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L’isola del giorno prima di Umberto Eco

“Ogni epoca ha i classici che si merita, spero che noi meritiamo L’isola del giorno prima. Questo romanzo appartiene alla grande tradizione dei contes filosofici come I viaggi di Gulliver di Swift, Rasselas di Johnson e Candide di Voltaire.”
Robert Kelly, The New York Time

E’ l’estate del 1643 un giovane piemontese naufraga, nei mari del sud, su di una nave deserta. Di fronte a lui un’Isola che non può raggiungere. Intorno a lui un ambiente apparentemente accogliente. Solo, su un mare sconosciuto, Roberto de la Grive vede per la prima volta in vita sua cieli, acque, uccelli, piante, pesci e coralli che hanno nomi che lui non sa come catalogare. Scrive lettere d’amore, attraverso le quali si indovina la sua storia: una lenta e traumatica iniziazione al mondo secentesco della nuova scienza, della ragion di stato, di un cosmo in cui la terra non è più al centro dell’universo. Roberto vive la sua vicenda tutta giocata sulla memoria e sull’attesa di approdare a un’Isola che non è lontana solo nello spazio, ma anche nel tempo.

Roberto de la Grive si ritrova naufrago sulla Daphne, una nave deserta ancorata a largo di un’ isola. La terraferma si rivelerà irraggiungibile per il protagonista per niente avvezzo al nuoto e privo di una scialuppa e di qualsiasi altro tipo di imbarcazione.

Ma dov’ è l’equipaggio? Perché la nave è abbandonata? Come mai a bordo ci sono ancora un sacco di viveri e una quantità infinita di piante e uccelli esotici? Nell’ attesa di trovare delle risposte e di conoscere il suo destino Roberto si adegua a vivere in solitudine sulla sua nuova dimora galleggiante trascorrendo il tempo a scrivere lettere per la sua “Signora” in cui mischia ricordi, speranze e riflessioni di carattere filosofico, scientifico e religioso. Ma ben presto si accorgerà di non essere solo a bordo. Attraverso le vicissitudini del protagonista, accompagnato da singolari personaggi come il coraggioso ed eretico Signore di Saint-Savin e l’ esplosivo e bizzarro padre Caspar.

Umberto Eco racconta una storia che in realtà è un viaggio alla ricerca della conoscenza scientifica. Un’ idea nobile e interessante, ma lo scrittore sembra fermarsi alle belle intenzioni: il risultato infatti è un libro lento che và perdendo interesse man mano che si và avanti nella lettura terminando poi in un finale sottotono.

In tanti hanno giudicato questo libro come uno sfoggio di cultura fine a se stessa, come ad esempio quando l’autore spiega per ben 9 pagine perchè la colomba é il simbolo dell’amore, a me sinceramente non è dispiaciuto.

Se dovessi fare un paragone cinematografico è stato l’equivalente di “Giù la testa” di Sergio Leone, da molti considerato il suo peggior lavoro; a me invece era piaciuto tantissimo con le sue crudezze mescolate a profonde riflessioni sulla vita e soprattutto sulla rivoluzione che finiscono per portare a compimento i due protagonisti John e Juan (Un segno del destino!).

Io non considero L’isola del giorno prima un ottimo prodotto di Umberto Eco, febbricitante delle conoscenze dell’autore, sicuramente riuscito meno comprensibile di altri suoi lavori.

©Francesco Spuntarelli