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Tagli alla sanità e la mancanza di posti in terapia intensiva il caso del Forlanini di Roma

Nessuno si sarebbe mai aspettato una situazione del genere, è ormai esplosa (e forse arrivata al suo apice, chissà) e ci ha colti totalmente impreparati ad una emergenza di questo tipo.

Il problema da un mese a questa parte è la insufficienza dei posti in terapia intensiva, necessari e fondamentali per la cura delle persone affette da Covid-19.

Gli ospedali in Italia ci sono, o meglio ci sarebbero, peccato che per una mal gestione dei governi e delle amministrazioni locali, ad oggi molte strutture, un tempo anche centri d’eccellenza, risultano chiuse per tagli e mancanza di fondi pubblici.

Nel 2018 l’Italia ha destinato risorse pubbliche alla sanità per un valore pari al 6,5 per cento del Pil, una percentuale vicina alla media Ocse ma più bassa di quella di altri grandi Paesi europei; è anche vero però che negli ultimi 10 anni gli aumenti alla sanità pubblica sono stati ogni anno minori rispetto a quelli programmati negli anni precedenti dalle manovre dei vari governi.

È il caso del Lazio e della città di Roma. Ci sono ben 7 ospedali che potrebbero riaprire e parliamo del San Giacomo, del San Gallicano, del Nuovo Regina Margherita, del tanto discusso Forlanini a Roma e di altri sia nei Castelli Romani che in altre località del Lazio, tra cui il nosocomio di Anagni. I sindaci della zona insieme a Lega e FdI si sono mossi con un appello al ministro della salute Speranza ed al governatore Zingaretti di fare il possibile per riaprire e mettere in uso queste strutture dismesse.

Per quanto riguarda Roma, fa rabbia la situazione del San Giacomo ristrutturato 6 mesi prima della chiusura, dell’Eastman, attrezzato per l’emergenza a Covid 5 Hospital, ma già evacuato per perdite d’acqua ed allagamenti nei bagni.

E poi c’è il “famoso” Forlanini.
Nato nel 1934, con il nome di Sanatorio Benito Mussolini, per far fronte alla tubercolosi divenne in seguito un polo d’eccellenza per le malattie respiratorie e polmonari, chiuso poi nel 2015 per mancanza di fondi.

Il Prof. Massimo Martelli, ex primario di chirurgia toracica, in un’intervista rilasciata a Massimiliano Lenzi de Il Tempo lo scorso 11 marzo, ha affermato che l’ospedale sarebbe dovuto chiudere già dal 2008 al tempo di Marrazzo. In quell’occasione furono raccolte 50 mila firme e quando Martelli fu nominato dalla Polverini commissario straordinario, propose una ristrutturazione a costo zero che non fu accettata proprio perché a costo zero. Il Prof. ha concluso duramente l’intervista con testuali parole “il Forlanini è stato chiuso dalla politica e riaprirlo sarebbe per loro uno sputtanamento”.

Oggi l’Italia ha 5 mila posti in terapia intensiva contro i 25 mila della Germania e fa più danni la paura, che il Covid-19. In Cina hanno costruito due ospedali da campo in 10 giorni e così in Lombardia dove hanno convertito i poli fieristici di Bergamo e di Milano in strutture predisposte per la terapia intensiva. Perché quindi per il Forlanini, che non è completamente da buttare in quanto una parte ancora in funzione, la Regione Lazio dice che ci vogliono 7 anni?
Il Forlanini resta chiuso per orgoglio, riaprirlo sarebbe una sconfitta per il loro punto di vista” questo è invece quanto afferma Francesco Storace nell’intervista di Luca Telese per La Verità del 25 marzo. Anche l’esponente di FdI utilizza toni forti affermando che “la democrazia è stata ridotta alla pagina Facebook di Conte” e ancora che “in questo misto di burocrazia ed inettitudine c’è il rischio maggiore che l’Italia sta vivendo: moriremo per gli scemi non per il virus”.

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