamentale anche nell’ambito della strategia Europa 2020 il cui scopo è raggiungere una crescita di tipo inclusivo con elevati livelli di occupazione e una riduzione delle disuguaglianze. La coesione sociale si definisce propriamente – almeno a livello istituzionale – come la “capacità di una società di garantire il benessere di tutti i suoi membri, minimizzare le disparità ed evitare ogni polarizzazione; una società, quindi, coesa e con individui liberi che si sostengono a vicenda seguendo questi comuni obiettivi tramite mezzi democratici”, ha spiegato Lisa Caramanno, analista di Vision & Global Trends, aprendo i lavori del II panel.

Una lettura interessante sul quadro delle debolezze in capo al Vecchio Continente è data da Vera Negri, dell’Università di Bologna, la quale denuncia l’assenza di una vera e propria idea di Welfare State (o stato sociale) comune e unitario a livello europeo, ma che invece esiste a livello nazionale secondo modalità e caratteristiche differenti da stato a stato. Una delle maggiori sfide per la prossima legislatura europea potrebbe essere – a detta di Negri – l’introduzione di uno schema base per lo sviluppo di un sistema di Welfare comune in UE. Quali interventi potrebbero introdursi? Ne sono stati individuati almeno cinque: innanzitutto, sarebbe utile mettere in atto un piano di armonizzazione tra la vita e il lavoro; la stesura di un codice di condotta per le corporation che agiscono sul territorio dell’Unione europea, con chiusura dei paradisi fiscali e limitazione della competizione fiscale; il consolidamento di Frontex, per definire meglio i confini dell’Unione europea e sottoporli al controllo unico di un sistema europeo; infine, una brusca spinta sul fronte ambientale, per andare incontro agli obiettivi europei al 2030. “Dire basta al liberismo estremo è prerogativa imprescindibile”, ha poi concluso. “L’UE deve tornare ad essere capace di progettare il futuro”.

Per quanto riguarda le politiche di coesione sociale in Italia, “l’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) rappresenta un unicum nel panorama internazionale”, ha poi aggiunto Luigi Ferrata di ASviS. L’Italia, per rispondere adeguatamente ai temi e alle richieste dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, ha fondato nel 2016 l’Asvis per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul tema dello sviluppo sostenibile, concetto trasversale che riguarda il campo ambientale, economico e anche sociale. “Ciò che manca, ad oggi, è una strategia comunitaria e comune di sviluppo sostenibile”.

LE INFRASTRUTTURE. Da dove si deve partire per costruire il futuro del Vecchio Continente? Le infrastrutture rappresentano uno snodo chiave in quest’ottica tanto nel nostro sistema paese, quanto in Europa. Per questo, il più delle volte, al tema delle grandi infrastrutture si accompagnano gli schiamazzi della politica e le divisioni interne agli schieramenti partitici.

Se da un lato si devono considerare come un segmento strategico centrale e fondamentale per lo sviluppo e l’innovazione del continente europeo, dall’altro, sono anche strumenti essenziali per attenuare le diversità tra paesi membri e accorciarne le distanze geografiche.

“Le infrastrutture, tanto quelle destinate alle merci quanto quelle destinate alle persone – servono per aiutare questo grande patrimonio ricco di diversità che è l’Europa ad attrarre talenti e investimenti. Occorre provare a creare un approccio culturale diverso al rapporto tra infrastrutture e sviluppo e ridare valore alle infrastrutture e ai luoghi della ricerca”, dice Stefano Cianciotta, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture, in chiusura ai lavori. Si tratta di passaggi fondamentali per recuperare il ruolo del Vecchio Continente e del Mediterraneo (da cui proviene il 30% del commercio marittimo) nello scacchiere internazionale.

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7 aprile 1979: quarant’anni fa l’inchiesta su intellettuali di sinistra e gruppi armati

UN’ APPROFONDITA ANALISI DEL GEN. RAFFAELE VACCA SUGLI “ANNI DI PIOMBO”, prendendo spunto da un articolo di Antonio Ferrari apparso sul Corriere della Sera 

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Roma, 9 aprile 2019 – Sull’argomento leggiamo un interessante articolo su “Il Corriere della Sera” di Antonio Ferrari che seguì per quel giornale i grandi fatti di quell’epoca..

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Farefuturo: l’Europa e le Banche. Un meeting per imprese, famiglie e per i casi NPL

Due proposte per sanare la “grande crisi”

Come risanare la grande crisi che si è aperta sul fronte del credito che pregiudica la ripresa dell’economia”: viene rilevato  dal sen. Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, presentando il meeting su “Le banche e l’Europa. Quale prospettive per il credito alle famiglie e alle imprese”, organizzato dalle Fondazioni Farefuturo e New Direction, che si svolgerà giovedì 11, alle ore 9.30 nella Sala Isma del Senato, con la partecipazione dei principali attori del sistema bancario che si confronteranno con parlamentari e rappresentanti del sistema delle imprese e dei risparmiatori. Parteciperanno, tra gli altri, Alberto Bagnai, presidente Commissione Finanze Senato, i sen. Andrea De Bertoldi e Franco Zaffini, Letizia Giogianni, presidente della Associazione risparmiatori truffati dalle banche, Gianluca Brancadoro, presidente Comitato sorveglianza Carige, August Dell’Erba, presidente FederCasse, Beniamino Quintieri, presidente Sace.
Nel corso del meeting saranno anche presentate due proposte di legge volte a “sanare” la crisi creditizia e sociale determinata dalla grande crisi, sia sul fronte dei NPL che delle case all’asta.
La prima proposta riguarda appunto i crediti deteriorati ceduti a terzi, per i quali si prevede la possibilità per il debitore di riscattare il proprio NPL con modalità concordata e ad un valore definito nella procedura già attivata dalla banca per la cessione del NPL.
La seconda proposta consente ai titolari di prima casa posta all’asta di potersi riappropriare del bene attraverso una procedura concordata con la banca. “Si tratta – ha spiegato Urso – di una soluzione pratica, di buon senso, che risolve un dramma sociale, con il consenso del sistema bancario”. In particolare, il provvedimento intende “favorire la rinegoziazione del contratto di mutuo immobiliare per acquisto di prima casa in corso di procedura esecutiva immobiliare per il recupero di un proprio credito ipotecario di primo grado qualora oggetto dell’esecuzione sia la prima casa di abitazione del debitore”.

 
 

 

 

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