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Cena in Maschera”, un carnevale unico, divertente e originale da New York

Riceviamo da New York una eccellente firma storica del giornalismo americano, anzi italoamericano Dom Serafini (Domenico) nato a Giulianova in Abruzzo. Non si può che essere lieti e profondamente onorati di tracciare due, tre, brevi righe. Giulianova è una delle tante rinomate cittadine dell’Italia, dai toponimi degli antichi popoli italici, dai centri storici fondati sui Castrum latino-romani. Tra l’età dell’Umanesimo e agli inizi del ‘400 Giulianova venne rifondata come esempio di città ideale del Rinascimento. Da giovanissimo Dom Serafini, nel 1968, dopo i primi studi in Italia si trasferisce a NY per studiare televisione e inizia a lavorare nel campo dell’editoria.

nota di Raffaele Panico

Dom Serafini*

Anche se il carnevale (quest’anno virtuale) in Italia è finito il 16 febbraio, la data non poteva essere ignorata dall’Accademia Italiana della Cucina di New York. La delegazione di New York si è quindi collegata al carnevale ambrosiano, terminato il 20 febbraio, e ha fissato per quella data la “Cena in Maschera” — seconda cena in formato virtuale, cioè in collegamento tra gli ospiti via Zoom, che si sono rivelati molto divertenti (foto in copertina; Ndr).

Questa volta il menu è stato curato e preparato dallo chef lombardo Massimo Sola, residente in New Jersey e corporate chef del gruppo ZA Restaurant Management, che quest’anno aprirà due locali d’impronta italiana Kosher: uno a Manhattan su Park Avenue e uno a Miami (ne è previsto uno anche a Dubai). Il menu era composto da salmone marinato su crema di cavolfiore come stuzzichino di benvenuto, lasagna della tradizione piemontese come primo piatto, e come secondo: puntine di manzo brasate al barbera con salsa gremolata e verdure invernali saltate in padella con olio extra vergine d’oliva. Per finire, come dolce, le chiacchiere di carnevale.

“Come non far mancare le chiacchiere, il tradizionale dolce di carnevale?” dice la delegata dell’Accademia di New York, Roberta Marini De Plano. Le chiacchiere vengono chiamate con 30 nomi diversi a seconda della regione italiana e addirittura con tre nomi diversi in Abruzzo, la regione originaria di Marini: cioffe, frappe e chiacchiere.

Come funziona la “Cena in Maschera” virtuale è presto detto. Marini ha fatto arrivare ai commensali (due giorni prima) dallo chef Sola una scatola delle pietanze da cucinare per servire due persone (in effetti, per colpa della tempesta di neve, la scatola è arrivata il giorno prima).

La “Cena in Maschera” era collegata anche con il Carnevale di Viareggio, il cui evento “live” quest’anno è stato rimandato al 18 settembre 2021. Infatti durante il collegamento Zoom, dopo la presentazione di Marini, la delegazione Viareggio-Versilia dell’Accademia ha presenziato con un saluto pre-registrato (causa fuso orario per cui l’Italia è sei ore avanti).

Il Carnevale di Viareggio segue il calendario del rito tradizionale romano tipico in tutta Italia, mentre il Carnevale Ambrosiano di Milano avviene quattro giorni dopo ed è allineato con il rito ufficiale adottato dalla Chiesa latina. Milano è anche la sede dell’Accademia.

“Viareggio è il posto da dove viene mio marito e dove vado d’estate da più di 30 anni; vi ho vissuto diversi carnevali quando i bimbi erano piccoli,” spiega Marini De Plano.

Un altro saluto pre-registrato ai commensali è arrivato dalla deputata al parlamento italiano nella circoscrizione nord e centro America, Fucsia Nissoli.

Marini ha anche fatto presente che nel libro edito dall’Accademia “Fritti, Frittate e Frittelle nella cucina della tradizione regionale’ abbiamo ripreso il tema del carnevale e le chiacchiere o frappe”, ha poi aggiunto per concludere che “i fritti faranno parte della nostra cena ecumenica di ottobre.”

Dom Serafini

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