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Kellog’s Coco Pops i cereali razzisti

Dopo le polemiche in Svizzera sui cioccolatini Moretti adesso l’assurdo dibattito sul cibo razzista si è spostato in Gran Bretagna e vedono come i protagonisti i famosi cereali della Kellog’s. Per la precisione i Kellog’s Coco Pops, accusati di essere razzisti dall’ex deputato laburista Fiona Onasanya perché sono neri e la loro mascotte è Coco the Monkey, una scimmia, mentre per i Rice Krispies sono stati scelti come mascotte tre ragazzi bianchi.

Secondo il punto di vista della politica britannica, la scelta di un animale per rappresentare il cereale al cioccolato sarebbe razzista e soprattutto in contrapposizione con l’altro tipo di prodotto.

La Onasanya ha scritto una lettera nella quale ribadisce che c’è una “differenza sospetta” con i Rice Krispies e, in attesa di ricevere una risposta, ha portato la sua accusa anche su Twitter, dove ha scritto:

@KelloggsUK, as you are yet to reply to my email – Coco Pops and Rice Krispies have the same compòsition (except for the fact CP’s are brown and chocolate flavoured)… so I was wondering why Rice Krispies have three white boys representing the brand and Coco Pops have a monkey?

“KelloggsUK, poiché non avete ancora risposto alla mia e-mail – Coco Pops e Rice Krispies hanno la stessa composizione (tranne per il fatto che i Coco Pops sono marroni e al cioccolato)…Quindi mi chiedevo perché i Rice Krispies hanno tre ragazzi bianchi che rappresentano il marchio e invece i Coco Pops hanno una scimmia?”. 

Sulla pagine del Daily Mail è arrivata la risposta dalla Kellog’s, che dichiara: “È importante il fatto che stiamo tutti parlando di più del bisogno di uguaglianza razziale. Noi sosteniamo la comunità nera. Non tolleriamo la discriminazione e siamo convinti che le persone di ogni razza, genere, background, orientamento sessuale, religione, capacità e credo debbano essere trattate con la massima dignità e rispetto. Abbiamo una vasta gamma di personaggi che mostriamo sulle scatole di cereali, tra cui tigri, giraffe, coccodrilli, elfi, ecc. È il nostro modo di portare la giocosità a colazione”.

La mascotte della scimmia che appare su Coco Pops sia bianca che al cioccolato al latte è stata creata nel 1986 per evidenziare la personalità giocosa del marchio, così come la evidenziano gli altri buffi personaggi.

Mi chiedo come si possa passare dall’uccisione brutale di un uomo a discutere sul fatto che un cibo possa considerarsi razzista, solo perchè di un colore rispetto ad un altro (il cioccolato vuoi non vuoi è per forza scuro) o perchè rappresentato con un certo logo.

Tra l’altro è appena arrivata la notizia che Kristin Kroepfl, vicepresidente e direttore marketing di Quaker Foods North America è intenzionata a cambiare il nome ed il logo dell’Aunt Jemima, il famoso sciroppo per pancake perchè il volto della “zia Jemima”, anche evolvendosi negli anni continua a rappresentare uno stereotipo razziale. 

Anche Matteo Salvini è intervenuto definendo queste polemiche come “l’idiozia del politicamente corretto”, e riferendosi ai cioccolatini Moretti ritirati dei supermercati prosegue “supermercati che ritirano cioccolatini, i sigari, Gesù e la Madonna scuri. Aspettiamo che mettano fuori legge: Calimero, il Negroni, il vino nero, il caffè scuro. La canzone Siamo i vatussi è da arresto. Tutti a cantare Vorrei la pelle nera. Non è anti-razzismo, è idiozia. Tutti fratelli ma senza essere scemi”.

Sulla sua pagina Facebook ha invece pubblicato una foto dell’Amaro Montenegro, il celebre digestivo prodotto nella provincia di Bologna, cui è stata modificata l’etichetta: da “Amaro Montenegro” ad “Amaro MonteDiColore” scrivendo nel post che “tra censure a Via col Vento, ritiro dei cioccolatini Moretti e abbattimento delle statue di quel razzista di Cristoforo Colombo, non mi stupirei se questo fosse il prossimo passo. Sono tutti impazziti. Giù le mani dall’ottimo e italianissimo Amaro Montenegro”.

 

 

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