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“Per una Nuova Politica Economica”
un editoriale di Riccardo Pedrizzi,
tratto da “Intervento nella società”

L’editoriale del senatore Riccardo Pedrizzi sul n.2 del trimestrale aprile-giugno del 2020 di “Intervento nella Società”, sottolinea il fondamentale intervento pubblico in economia, tutt’altra cosa dalle vecchie statalizzazioni tipo “socialismo reale”, che è strumento efficace al principio di sussidiarietà, riconosciuto dalla Dottrina Sociale per salvaguardare “il Bene Comune”.  Il Pontefice Emerito Benedetto XVI nella Caritas in Veritate (n.21), ha scritto profeticamente che, la crisi, “ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente”.
 

Nuova Politica Economica: editoriale di Riccardo Pedrizzi “Intervento nella società”

Tutti gli ultimi indicatori economici e sociali (PIL fortemente in calo secondo le previsioni dell’Istat meno 8,3%, del Fondo Monetario di meno 9%, secondo Goldman Sachs dell’11,4% ed, infine, secondo l’Ocse addirittura al 14% a fine anno); forte contrazione del portafoglio ordini (solamente la meccanica perde 1,7% miliardi al giorno); debito pubblico al 155%; deficit al 10%; cassa integrazione per circa 8,4 milioni di lavoratori solo per i mesi di marzo ed aprile; il blocco delle vendite all’estero con meno 13,9%; aumento della povertà per 10 milioni di cittadini (più 3 milioni di nuovi poveri); crollo degli investimenti del 12,5%, dei consumi meno 8,7% e della occupazione del 9,3% ratificano per il nostro Paese un drammatico ed esteso stato di crisi, di una vera e propria sofferenza, derivante dal blocco della produzione e delle attività a causa della pandemia che ci ha investito.

Alla luce di questa situazione perciò è chiaro a tutti che per quanto spaventose ed indicative, le cifre del disastro italiano non esauriscono l’ampiezza e la profondità della crisi, che non è solo crisi economica strutturale, ma anche di interpretazione, di rappresentanza e di governo della società italiana.
Sono numeri che parlano di una situazione drammatica. Ogni tragedia, però, porta con sé nuove opportunità e, dunque, il tempo che si apre dinanzi a noi è proprio il tempo delle opportunità. Il che non vuol dire che ciò’ che verrà dopo sarà automaticamente migliore di ciò che è stato ma che potrà esserlo soltanto, però, se l’uomo si mostrerà capace di riprende il suo percorso di “cercatore di senso” prima che di “massimizzatore” di utilità. 
La riflessione non può non partire allora dall’accettazione che il tempo della gloria del neoliberismo è un tempo concluso e quest’ultimo non è più trionfante come lo è stato per un intero ciclo…

(continua a leggere l’editoriale dal sito)   

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