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L’Europa vista dall’antiestablishment: l’economista Antonio Maria Rinaldi si racconta

Un’autorità del mondo economico-giuridico, tra gli esponenti dell’euroscetticismo e del sovranismo in Italia. Una personalità divisiva, nel senso che accoglie assensi e al tempo stesso coltiva dissensi. È Antonio Maria Rinaldi, economista di antica famiglia romana, il protagonista del quinto incontro della rassegnaEgo: Le personalità si raccontano.
La Rassegna è nata da un’idea della Dott.ssa Jasna Geric – interprete e traduttrice – con il patrocinio della Ad Maiora – Editore, casa editrice di spicco nei settori economico e giuridico.
Quinto appuntamento di un ciclo che si propone, di volta in volta, di approfondire la conoscenza di personalità che svolgono un ruolo partecipativo e di rilievo nell’ ambito del nostro Paese e di cui la Consul Press ha più volte trattato in precedenti occasioni.

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Libia e Italia: è tempo di essere franchi, fare chiarezza anche sul colonialismo italiano

Durante gli anni del governo Berlusconi, in occasione delle visite del Colonnello Gheddafi a Roma, si è detto delle atrocità compiute in Libia, a partire dal settembre 1911, quando gli italiani sbarcarono per liberare i libici (osservazione geopolitica vista da italiani, del Regno d’Italia, e degli anni dei governi giolittiani). Libia, allora, infatti divisa in Tripolitania e Cirenaica, ancora sotto il giogo dei turchi ottomani.

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Europa e Banche: una proposta di “FareFuturo”

Credito alle Imprese e Famiglie, ….. NPL ed immobili all’asta   

Giovedì 11 aprile alle 9,30 alla Sala ISMA del Senato si è avuto un evento il cui argomento non poteva passare inosservato: il Sen. Adolfo Urso, Presidente della Fondazione Farefuturo, ha presentato una sua proposta a salvaguardia di imprese e famiglie dai “danni collaterali” derivanti dai fallimenti di ben quattro Banche: la Popolare di Ferrara, l’Etruria, la CariChieti e la Banca Marche, i cui deficit erano stati fatti ricadere su numerosissimi incolpevoli risparmiatori.

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Dalla coesione sociale alle infrastrutture:
l’Europa alla vigilia delle Elezioni Europee

Dal “CONVEGNO DI STUDIO”  di VISION & GLOBAL TRENDS

L’Europa tecnologica e scientifica, le politiche di coesione sociale, le infrastrutture pesanti. Sono queste le tematiche affrontate durante il convegno #CostruireEuropa – #BuildingEurope, organizzato dall’Istituto Vision & Global Trends in collaborazione con l’onorevole Francesco Boccia (PD).
Un seminario di studio per ricostruire il passato della Comunità europea e riflettere sulla costruzione di un’Europa del futuro, mettendo in luce i limiti e le difficoltà del Vecchio Continente, in piena crisi di identità, e interrogandosi su quali sfide si troverà ad affrontare il legislatore europeo dopo le urne del prossimo maggio. Un appuntamento con l’approfondimento che si è svolto il 26 marzo presso Palazzo Theodoli Bianchelli, nella Sala Iotti e che arriva proprio alla vigilia delle elezioni europee.

SCIENZA e TECNOLOGIA. La ricerca scientifica e tecnologica va considerata come una realtà e un’attività interrelata e interconnessa a livello internazionale, e non solo come lo sviluppo dei singoli paesi membri che costituiscono l’Unione europea. Così commenta Enrico Brugnoli, Dirigente del CNR, aprendo i lavori del primo panel dedicato alla ricerca tecnologia e scientifica in Europa. “Per poter fare progressi bisogna poter pensare ad una interconnessione tra nazioni anche e soprattutto in campo disciplinare”. “L’Europa ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel campo  della ricerca, che è certamente all’avanguardia sotto diversi aspetti”. Restano, tuttavia, numerosi gli aspetti di criticità anche in questo settore, dovuti principalmente alla condizione di un’Europa ancora senza una piena omogeneità e ricca invece di disuguaglianze. “Lo spazio della ricerca in Europa (European Research Area) dovrebbe avere diversi obiettivi tra cui quello di sollecitare sistemi nazionali più efficaci ed efficienti nell’allineamento dei finanziamenti nazionali a progetti importanti”, come l’ottimizzazione della cooperazione e della concorrenza transnazionale, il raggiungimento dell’uguaglianza di genere, l’apertura del mercato del lavoro e l’accesso ottimale e più sistematico alle informazioni e alla conoscenza.

Un aspetto da approfondire è certamente la disparità nel processo di finanziamento alla ricerca: dall’Europa arriva circa il 2% del Pil per il finanziamento alla ricerca scientifica e tecnologica, mentre tra gli stati membri i dati oscillano a dismisura, tra paesi che riservano al settore dal 3 al 3,5% del proprio Pil a paesi che si arrestano invece su livelli di gran lunga più bassi. L’Italia, ad esempio, fa parte di questo secondo gruppo di paesi, destinando alla ricerca circa  l’1,3% del proprio Pil. Scarso investimento pubblico alla ricerca, ma scarso investimento anche da parte del privato, sostiene Brugnoli, che in altri paesi risulta invece molto più valorizzato. “Questo aspetto è sicuramente riconducibile alla struttura dell’impresa in Italia, prevalentemente basata su un sistema di piccole e media imprese (SMI) che difficilmente riescono ad investire grosse quantità di capitale nella ricerca”.

Anche sul numero dei ricercatori e delle persone impegnate nella ricerca scientifica e tecnologica si registra grande disomogeneità e i numeri continuano ad oscillare: proprio in questo campo, l’Italia conferma una scarsa quantità di ricercatori se messa a confronto con il resto della popolazione, dovuta presumibilmente alla natura esigua degli investimenti di settore. Un aspetto da non sottovalutare, secondo Brugnoli, è quello di continuare a finanziare lo studio nel paese facendo crescere la ricerca non solo tra le eccellenze, “ma anche finanziare la ricerca della classe media perché non possiamo vivere solo di eccellenza”.

Tra le infrastrutture di ricerca a livello europeo, MetroFood rappresenta una realtà importante in quanto “prima infrastruttura di ricerca europea a coordinamento italiano nel settore del food development”, ha spiegato Giovanna Zappa di ENEA, raccontando il processo di sviluppo di questo filone di ricerca. Il progetto – che prenderà forma nei prossimi anni – prevede un investimento complessivo di 102,4 milioni di euro, per un totale di 2.500 ricercatori coinvolti. L’Italia, che ne coordina i lavori, dispone di circa un terzo del valore totale dell’investimento. Perché proprio l’agroalimentare? Perché è il principale settore economico in Europa e impiega oltre 4 milioni di persone e più del 90% delle aziende impiegate sono piccole e medie imprese di cui molte micro-imprese con meno di 10 addetti. La missione del progetto di ricerca è quella di rafforzare la competenza scientifica e promuovere lo scambio di dati e la diffusione delle informazioni, oltre che la cooperazione scientifica in questo settore su territorio europeo.

L’incontro è stato anche “una riflessione su dove siamo e dove stiamo andando in un momento storico in cui gli sforzi comuni e congiunti a livello europeo sono meno significativi rispetto al passato”, ha poi aggiunto Roberto Battiston, ex Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che ha illustrato il percorso di due infrastrutture europee in campo spaziale: Copernicus, un insieme di rilevatori avanzati che è il principale fornitore di dati di osservazione della Terra, e Galileo, il sistema globale di navigazione satellitare di proprietà dell’UE. L’Europa, con i suoi 29 satelliti attualmente in orbita e 30 previsti nei prossimi anni, ha destinato ai programmi spaziali europei – di cui fanno parte anche Galileo e Copernicus – un budget complessivo di 16 miliardi per il periodo 2021-2027.

Il seminario è stato organizzato in collaborazione con l’onorevole Francesco Boccia, per il quale il “dibattito sull’Europa e con l’Europa è sempre più condizionato anche in Italia da scelte impulsive e di pancia”. In un periodo di profonda rivoluzione dell’economia e del capitalismo in cui “per la prima volta non è detto che all’aumento del Pil corrisponda un correlato gettito fiscale, i legislatori – aggiunge – non hanno capito per tempo che il mondo stava cambiando e con esso anche i modelli con cui si fa profitto e competitività”. 

COESIONE SOCIALE. Per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027) la Commissione europea ha proposto di rendere più moderna la politica di coesione europea, la quale rappresenta di fatto la principale politica di investimenti in ambito europeo oltre che una delle sue più concrete espressioni di solidarietà. Gli investimenti saranno dunque orientati su 5 obiettivi strategici: un’Europa più verde e priva di emissioni di carbonio, grazie all’attuazione dell’accordo di Parigi e agli investimenti nella transizione energetica, nelle energie rinnovabili e nella lotta contro i cambiamenti climatici; un’Europa più intelligente, con attenzione alle nuove tecnologie, all’innovazione, alla digitalizzazione e al sostegno delle piccole e medie imprese; un’Europa più connessa, dotata di reti di trasporto e digitali strategiche; un’Europa più sociale, che riesca a raggiungere risultati concreti riguardo ai diritti sociali e sostenga l’occupazione di qualità, l’istruzione, le competenze professionali, l’inclusione sociale e la riduzione delle disuguaglianze e disparità sociali; un’Europa più vicina ai suoi cittadini, con un sostegno tangibile dello sviluppo locale e urbano.

Questi ultimi due aspetti (Europa più sociale e più vicina ai suoi cittadini) rientrano nell’ottica più ampia di una coesione sociale a livello europeo da ricercare e perseguire. Perché è così importante sollecitare le politiche di coesione sociale in Europa? In sostanza perché si tratta di un aspetto fondamentale per la riduzione delle disuguaglianze, divenuto obiettivo strategico a partire dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2007.

Non solo, il principio è fondamentale anche nell’ambito della strategia Europa 2020 il cui scopo è raggiungere una crescita di tipo inclusivo con elevati livelli di occupazione e una riduzione delle disuguaglianze. La coesione sociale si definisce propriamente – almeno a livello istituzionale – come la “capacità di una società di garantire il benessere di tutti i suoi membri, minimizzare le disparità ed evitare ogni polarizzazione; una società, quindi, coesa e con individui liberi che si sostengono a vicenda seguendo questi comuni obiettivi tramite mezzi democratici”, ha spiegato Lisa Caramanno, analista di Vision & Global Trends, aprendo i lavori del II panel.

Una lettura interessante sul quadro delle debolezze in capo al Vecchio Continente è data da Vera Negri, dell’Università di Bologna, la quale denuncia l’assenza di una vera e propria idea di Welfare State (o stato sociale) comune e unitario a livello europeo, ma che invece esiste a livello nazionale secondo modalità e caratteristiche differenti da stato a stato. Una delle maggiori sfide per la prossima legislatura europea potrebbe essere – a detta di Negri – l’introduzione di uno schema base per lo sviluppo di un sistema di Welfare comune in UE. Quali interventi potrebbero introdursi? Ne sono stati individuati almeno cinque: innanzitutto, sarebbe utile mettere in atto un piano di armonizzazione tra la vita e il lavoro; la stesura di un codice di condotta per le corporation che agiscono sul territorio dell’Unione europea, con chiusura dei paradisi fiscali e limitazione della competizione fiscale; il consolidamento di Frontex, per definire meglio i confini dell’Unione europea e sottoporli al controllo unico di un sistema europeo; infine, una brusca spinta sul fronte ambientale, per andare incontro agli obiettivi europei al 2030. “Dire basta al liberismo estremo è prerogativa imprescindibile”, ha poi concluso. “L’UE deve tornare ad essere capace di progettare il futuro”.

Per quanto riguarda le politiche di coesione sociale in Italia, “l’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) rappresenta un unicum nel panorama internazionale”, ha poi aggiunto Luigi Ferrata di ASviS. L’Italia, per rispondere adeguatamente ai temi e alle richieste dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, ha fondato nel 2016 l’Asvis per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul tema dello sviluppo sostenibile, concetto trasversale che riguarda il campo ambientale, economico e anche sociale. “Ciò che manca, ad oggi, è una strategia comunitaria e comune di sviluppo sostenibile”.

LE INFRASTRUTTURE. Da dove si deve partire per costruire il futuro del Vecchio Continente? Le infrastrutture rappresentano uno snodo chiave in quest’ottica tanto nel nostro sistema paese, quanto in Europa. Per questo, il più delle volte, al tema delle grandi infrastrutture si accompagnano gli schiamazzi della politica e le divisioni interne agli schieramenti partitici.

Se da un lato si devono considerare come un segmento strategico centrale e fondamentale per lo sviluppo e l’innovazione del continente europeo, dall’altro, sono anche strumenti essenziali per attenuare le diversità tra paesi membri e accorciarne le distanze geografiche.

“Le infrastrutture, tanto quelle destinate alle merci quanto quelle destinate alle persone – servono per aiutare questo grande patrimonio ricco di diversità che è l’Europa ad attrarre talenti e investimenti. Occorre provare a creare un approccio culturale diverso al rapporto tra infrastrutture e sviluppo e ridare valore alle infrastrutture e ai luoghi della ricerca”, dice Stefano Cianciotta, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture, in chiusura ai lavori. Si tratta di passaggi fondamentali per recuperare il ruolo del Vecchio Continente e del Mediterraneo (da cui proviene il 30% del commercio marittimo) nello scacchiere internazionale.

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7 aprile 1979: quarant’anni fa l’inchiesta su intellettuali di sinistra e gruppi armati

UN’ APPROFONDITA ANALISI DEL GEN. RAFFAELE VACCA SUGLI “ANNI DI PIOMBO”, prendendo spunto da un articolo di Antonio Ferrari apparso sul Corriere della Sera 

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Roma, 9 aprile 2019 – Sull’argomento leggiamo un interessante articolo su “Il Corriere della Sera” di Antonio Ferrari che seguì per quel giornale i grandi fatti di quell’epoca..

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Farefuturo: l’Europa e le Banche. Un meeting per imprese, famiglie e per i casi NPL

Due proposte per sanare la “grande crisi”

Come risanare la grande crisi che si è aperta sul fronte del credito che pregiudica la ripresa dell’economia”: viene rilevato  dal sen. Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, presentando il meeting su “Le banche e l’Europa. Quale prospettive per il credito alle famiglie e alle imprese”, organizzato dalle Fondazioni Farefuturo e New Direction, che si svolgerà giovedì 11, alle ore 9.30 nella Sala Isma del Senato, con la partecipazione dei principali attori del sistema bancario che si confronteranno con parlamentari e rappresentanti del sistema delle imprese e dei risparmiatori. Parteciperanno, tra gli altri, Alberto Bagnai, presidente Commissione Finanze Senato, i sen. Andrea De Bertoldi e Franco Zaffini, Letizia Giogianni, presidente della Associazione risparmiatori truffati dalle banche, Gianluca Brancadoro, presidente Comitato sorveglianza Carige, August Dell’Erba, presidente FederCasse, Beniamino Quintieri, presidente Sace.
Nel corso del meeting saranno anche presentate due proposte di legge volte a “sanare” la crisi creditizia e sociale determinata dalla grande crisi, sia sul fronte dei NPL che delle case all’asta.
La prima proposta riguarda appunto i crediti deteriorati ceduti a terzi, per i quali si prevede la possibilità per il debitore di riscattare il proprio NPL con modalità concordata e ad un valore definito nella procedura già attivata dalla banca per la cessione del NPL.
La seconda proposta consente ai titolari di prima casa posta all’asta di potersi riappropriare del bene attraverso una procedura concordata con la banca. “Si tratta – ha spiegato Urso – di una soluzione pratica, di buon senso, che risolve un dramma sociale, con il consenso del sistema bancario”. In particolare, il provvedimento intende “favorire la rinegoziazione del contratto di mutuo immobiliare per acquisto di prima casa in corso di procedura esecutiva immobiliare per il recupero di un proprio credito ipotecario di primo grado qualora oggetto dell’esecuzione sia la prima casa di abitazione del debitore”.

 
 

 

 

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La Lega espone il Programma per il Sud alla Camera, in un evento del Centro Studi Machiavelli

Il Sud Italia plaude alla Lega ed al Mov. 5-Stelle

Martedì 3 aprile, nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati un convegno eccezionale organizzato dall’Istituto Machiavelli ha illustrato ad un numeroso uditorio un tema ad altissimo interesse: il futuro della Lega nel Sud Italia.

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Steve Bannon e gli Algoritmi dell’ Informazione

GEO-POLITICA e ALGORITMI, 
INFORMAZIONE  e DISINFORMAZIONE

CONFERENZA: un resoconto di Filippo Ortenzi
note a margine di Giuliano Marchetti 
 

Organizzata dall’Associazione “Lettera 22”, si è svolto venerdì 21 marzo a Roma, presso la Biblioteca Angelica, la conferenza “Gli algoritmi dell’informazione” tenuta da Steve Bannon, 65 anni, ex stratega della vincente campagna presidenziale di Trump e leader di The Moviment Mission. La Mission è quella di federare e promuovere il nazional populismo a livello europeo….. e non solo. Infatti anche in altre parti del Mondo, come nel Continente sudamericano, The Moviment viene promosso dal figlio del Presidente Brasiliano, Jair Bolsonaro.

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Alle “Radici dell’Economia di Mercato” un incontro tra UNINDUSTRIA ed UCID

IMPRESE: I GIOVANI DI UNINDUSTRIA E DI UCID LAZIO insieme per  “Una Nobile Vocazione: alle Radici della Economia di Mercato” – Business Leaders Share

Si terrà a Roma giovedì 4 aprile 2019  – h.17,00 – l’incontro “Una nobile vocazione: alle radici dell’economia di mercato”, promosso dai Giovani di Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) Gruppo Lazio e dal Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria, nell’ambito del protocollo d’intesa siglato dai movimenti giovanili delle due organizzazioni.

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Rapporti UE – Cina e il futuro dell’ordine internazionale

LA CINA E’ PIU’ VICINA ….ANCHE ALLA U.E. 

L’Istituto Affari Internazionali è lieto di annunciare una conferenza su:

I rapporti Ue-Cina e il futuro dell’ordine internazionale

 

Mercoledì

17

Aprile 2019

dalle ore 15.00
alle ore 17.30

 

 

Logo NCTM

Logo Cass

 

NCTM Studio Legale – Sala Delle Conferenze

Via Delle Quattro Fontane, 161 – Roma

 

Parteciperanno tra gli altri

 

Xie Fuzhan

Presidente, Chinese Academy of Social Sciences, CASS

 

Michele Geraci

Sottosegretario allo sviluppo economico

 

Lingua di lavoro:

italiano/cinese con traduzione simultanea

Seguiranno invito con programma e modulo di registrazione.


Ad un mese dalla visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping, l’Istituto Affari Internazionali e lo studio legale NCTM, in collaborazione con il Chinese Academy of Social Sciences (CASS), organizzano un dibattito per discutere del futuro delle relazioni Europa-Cina.
Esperti italiani e ricercatori CASS, il più autorevole istituto di ricerca di Pechino, si confronteranno su multilateralismo e global governance.


SAVE THE DATE!

 

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News in “Casa” di ITALIA MADRE

ITALIA MADRE prosegue nella “Radicalizzazione sul Territorio”

Venerdì 22 marzo, a seguito di una “Riunione dei Quadri” di Italia Madre, svoltasi in data 8 marzo, presso la nuova Sede di Roma in via del Gesù, Irene Pivetti, Presidente del Partito, insieme al Coordinatore Nazionale Pier Luigi Sarzi Amadè, ha ufficializzato la nomina di Fabrizio Salvitti, quale nuovo Coordinatore di Roma e Provincia, con un comunicato diramato alla stampa, come riportato in calce. (*)

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La Cina in Italia: Via della Seta o Via della Sete (di Diritto)?

Il 23 marzo il Partito Radicale ha manifestato davanti alla sede RAI in occasione della visita del Presidente cinese Xi Jinping in Italia per siglare numerosi accordi nell’ambito del progetto della “Via della Seta” o “Belt and Road Initiative” che la Cina sta promuovendo in tutto il mondo per volere del Presidente Xi Jinping. Accordi di cui si sa poco o nulla, in perfetto stile cinese. Radio Radicale ha raccolto le dichiarazioni dei vari partecipanti ed esponenti del Partito Radicale che hanno illustrato le ragioni della manifestazione che non si è potuta svolgere nel centro di Roma proprio per non “disturbare” la visita del Presidente Xi. Roma come Pechino.

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Brexit: un fallimento clamoroso?

Un pulcino a spasso nel bosco

(di Stelio W. Venceslai)

            La Brexit sta mettendo a dura prova la tradizionale capacità britannica di gestire gli eventi anche nelle condizioni più scabrose. L’esperienza di governo della signora May si sta probabilmente concludendo con un fallimento clamoroso.

            Il Regno Unito non è mai stato un partner europeo affidabile.

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Farefuturo: Evento sull’accordo “la Via della Seta”

CINA:  Non scherzare con le armi cariche!

Mercoledì 20 marzo, nella Sala della Lupa, a Montecitorio, Farefuturo ha accolto esperti e visitatori per esporre i rischi e i vantaggi previsti nell’accordo da ratificare fra l’Italia e la Cina, la Via della Seta, proposto dal M-5S. L’interesse destato da questo tema ha raccolto numerose persone alle quali i Relatori hanno via via illustrato i molteplici lati che si evidenziano trattando l’argomento.

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Conversando con il Prof. Valerio Malvezzi su Economia ed Etica, su Banche e Finanza

LA VERVE E LA CHIAREZZA DEL PROF. MALVEZZI: UN ESPERTO DI FINANZA CHE CE LA METTE TUTTA ..

in una conversazione con Massimiliano Serriello

Ce la mette davvero tutta, Valerio Malvezzi. Sa colpire – come disse una volta un Padre assai saggio – alla mente, al cuore e allo stomaco. D’altronde è un uomo viscerale, di eclettica cultura, che, oltre al concetto applicativo di economia umanistica, ama i classici, senza però mai montare in cattedra. Lascia che vi si issino per pontificare i cialtroni, i falsi eruditi, troppo condizionati da pressioni ambientali e schieramenti ideologici per dire come stanno le cose.

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Ad HoraFelix una “conversazione forte e chiara” su Economia e Finanza

QUANDO LA CULTURA SI INTERSECA  CON TEMATICHE ECONOMICHE E FINANZIARIE 

L’incontro presso la libreria Horafelix sabato 9 marzo, organizzato dall‘Associazione Giampiero Arci – Società Civile, presieduta dalla Prof. Enrichetta Arci, per “Comprendere Economia e Finanza”  ha registrato una notevole partecipazione, come previsto per l’interesse del tema, essendo l’Economia alla base della politica, almeno quando a “fare politica” sono uomini e donne con esperienza e competenza e non “avventizi-apprendisti”. L’attenzione è stata polarizzata dagli interventi di illustri relatori e, precisamente, da Massimiliano Lapi, Enea Franza  e Stefano Bellu.

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