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Ezra Pound e la sua visione geopolitica

Ezra Pound: “Visione Geopolitica Eccentrica

Discorsi Radiofonici all’EIAR 1941-43 ritrovati dallo storico Marco Dolcetta

una sintesi a cura di Raffaele Panico

I discorsi radiofonici di Ezra Pound tenuti per le radiotrasmissioni dell’EIAR dagli studi del  Ministero della Cultura Popolare hanno avuto “nuova voce” grazie alle ricerche di Marco Dolcetta (Milano 1951 – Roma 2017). Dolcetta negli archivi in Nord America, nel New Jersey, ha ritrovato copia registrata di materiale che in Italia era stato perduto. I discorsi di Pound erano in effetti la prova del tradimento del poeta americano. Le trasmissioni radio dell’EIAR si ascoltavano anche a Malta e gli inglese hanno passato copia delle bobine lì registrate; mentre in Italia, dei discorsi radiofonici di Ezra Pound se ne era – come detto,  persa ogni traccia. È stato pertanto possibile, tra le vicissitudini della storia del XX secolo, arrivare al breve saggio storico grazie alle ricerche e alla pubblicazione di Dolcetta per i tipi della Rai-Eri.

Alcuni passaggi dei discorsi di Ezra Pound sono significati, talvolta eccentrici, sicuramente la sua era visione di un poeta fuori dagli schemi, riportiamo questi passi: «Le guerre vengono scatenate per indebitare. La nostra guerra civile (guerra civile americana 1861-1865; Ndr) era collegata al debito. Christopher Hollis lo sa, leggete il suo libro, Two Nations, che parla dei debiti del Sud verso la città di New York. La Grecia spende il 54 per cento della sua ricchezza per pagare gli interessi sul debito. Fino a quando non saprete chi ha prestato che cosa a chi, non potrete mai capire nulla della politica, della storia, delle truffe internazionali. È da vent’anni che mi occupo di queste cose, ma non mi leggerete. Le giovani generazioni non leggeranno dopo essere state messe a ferro e fuoco e seppellite da tonnellate di bombe. Potrebbe essere la vostra ultima possibilità». Un attacco senza mezzi termini diretto al sistema dell’usura delle banche e dei cosiddetti poteri forti per dirla come usiamo oggi; Ezra Pound termina questo suo discorso radiofonico alla radio italiana (siamo nel marzo 1941, verso la fine delle sue trasmissioni) con un vena diplomatica e un certo umorismo storico: «Gli Stati Uniti dovrebbero cercare di capire gli ultimi vent’anni di storia europea prima di trovarsi coinvolti nella guerra. La democrazia è nata in America ed è lì che va salvaguardata. La pace nel mondo è garantita da un  buon governo interno».

L’autore del libro, Marco Dolcetta, ha scritto: “Pound tendeva a distinguere il potere ebraico, che lui identificava come il vero padrone del mondo, soprattutto di quello anglosassone, con le banche e i sistemi assicurativi e finanziari, con le teorie economiche liberistiche e monetarie, e riteneva l’America, più che l’Inghilterra, sana e vicina al modo di pensare reale degli italiani e dei tedeschi”. Erano i primi mesi del 1941, gli Stati Uniti erano ancora fuori dal conflitto e, sicuramente, Pound intendeva, secondo il suo punto di vista, simile a quello italiano ufficiale, tenere gli americani fuori dalla guerra. Ma l’alleato, del Patto d’Acciaio tra italiani e tedeschi, nell’Asse erano i giapponesi, che preparavano contro gli americani un attacco di cui non si aveva ancora, naturalmente, notizia a nessun livello. Fu proprio in occasione della visita in Italia del ministro degli Esteri giapponese, Yosuke Matsuoka, che Ezra Pound tenne un discorso di una certa veemenza:

«Tutto il mondo sa che sua eccellenza Yosuke Matsuoka  è arrivata a Roma ieri sera. Anch’io sono arrivato a Roma ieri sera, anche se in una diversa stazione, senza per questo volermi paragonare con il diplomatico di rango orientale. I due eventi hanno, naturalmente richiamato un’attenzione molto diversa; dopo tutto io capito qui più spesso e non arrivo da così lontano». Dopo questi preliminari sull’arrivo a Roma arriva la proposta di Pace avanzata da Pound; ed è alquanto eccentrica, sembra una pura follia oscillante tra ludica espressione dadaista e roboanti serate futuriste, un’ironia di circostanza, forse? Trattasi, dice alla radio Pound, di cedere ai giapponesi l’isola di Guam e farsi dare in cambio dai giapponesi una cosa che può essere ben utilizzata, da noi. Una visione eurocentrica? Trattativa di pace che Ezra Pound intavolava sul baratto dell’isola di Guam da cedere ai giapponesi per 300 film a colori sul teatro tradizionale giapponese “Noh” per la fruizione degli americani. Utopia, humour, cosa dire, Pound sapeva che le pellicole giapponesi sul teatro Noh erano state apprezzate in America, la sua era una visione eurocentrica, una geopolitica particolare, felice, spensierata, verso popoli extraeuropei che, a suo modo, voleva rispettarli? Fatto sta che la guerra del Patto d’Acciacio contro l’America, per ironia  della storia che divenne una immane tragedia, a causa dell’attacco del Giappone il 7 dicembre 1941 a Peal Harbor, venne in mente per primo a Mussolini non volendosi per una volta almeno farsi anticipare dal suo cattivo e malato scolaretto discepolo di un tempo Adolf Hitler. Una cosa beffarda, scenica, ironica ed eccentrica, visioni malate che purtroppo sono costata la vita a milioni e milioni di europei e americani.

Citazioni tratte da:

 Marco Dolcetta,  “Ezra Pound – Discorsi radiofonici 1941-1943”, edizioni Cento Minuti, Rai – Eri, Roma 2005, con prefazione di Duccio Trombadori, pagine 90)