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La peste nera: Ricordati che devi morire

Aspetta che moh me lo segno (Massimo Troisi)

La peste nera fu una pandemia generatasi in Asia centrale molto probabilmente a causa delle lotte tra cinesi e mongoli e si diffuse in Europa a partire dal 1346, dando origine alla cosiddetta seconda pandemia di peste. Seppure non è sicuro che la pandemia fosse solo dovuta solo a questo male, la peste si diffuse a causa del batterio Yersinia pestis che normalmente si diffonde dai ratti agli uomini attraverso le pulci. Il batterio è stato isolato nel 1894 e da allora la peste è curabile, ma se non trattata adeguatamente, e nel XIV secolo non era conosciuto alcun modo per farlo, la malattia risulta letale dal 50% alla quasi totalità dei casi a seconda della forma con cui si manifesta: bubbonica, setticemica o polmonare.

Per la peste morirono il 60% della popolazione italiana e il 33% della popolazione del resto dell’Europa, le condizioni sanitarie, tra carestie e portarono inoltre a sviluppare la versione aerea della malattia ovvero attraverso il respiro e la saliva con la sua versione polmonare, bubbonica e setticemica erano gli altri modi in cui si trasmetteva la peste nera.

Come si guariva dalla peste nera?

  1. Autoflagellazione : la gente che era colpita da carestie e disastri naturali pensava che Dio o chissà quale altra divinità fossero scontenti di loro, nacquero allora diverse confraternite che si infliggevano 33 giorni e mezzo di sofferenza (come gli anni di Gesù Cristo alla sua morte). Si autoinfliggevano una purificazione attraverso la sofferenza che li lasciava con ferite aperte che portavano ad altri mali quando non favorivano il contagio della malattia
  2. Arte macabra: lo scheletro era già usato come feticcio all’epoca degli antichi romani per ricordare di vivere la vita a pieno, nel 1300 diventa un vero e proprio oggetto di superstizione, si usano scheletri dentro le chiese e non solo, si cominciano a costruire arredi con ossa e teschi, avendo la morte vicina si sconfiggeva la stessa (in maniera simile alla Santa Morte oggi)
  3. Prevenzione: si comincia a capire che la malattia si poteva prevenire, gli aggregamenti di persone facevano proliferare la malattia, i malati venivano scacciati fuori della città, vennero formati cordoni sanitari tra le città appestate, i morti vennero seppelliti fuori della città e non più dentro le chiese, la rivendita dei vestiti dei morti fu proibita e poi furono istituite persone che si occupavano della salute.
  4. I salassi vennero usati spesso e chi non poteva si tagliava le vene per drenare gli umori e il sangue in una ciotola ma questo aumentava solo le infezioni esattamente come l’autoflagellazione

Si cominciarono a formare i lazzaretti per bloccare il passaggio alla popolazione sana del morbo(1400), chi entrava in un lazzaretto veniva esposto ad una tale quantità di agenti patogeni che moriva in una settimana o si salvava.

I medici non sapevano cosa fare, le teorie riguardo le malattie erano ancora quelle dei tempi di Galeno e Ippocrate, ovvero per loro i contagi erano dovuti agli umori e al sangue (sangue flemma bile gialla bile nera), la causa della peste si imputava a tutto tranne che alle pulci che a quel tempo erano dovunque e non si pensava che fossero loro il veicolo della malattia (ricordiamo qui che le pulci furono debellate ai tempi della liberazione americana dopo la Seconda Guerra Mondiale cpn l’introduzione del DDT).

A quel tempo si credeva che le cause della malattia potessero essere il tipo d’aria, la punizione divina, i disastri naturali o quant’altro (concezione non dissimile dalle cause dei mali nella mitologia greca). Si cominciarono ad avere comportamenti isterici e attacchi alle comunità ebraiche e dei lebrosi.

Il medico della peste e la sua dotazione

Con abito del medico della peste ci si riferisce all’abbigliamento utilizzato allora dai medici per proteggersi dalle grandi epidemie.

L’abito era costituito da una sorta di tunica nera lunga fino alle caviglie, un paio di guanti, un paio di scarpe, un lungo bastone e un cappello a tesa larga. L’elemento più caratterizzante era la lunga maschera a forma di becco dove erano contenute essenze aromatiche e paglia, che agivano da filtro per impedire il passaggio degli agenti infettanti. Questi medici operavano da una lunga distanza per evitare il contagio usando strumenti lunghissimi per non entrare in contatto con i malati

La figura dell’untore

Nel 500 si venne a creare la figura dell’untore, una sorta di che secondo la massa uccideva la gente con i suoi umori per poi impossessarsi delle altrui proprietà Untore era un termine utilizzato soprattutto nel XVI eXVII secolo per indicare chi si riteneva diffondesse volontariamente il morbo della peste spalmando in luoghi pubblici appositi unguenti venefici. Le credenze sugli untori ebbero particolare diffusione durante la grande peste del 1630.

Nell’800 la malattia si è ridotta enormemente nel numero di malati usando sempre tutti i metodi validi per debellarla ma è solo con l’isolamento del batterio nel 1894 che si è potuta trovare una cura efficace. Il continente Africano ancora oggi è quello più esposto alla peste perché le persone vivono in zone con grande presenza di topi e ratti.

Foto youtube                                                                ©Francesco Spuntarelli