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Mitraismo e Cristianesimo

Questo articolo sembra una puntata di Voyager; no aspetta lo è stato veramente

Il mitraismo ha un’origine molto antica e va considerata la differenza su ciò che significava questo culto nella sua origine indopersiana (1400 a.C.) e ciò che venne a significare nella cultura romana e greca; il cristianesimo dal canto suo é considerato unico se si confronta con il mitraismo romano e simile se si confronta con la versione indo-persiana.

Il mitraismo come il cristianesimo si basa sul concetto della salvazione, ma venne portato in Roma dalle sue legioni. Mitra è un diffusissimo personaggio divino indo-iranico che compare sia nei Veda indiani come dio della luce, subordinato al dio del cielo Varuna, sia nell’Avestā, come compagno del dio Ahura-Mazdah nella lotta cosmica contro Ahriman, il dio delle tenebre. La riforma intrapresa da Zoroastro (VII sec. d.C.) tentò di eliminarlo, ma di fatto non vi riuscì e la sua venerazione rimase nella religiosità popolare iraniana.

Il confronto con il cristianesimo spesso viene fatto in rapporto al mitraismo di epoca romana, perché furono adottati dalla popolazione in un lasso di tempo  abbastanza sovrapponibile, del mitraismo esistono solo qualche resto archeologico e notizie piuttosto parziali riportate dai Padri della chiesa (Tertulliano), che nel mitraismo vedevano imitazioni demoniache del culto cristiano.

Con l’espansione del regno persiano il culto di Mitra era giunto in Asia minore dove – non si sa per opera di chi – fu ellenizzato e trasformato in un dio legato ai culti misterici (soprattutto I sec a.C – IV sec d.C.). Il culto di Mitra trovò la sua massima diffusione intorno al II e III secolo d.C., dopo che fu abbracciato dall’imperatore romano Commodo (180-192 d.C.).

Nascita da una madre vergine o nascita da una roccia (petra genetrix)

Secondo una leggenda iranica Mitra sarebbe nato da una vergine. L’iconografia romana lo fa nascere invece già fanciullo da una roccia, la petra genetrix, affiancato da due personaggi minori interpretati da qualche studioso come pastori recanti doni. Il tema della nascita delle figure divine da vergini è un dato diffuso in molte religioni antiche. In molte culture, infatti, il calendario cominciava originariamente nella costellazione della Vergine, pertanto il Sole ed anche Mitra come divinità solare sarebbero nati da una Vergine. In età ellenistica la nascita di Mitra veniva celebrata nel solstizio d’inverno chiamato in persiano Shab-e Yalda, come si addice ad un dio della luce. Detto questo si consideri poi che la nascita di Mitra avrebbe avuto luogo quando gli uomini non erano ancora stati creati. La roccia non può certamente essere paragonata ad “una vergine”, e inoltre Mitra nacque già adulto al contrario di Cristo.

Molto diverso è invece il racconto della nascita verginale di Gesù, narrato dai Vangeli, funzionale a mostrare che la profezia anticotestamentaria di Isaia dell’Emmanuele, il Dio con noi, si era definitivamente realizzata, per la liberazione dal peccato e dal male in cui era caduto Israele. La nascita verginale di Gesù, raccontata da Matteo, è funzionale a dimostrare che la profezia di Isaia si era avverata.

La presenza di pastori alla nascita di Mitra è un dato ormai del tutto contestato. Si tratterebbe invece di rappresentazioni di figure mitologiche, Cautes e Cautopates, che insieme a Mitra rappresentano la triade del ciclo quotidiano solare (mattino-mezzogiorno-tramonto), che quindi non hanno nulla a che fare con la visione biblica.

Inoltre, seguendo con precisione il mito, non è possibile affermare che Mitra sacrificò se stesso maniera simile a Cristo, ma piuttosto compì il gesto eroico di uccidere «il grande toro» per la pace cosmica. Ben diverso, dunque, dal sacrificio di Cristo sulla croce che immola se stesso per salvare gli uomini dal peccato.

               Il rito di battesimo nelle due religioni.

Ambedue le religioni usano un rito di iniziazione per entrare a far parte della comunità. I due riti sono però completamente diversi. Il «battesimo» mitraico romano (di quello iraniano non si hanno notizie) si esprimeva nel rituale della tauroctonia, consistente nel disporre il fedele in una cavità sotterranea, chiusa in alto da una grata, sulla quale veniva sgozzato un toro e l’adepto veniva così ricoperto del sangue dell’animale. Bisogna però affermare che di questo rito, al di là di testimonianze iconografiche, non si hanno altre informazioni sul significato teologico e sul suo effettivo svolgimento, non avendo soprattutto notizie circa il battesimo mitraico iraniano e abbiamo certezza che era del tutto assente nel culto indo persiano da cui ebbe origine.

Il battesimo cristiano riprende invece il battesimo di Gesù da parte del Battista usando il simbolo dell’acqua e l’immersione; soltanto in una fase successiva viene associato il significato teologico della partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo. Il battesimo cristiano avviene per immersione in una vasca d’acqua, senza alcun sacrificio animale e senza sangue, ma bisogna ben capire che quell’acqua rappresenta il sangue di Cristo che si sacrifica per l’umanità.

                    Bene e Male, Paradiso e Inferno

Ambedue le religioni presentano una forte componente etica come impegno costante del fedele nella lotta per realizzare il bene. Il mitraismo, che assume una terminologia tipica dell’ambiente militare, vede nel fedele un soldato che combatte la sua guerra contro il male demoniaco, nella sicurezza di essere assistito dal dio soccorrevole, che si piega alla preghiera di chi lo invoca. Il conflitto tra bene e male non sarebbe durato in eterno, ma alla fine del tempo, Mitra avrebbe trionfato, separando i buoni dai malvagi, donando ai primi l’immortalità e destinando gli altri alla distruzione totale. Si tratta di uno schema di salvezza presente in tutte le religioni monoteiste o dualiste e anche il cristianesimo assume uno schema del genere. Ma se è sempre difficile stabilire le analogie e accertare a livello dottrinale in quale misura vi sia stata una influenza fra i due ambiti religiosi, non può non essere riconosciuto un reale rapporto di equivalenza ideologica in relazione al senso militare del servitium, della dedizione, dell’abnegazione morale che sono a fondamento del credo cristiano dei primi secoli e della religiosità mitraica. Probabile segno che entrambe le religioni erano piuttosto diffuse in ambienti militari, di schiavi e di poveri.

Detto ciò, i presunti «paralleli cristiani» presenti nel mitraismo romano, sono nati almeno un secolo dopo i testi neotestamentari, dunque troppo tardi per dire che il cristianesimo abbia preso in prestito qualche idea dal mitraismo. Semmai, è estremamente probabile che sia vero il contrario.

Benché “Mitra” sia un nome di divinità molto antico, la religione persiana è nota principalmente tramite il Denkart, un compendio scritto nel IX secolo con aggiunte anche posteriori, del Mitra romano esistono solo resti archeologici e scarne e forse poco affidabili notizie da parte di scrittori cristiani o comunque non aderenti al culto di Mitra.

Le eventuali somiglianze di elementi esteriori, come date, liturgie o motivi iconografici sono tuttora oggetto di discussione. Il Cristianesimo ha seguito una politica di inculturazione verso molti popoli, senza modificare sostanzialmente il proprio contenuto dottrinale, che però avendo attinto di molti popoli, perde in parte di unicità.

           Mitra risorgeva a primavera come Gesù

L’immagine di Mitra veniva sepolta in una tomba all’interno di una caverna e questa veniva ritualisticamente rimossa ogni anno e si diceva che tornasse alla vita di nuovo, in maniera del tutto simile alla pasqua cristiana. Il trionfo di Mitra e l’ascensione al Paradiso erano celebrati durante l’equinozio di primavera, quando le ore di luce cominciano a prevalere su quelle di buio.

            Ipotesi di Acharya S – nascita da una vergine

Secondo Acharya, che però non cita fonti antiche, Mitra sarebbe nato da una dea vergine. Questa ipotesi si basa sul fatto che in alcune culture il calendario cominciava originariamente nella costellazione della vergine, pertanto il Sole sarebbe “nato da una Vergine”.

Un’altra analogia è riscontrata nel fatto che Mitra iranico è uno yazata (divinità minore o angelo) che nasce da una vergine per combattere il male, nella lotta finale col bene, per il dominio del mondo, creato originariamente da Ahura Mazdā. Sull’origine divina di Gesù poi e l’ordine che gli spetterebbe nella creazione e i rapporti di questo con il Dio Padre le prime chiese cristiane non erano concordi, prima dell’elaborazione teologica nicena, e alcune delle dottrine considerate oggi eretiche presentano maggiori affinità con il mitraismo. Tuttavia se si segue con precisione il mito di Mitra è doveroso precisare che Mitra non sacrificò se stesso, ma piuttosto compì il gesto eroico di uccidere il “grande toro del Sole”. Non esiste niente nella letteratura mitraica che giustifichi l’idea che Mitra si sia sacrificato.

                            Data della celebrazione

Non c’è alcuna prova che i natali di Mitra venissero celebrati il 25 dicembre se non il fatto che le celebrazioni per la sua nascita avvenissero proprio durante il solstizio d’inverno. La notizia trae origine dalla celebrazione di un’altra divinità solare, il Sol Invictus, proprio in quella data, anticamente corrispondente al solstizio invernale. Il solstizio d’inverno per il suo carattere simbolico di vittoria sulla tenebra diventò un riferimento alla vittoria del bene sul male. Non stupisce che questo simbolo sia stato adottato da molti sistemi religiosi. Molti studiosi, quindi, hanno suggerito che la data del 25 dicembre per la nascita di Gesù sia stata stabilita convenzionalmente. Dato che i vangeli non specificano in modo esplicito la data, molti cristiani hanno accettato questa interpretazione non essendocene un’altra valida. Recenti studi, però, hanno portato a rivedere queste conclusioni. Si osservi anzitutto che il culto del Sole invitto fu imposto cinquant’anni prima, nel 220 dall’imperatore Eliogabalo, ma era già diffuso fin dal regno di Settimio Severo, attorno all’anno 200. Inoltre, i primi cristiani, soprattutto in Oriente, non celebravano il Natale ma l’Epifania, ritenendola più importante, e la data di celebrazione di questa festa, strettamente correlata alla data del Natale, è attestata circa dall’anno 200. Anche i riferimenti evangelici sono stati interpretati solo recentemente, quando un archeologo israeliano ha trovato fra i manoscritti del Mar Morto l’indicazione della collocazione temporale dei turni sacerdotali entro il calendario ebraico. E poiché gli Ebrei erano stati asserviti a Zarathustra da lì avevano imparato a conoscere Mitra e le sue celebrazioni, appunto nel solstizio d’inverno ovvero il 25 dicembre.

Ambedue le religioni considerano la domenica come giorno santo della settimana.

                     Culto e riutilizzo delle chiese

Molte chiese cristiane furono costruite sopra a mitrei distrutti, come per esempio San Clemente a Roma e tante località dell’anacoretismo cristiano potrebbero essere stati originariamente luoghi di culto mitraico.

Il tema della grotta compare in chiese cristiane dedicate all’arcangelo Michele che dopo la legalizzazione del Cristianesimo divenne il santo patrono dei soldati come la grotta santa presso il Santuario di S.Michele Arcangelo sul monte Gargano in Puglia (493 d.C.) (Bisogna ricordare che il culto di Mitra era presente soprattutto nella classe militare).

        Risurrezione di Mitra? Mitra non é mai morto

Nella letteratura mitraica non esiste alcun riferimento né alla morte né alla sepoltura di Mitra. Lo studioso Gordon dice apertamente che nel culto di Mitra non esiste “nessuna morte di Mitra” e quindi non si può neppure parlare di resurrezione. Non Mitra, ma gli dei tutti, dopo aver cercato gli umani, salirono al cielo, e Mitra attraversò l’Oceano con il suo carro. L’Oceano cercò di inghiottirlo e fallì, e così Mitra raggiunse la dimora degli immortali.

       Analogia sfatata tra cristianesimo e mitraismo?

L’analogia fra queste due religioni è ormai sfatata. Alcuni studi sostengono che il Cristianesimo avrebbe caratteri del tutto originali rispetto al mitraismo romano. Tutte le somiglianze tra Gesù e Mitra sarebbero, in parte, elementi che gli adoratori di Mitra hanno copiato dal Cristianesimo del primo sec d.C. , e in parte, arbitrarie speculazioni di tempi recenti. In particolare il mito della morte e risurrezione di Mitra e in genere della resurrezione escatologica dei buoni è completamente ignoto all’Avestā ed è documentato solo in quelli mazdeisti in lingua iranica pahlavi, che sono posteriori al cristianesimo. Questa tesi, elaborata fra gli altri da Ioan Petru Culianu, è seguita da molti studiosi cristiani, fra cui:

  • Lo studioso mormone Richard Gordon, (membro attuale del Quorum dei Dodici Apostoli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni) in Image and Value in the Greco-Roman World, dice apertamente che nel culto di Mitra non esiste «nessuna morte di Mitra», dunque non si potrebbe neppure parlare di resurrezione.
  • Il teologo cristiano Ronald Nash sostiene: «Le asserzioni di una dipendenza del Cristianesimo dal Mitraismo sono state rigettate per diversi motivi. Il Mitraismo non aveva concetti di morte e risurrezione del suo dio e in esso non aveva luogo il concetto di rinascita – almeno durante le sue fasi iniziali… Inoltre, il Mitraismo era essenzialmente un culto militare. Pertanto, bisogna guardare con scetticismo all’idea che esso possa essere stato accolto da persone pacifiche come i primi Cristiani»
  • L’apologeta cristiano e docente di teologia Josh McDowell riporta ciò che dice il pastore cristiano Bill Wilson: “Sebbene vi siano diverse fonti che suggeriscono che il Mitraismo includesse la nozione di rinascita, esse sono tutte post-cristiane”
  • L’apologeta del secondo secolo Giustino vede il mitraismo come una diabolica imitazione del cristianesimo. Il mitraismo prometteva agli iniziati solo la “liberazione dal fato che attende tutti gli uomini” [MS.470] ovvero la morte del corpo. L’unica idea di una “salvezza” è un affresco del 200 d.C. su cui è scritto che Mitra avrebbe salvato gli uomini versando il sangue del toro che, secondo il mito, Mitra avrebbe ucciso. Questa “salvezza”, secondo l’interpretazione mitraica “astrologica”, non indica l’immortalità ma solo un livello di iniziazione più elevato. Anche qui, si tratta di un’idea di ben due secoli successiva al Cristianesimo (secondo il Mazdeismo romano).

foto documentazione.info nuova storia culturale    ©Francesco  Spuntarelli