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Corea del Nord e il culto del Presidente Eterno

Leggende e missili tecnologicamente avanzati!

Raffaele Panico

 Alla fine della seconda guerra mondiale, Kim Il Sung, preso il potere, istituì in Corea del Nord un suo personale regime, di assoluta autarchia, con un culto della personalità così ricercato che permane nel tempo a dispetto del crollo dei regimi comunisti nel mondo.

È ripreso, ma portato alle massime conseguenze, il culto del Mausoleo di Lenin. Infatti, anche nella Corea del Nord si ha al centro ideale del potere – unico paese al mondo – il culto della mummia “tecnologicamente vivente”.

Nel luglio del 1994, 25 anni fa, muore Kim Il Sung. La Corea è prostata dal dolore per la fine del suo leader carismatico.

TORRE DELLE IDEE, MAUSOLEO KIM e ARCO DI TRIONFO  

Con lui, leader massimo, finiva anche il padre della patria che aveva modellato il paese e lo guidava incondizionatamente. A succedergli giunse il figlio Kim Jong, considerato in pratica suo rappresentante terreno finendo per istituzionalizzare il culto della mummia “vivente” che da quel giorno, da presidente, per decreto del parlamento, Kim Il Sung padre, ovvero il presidente morto, veniva eletto Presidente eterno, e effettivo capo della nazione. La faccenda inquietante è che tale titolo, non è solo una carica simbolica. Nel 1999 si tiene la decima riunione della Suprema Assemblea del popolo; e la voce registrata del Presidente eterno, la mummia, il morto imbalsamato, e non la voce del figlio vivo, apre i lavori dell’Assemblea: la tecnologia del XX secolo effimera interprete del prodigio del culto del padre-nazione. Ora, i miti, le leggende le credenze di tipo medioevale, così da noi in Europa le tratterremo, emergono in piena modernizzazione coatta del paese. Si narra, ad esempio, che durante la guerra, Kim il Sung, compiva miracoli quali la  trasformazione della sabbia in riso per alimentare il suo popolo o che sia riuscito ad attraversare un fiume lievitando sopra una foglia. Ed è lo stesso Kim Il Sung che viene evocato, retaggio dello spettro marxiano che apre e si aggira in Europa dalla pagina del “Manifesto”, con una serie suggestiva e folkloristica di titoli, nomi, appellativi anche nelle cerimonie ufficiali del regime, una trasfigurazione degli 8.000 nomi che assume Shiva nel mondo sensibile della apparenze terrene.

La Corea del nord vive non del ricordo ma del culto vivente del suo grande leader, il Presidente Eterno. Ogni aspetto della vita nazionale è permeato dalla sua figura, è il padre di tutti i coreani che già a scuola studiano gli scritti di Kim Il Sung. La Corea del Nord ha assunto persino una variante del calendario gregoriano basata sull’ideologia ufficiale nordcoreana, ovvero lo spirito di autorealizzazione o anche soggetto fondamentale, permanente, un connubio tra neo-confucianesimo e stalinismo. La variante coreana prevede che l’anno “Uno” parta dall’anno di nascita di Kim Il-Sung e cioè il 1912, considerato che, ufficialmente, non esiste una data di morte, in quanto il Presidente Eterno non è mai morto, ma solo asceso in cielo. Il suo mausoleo è stato ricavato dal vecchio palazzo presidenziale, dove è predisposta la salma mummificata del Presidente eterno. Si tratta di un palazzo gigantesco. La salma imbalsamata è nella stanza finale, dopo aver passato tra le trenta, quaranta stanze, che la precedono. Un cammino iniziatico di preparazione, per giungere alla stanza finale, enorme, della mummia. Un lungo percorso quasi a perdersi nelle coordinate dello spazio e del tempo, attraverso le innumerevoli stanze da percorrere, tutte, per passare alla purificazione al cospetto del Presidente eterno, stanze tecnologicamente attrezzate con soffi d’aria per rimuovere la polvere portata dall’esterno del mausoleo, impurità delle scarpe trattate dai tapisroulant aspiranti; soldati di guardia come al Milite ignoto, delle donne che piangono ininterrottamente e dai gemiti di dolore, perennemente, tutto il tempo, non fanno altro che piangere, la tragedia è totale! È il dolore del lutto nazionale…tecnologicamente avanzato! come  gli attuali missili.

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