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Sisifo nella mitologia greca

“Non ti preoccupare Sisifo, anche a te la Redbull metterà le ali.”

Sisifo, figlio di Eolo, sposò una figlia di Atlante, Mirope la Pleiade, che gli generò tre figli.

Aveva una bella mandria di bestiame sull’istmo di Corinto. Sisifo è la variante greca di Tesup, dio ittita del sole che a Rodi era chiamato Atabirio.

Autolico, figlio di Ermete, era come suo padre dedito al furto e aveva ricevuto da lui il potere di trasformare le bestie che rubava e Sisifo si accorgeva che la sua mandria diminuiva mentre quella di Autolico aumentava. Allora scrisse “Rubata da Autolico” sugli zoccoli e subito dopo aver denunciato il furto andò dalla moglie di Autolico e la sedusse, generando Odisseo in lei (da cui la profonda astuzia che sempre caratterizzo questo eroe greco.

Secondo altre fonti la scritta sugli zoccoli era la doppia S o meglio ancora i segni ∩∪  che rappresentavano il simbolo della luna (ascesa e declino della stessa) cui Sisifo come sole fungeva semplicemente da guardiano in epoca pre-ellenica.

La magia di Autolico ricorda la storia di Giacobbe e di Labano, quindi si trattava in sostanza del potere di cambiare il colore dei manti delle bestie (Genesi XXIX, XXX)

Sisifo fondò Efira poi chiamata Corinto sebbene alcuni gli riconobbero solo il fatto di avervi portato il commercio e la navigazione.

Quando alla morte di Eolo Salmoneo, il fratello di Sisifo, gli usurpò il trono che era suo di diritto, andò all’oracolo di Delfi dove gli fu detto di generare figli in sua nipote, la quale accortasi dell’antefatto uccise i due figli che da lei aveva avuto perché non accettava il fatto che non l’amasse realmente.

Quando Zeus rapì Egina Sisifo rivelò a suo padre, il fiume Asopo, quel che era accaduto in cambio di una fonte d’acqua perenne e da allora dal tempio di Afrodite sgorga la fonte Pirene

La fonte Pirene dove Bellerofonte abbeverò in seguito Pegaso sgorgava senza inaridirsi mai; il fantomatico Bronzo di Corinto prendeva il suo caratteristico colore solo quando lo si metteva in questa fontana ancora incandescente.

Zeus, sfuggito a malapena alla furia di Asopo, chiese ad Ade di trascinare Sisifo nel tartaro e condannarlo per aver rivelato i segreti degli dei. Prima di morire disse però a sua oglie di non seppellirlo per provare in questo modo a sconfiggere la morte che, per i suoi peccati gli spettava.

Come fu di fronte a Persefone gli disse che non era stato seppellito adeguatamente e gli chiese tre giorni per organizzare il funerale a se stesso. Non mantenne il suo giuramento ed Ade fu costretto a riportarlo nel Tartaro con la forza.

Per queste sue colpe fu punito in maniera esemplare e i giudici dell’oltretomba gli consegnarono un’enorme masso da far rotolare oltre una collina, impresa che lui giammai riuscì a compiere.

Merope vergognandosi di avere un marito per di più criminale nell’oltretomba smise di brillare nel cielo con le sue sorelle e scomparve per sempre (spiegazione dello spegnimento di una Pleiade in epoca classica). L’enorme masso non è altro che il disco solare e la collina la volta celeste, simboleggiando sempre il culto del sole a Corinto, non a caso è posto vicino Issione nel tartaro, il dio che pretendeva vittime arse vive per inaugurare il proprio anno.

Guardando la storia antica della Grecia attraverso i suoi miti e leggende l’odio Greco per Sisifo, l’uomo che doveva essere punito in eterno, era in realtà il malcontento per il sorgere di colonie non greche in punti strategici dell’istmo di Corinto.

foto shuttershock                                                      ©Francesco Spuntarelli