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Il grande nastro trasportatore delle correnti oceaniche

La circolazione termoalina, conosciuta anche come Grande Nastro Trasportatore, è un sistema globale di correnti che trasportano energia sotto forma di acqua calda nel mondo. Sono coinvolti gli strati profondi degli oceani di tutto il pianeta e assume nomi diversi a seconda delle regioni. La Corrente del Golfo sposta acqua e aria calde dai tropici al Nord Atlantico. Essa è soltanto un ramo della più grande corrente oceanica globale che agisce come un grande nastro trasportatore. Gli spostamenti di tali enormi masse di acqua sono principalmente dovuti alle differenze di temperatura e di salinità. I raggi del Sole colpiscono la Terra con intensità differente a seconda della latitudine. L’equatore ha più luce dei poli, e le correnti oceaniche spostano l’energia sul pianeta. All’equatore la luce solare aumenta l’evaporazione dell’acqua, che in questa zona è più calda, e quindi anche la salinità del mare. La circolazione termoalina trasporta grandi volumi di acqua calda e salata dai tropici verso Nord, lungo la costa orientale degli Stati Uniti e in seguito verso l’Europa.

Questa specie di pompa di calore oceanica è un meccanismo importante perché riduce le differenze di temperatura tra l’equatore e il polo. Mitiga il clima terrestre, soprattutto nella regione nordatlantica. Con la circolazione termoalina le acque calde vengono trasportato verso Nord mediante la Corrente del Golfo. Alle latitudini più fredde l’oceano libera il calore nell’atmosfera, soprattutto in inverno, in cui questa è più fredda dell’oceano. La corrente aumenta di 5 °C la temperatura delle regioni dell’Atlantico settentrionale e ne mitiga significativamente le temperature invernali medie. Nell’Atlantico del Nord, nei mari del Labrador e della Groenlandia, la circolazione termoalina contribuisce a liberare grandi quantità di calore nell’atmosfera. Dopo che ha attraversato questi mari, i venti freddi dell’Islanda raffreddano l’acqua che scende in profondità e si dirige a Sud passando attorno all’Antartide. Quando la massa d’acqua fredda sprofonda nell’Atlantico settentrionale, le acque superficiali tropicali salate vengono di nuovo spinte verso Nord per sostituirla. Si tratta davvero di un ingente spostamento d’acqua e di energia fondamentale per conservare l’attuale situazione climatica mondiale.

Ma i dati ricavati dai carotaggi dei ghiacci e dai sedimenti indicano che questa specie di nastro trasportatore non ha sempre funzionato in modo costante. Ad esempio, quando la Terra è uscita dall’ultima Era glaciale, circa 13000 anni fa, la circolazione termoalina era compromessa. Il periodo freddo che l’ha seguita, noto come Dryas recente, è durato più di mille anni, con gli iceberg che arrivavano fino al Portogallo. Un altro brusco cambiamento della circolazione oceanica si è verificato 8200 anni fa e ha determinato una vasta siccità in America, Africa e Asia. La domanda che sorge spontanea è: quali sono gli effetti del cambiamento climatico sulla grande corrente d’acqua che scorre negli oceani, portando energia da una parte all’altra del pianeta?

Per cambiamento climatico s’intende di solito un aumento graduale della temperatura terrestre, e spesso il termine viene usato come sinonimo di riscaldamento globale. Ad ogni modo, le implicazioni del problema sono chiare: variazioni ambientali, rischi per le risorse, transizione graduale a un pianeta più caldo. Da questa descrizione non traspaiono tuttavia gli effetti potenziali più pericolosi e cioè il carattere repentino dei cambiamenti. Le prove che sono state raccolte studiando i cambiamenti climatici del passato indicano che il nostro pianeta da caldo è diventato freddo nel giro di alcuni anni, non di secoli come prevedono in genere dagli scienziati in caso di mutamenti del clima. In altre parole, il clima del nostro pianeta sembra variare lentamente, ma i dati indicano che ha la preoccupante capacità di mutare all’improvviso in tempi record. Che effetti avrebbe sulla circolazione termoalina un cambiamento improvviso del clima?

La circolazione termoalina è determinata dalle differenze di temperatura e salinità degli oceani, che fungono per così dire da pompe naturali, spostando l’acqua da una parte all’altra. Se si altera un elemento del sistema, l’intero meccanismo verrà compromesso. Nel 2002 gli scienziati hanno scoperto che negli ultimi quarant’anni c’è stata immissione di acqua dolce nell’Atlantico del Nord e che negli ultimi dieci il tasso del fenomeno è aumentato. A partire dalla metà degli anni Sessanta i mari che alimentano il Nord Atlantico sono diventati progressivamente meno salati. «Il destino della circolazione termoalina verrà deciso dalla Groenlandia», afferma il climatologo Stefan Rahmstorf sulla rivista «Nature». «Se i ghiacci si scioglieranno in fretta, sarà un male per lo spostamento delle masse d’acqua in profondità. Ma se la Groenlandia resta stabile, il rischio che la circolazione si blocchi del tutto è molto ridotto». Dunque, sicuramente tra i sospettati vi sono i ghiacciai in fase di scioglimento e i ghiacci del Mare Glaciale Artico, ma anche l’aumento delle precipitazioni che cadono sull’oceano o che vi arrivano grazie ai grandi fiumi che sboccano nell’Oceano Artico. Il riscaldamento globale potrebbe essere un fattore aggravante.

La circolazione termoalina è assolutamente fondamentale per mantenere costanti temperatura ed energia sulla terra e rendere più abitabili le latitudini settentrionali, tra cui l’Europa. Se la circolazione termoalina dovesse cessare, la corrente calda del Golfo si bloccherebbe e gli inverni nell’Atlantico del Nord, in Europa e in America settentrionale, diventerebbero più freddi con temperature medie inferiori anche di 5 °C. Si registrerebbero diminuzioni dell’umidità del suolo e venti più forti. Dato che queste aree producono una percentuale significativa del cibo mondiale, la capacità di sostentamento della popolazione umana si potrebbe ridurrebbe.

Nicola Sparvieri

Foto © Focus.it

Circolazione termoalina, Corrente del Golfo, Riscaldamento globale