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L’universo di Tolkien, uno specchio per comprendere il presente

J.R.R. Tolkien, uno dei più grandi autori del genere fantasy, scrisse in una delle sue lettere che  Ci vuole un grande amore per la realtà per usare la fantasia”. Scrittore, filologo, glottoteta, accademico e linguista inglese fu tra i fondatori di un gruppo di scrittori, The Inklings. Questi erano professori dell’Università di Oxford, che promuovevano la narrativa Fantasy; tra di loro anche C.S. Lewis, autore de Le Cronache di Narnia. Il suo capolavoro è senza dubbio “Il Signore degli Anelli“, preceduto da “Lo Hobbit“. Ma non possiamo tralasciare “Il Silmarillion“, pubblicato postumo dal figlio, in cui descrive la mitologia del mondo da lui creato, “La terra di Mezzo”.

Già all’età di 9 anni aveva dimostrato grande passione per le fiabe e le leggende antiche. In particolare era affascinato dalle leggende e dalla mitologia dell’Europa settentrionale: il suo mondo fantastico è infatti popolato da strane creature, foreste incantate, elfi, nani, stregoni, cavalieri. E approfondì questa passione per perfezionarsi lungo tutto l’arco della vita.

Inventore di un linguaggio

Il genere letterario che meglio lo identifica è proprio il Fantasy ma la sua è una sperimentazione letteraria fuori dal comune. L’invenzione del linguaggio è uno dei punti cardini della sua produzione. Non ha inventato una lingua dopo aver immaginato dei popoli, piuttosto ha creato dei popoli per una lingua che aveva inventato.

Sedotto dal suono della lingua celtica, cominciò a inventare un linguaggio che poi perfezionò quando intraprese lo studio del latino, del greco e del gotico: la chiamava la lingua delle fate. Tolkien ha infatti creato dieci lingue e molti alfabeti per sviluppare la Terra di Mezzo. Per fare solo alcuni esempi: gli Elfi parlavano il Sindarin, i Nani il Khuzdul e gli Hobbit l’Hobbitese. Aveva creato anche il Quenya, la lingua scritta di cui possediamo il maggior materiale tra cui anche una grammatica e un piccolo vocabolario.

Il Signore degli anelli

Ne “Il Signore degli Anelli”, poderoso romanzo epico che lo occupò per 12 anni, sono presenti tutti questi elementi, compendiati dall’esperienza della Seconda Guerra Mondiale alla quale partecipò.

La storia è ambientata in un mondo immaginario, la Terra di Mezzo. Come tutti i racconti mitologici non può essere collocato in un’epoca precisa. Il Signore degli Anelli è Sauron, l’Oscuro Signore che fece creare dai fabbri elfici gli Anelli del Potere, le cui capacità dipendono dalle intenzioni di coloro che li indossano. Sauron stesso creò segretamente un Unico Anello in cui infuse la sua forza vitale, per conquistare e governare la Terra di Mezzo.

La storia

Il capo dei fabbri elfici, scoperte le intenzioni di Sauron, gli sottrasse i tre anelli più potenti che divennero a quel punto gli Anelli degli Elfi. Per ciò che riguarda l’Unico Anello che serviva per dominare tutti gli altri, questo finì nelle mani di Bilbo, un Hobbit della Contea come narrato nel libro “lo Hobbit”. Frodo, suo nipote, eredita l’anello ma Gandalf, uno stregone tra i più strenui oppositori del Male e dell’Oscuro Signore, gli rivela cosa sia l’anello in realtà : si tratta dell’Unico Anello creato da Sauron per conquistare la Terra di Mezzo. Frodo, consapevole di rappresentare un pericolo per la Contea, decide di partire con gruppo di amici per portarlo presso al potente Elrond, signore di un regno Elfico.

I quattro amici lasciano la Contea proprio quando i Cavalieri Neri, in realtà i Nazghul, spiriti maligni al servizio di Sauron, si mettono sulle tracce di Bilbo e dell’anello. L’unico modo per sconfiggere Sauron è distruggere l’anello, gettandolo nella lava del Monte Fato, dove Sauron lo aveva forgiato.

La Compagnia dell’Anello composta da Frodo, gli altri hobbit, nani, elfi e umani che si uniscono a loro mentre fuggono dai Cavalieri Neri, attraverserà foreste incantate, affronterà draghi e creature mostruose. Lotterà contro il male, riuscendo finalmente a distruggere l’Unico Anello e a sconfiggere Sauron, consentendo il ritorno alle monarchie illuminate di Arnor, Gondor e Rohan.

                         Miti, simboli, allegorie

L’anello è il simbolo del potere e del male che corrompe chi lo indossa, fossero anche le creature più pure. Chi lo infila sarà sempre coinvolto nella lotta tra il bene e il male.        Frodo è il prescelto che dovrà portare l’anello per distruggerlo senza farsi tentare o corrompere. È un eroe umile e semplice, dotato di grande intelligenza, diverso dal tipico eroe epico, forte coraggioso o appartenente a una razza nobile eppure grazie a lui il bene riesce a prevalere.

Tolkien ideò il mondo magico della Terra di Mezzo, in modo realistico e particolareggiato, con le sue leggi, la sua cultura, la sua lingua, la sua geografia e con i tanti popoli che lo abitavano. Questo suo mondo magico era sì fantasioso ma molto reale, perchè attraverso i simboli classici della mitologia è riuscito a rivelare agli uomini la realtà delle cose, il male e il bene.

Attraverso i suoi romanzi ha creato un’etica che ha parlato a diverse generazioni. Credeva nel potere dell’immaginazione per percepire le cose. E riteneva che attraverso la descrizione di mondi fantastici si potesse descrivere anche la sfera morale e spirituale.

Quella di Tolkien è un’epica contemporanea che ha fatto e fa sognare generazioni, che riesce a parlare agli uomini di ogni tempo, proprio per i suoi elementi mitologici. Il suo strumento per interpretare la realtà è l’allegoria cioè l’uso di simboli che valicano la cultura attuale.

Il testo allegorico valica i confini del proprio tempo, come ha valicato i confini del tempo la genialità di Tolkien.

Foto© Skuola.net,TeaCup Translation,Yahoo Vida y Estilo             © Veronica Tulli