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Harry Potter “blasfemo”: il libri dati alle fiamme in Polonia

Può una celebre serie fantasy, tra l’altro per ragazzi, essere considerata blasfema? Ebbene sì, i libri che hanno per protagonista il maghetto più famoso di tutti i tempi, sono stati additati come sacrilegi e addirittura dati alle fiamme. Questo è quanto avvenuto qualche tempo fa nella cittadina di Koszalin, in Polonia, e ovviamente stiamo parlando della saga di Harry Potter. Un vero e proprio rogo, dove alcuni sacerdoti cristiani, ha bruciato insieme ai libri della Rowling anche un pupazzo di Hello Kitty ed una maschera Indù.

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Albania. L’identità albanese attraverso la fede patriottica: la setta dei “Bektashi”

I Bektashi sono una originale e interessante setta che ancora alla fine dell’800 era presente in Albania. Questi erano devoti a Gesù e alla Trinità, si crede anche usassero alcuni sacramenti cattolici tra cui l’eucarestia. Possedevano dei monasteri dislocati sul territorio, a tragitti ben definiti da distanze chilometriche. Era il motore della conversione dal cristiano al musulmano, ed erano il nerbo del corpo militare dei Giannizzeri nell’Impero ottomano.

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Romania dal fascismo di Codreanu al comunismo di Ceaucescu con i suoi misteri

Due regimi totalitari del XX secolo a confronto

L’analisi degli aspetti del comunismo e del fascismo romeno presentano eccentricità rispetto a movimenti simili, tanto in Europa quanto nel resto del mondo. La situazione romena è ancora più singolare dato che si evidenziano sconcertanti analogie tra il fascismo di Codreanu e il comunismo di Ceausescu. Due forme di totalitarismo, tipiche dei regimi del XX secolo, che si appoggiano sulle religioni, non ufficiali, per rafforzare la loro presenza nel credo popolare e sbarazzarsi così dei culti tradizionali.

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Il Risorgimento italiano organico alla storia d’Europa del XIX secolo

Il Risorgimento italiano, organico alla storia d’Europa del XIX secolo, è la corda tesa del secolo scorso ed è, nelle attuali tensioni, la speranza della civiltà del nuovo millennio

Centocinquanta anni di storia moderna dello Stato italiano unitario, con divisione, faglie, discontinuità è stata un’ebbrezza da Nazione dai primi posti nel mondo. Perché? Intanto, sentiamo Adolfo Omodeo, “gli uomini del nostro Risorgimento, che furono nella massima parte uomini aperti allo spirito della moderna civiltà europea (a renderli tali non poco influirono i lunghi esili) attuarono questo sviluppo armonico dell’indipendenza nazionale con le libere istituzioni nella penisola. E lottarono spesso contro la volontà di restarsi da parte dei popoli che per sé avevan conseguito la libertà e temevano la formazione di nuove nazioni; impiegarono ai propri fini la revisione e il completamento del programma napoleonico propostisi dal fondatore del secondo impero; si sforzarono di render reale una collaborazione e un’armonia dei liberi popoli, cola funzione europea di Mazzini, di Cavour e di Garibaldi”. (A. OMODEO, “L’età del Risorgimento italiano” Napoli 1931).

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Positivo il “Bilancio 2018” dell’ ENPAP Ente Naz. Previdenza e Assistenza Psicologi

Il Presidente dell’ ENPAP, Felice Damiano Torricelli, evidenzia i notevoli risultati di gestione che consentono di proseguire il percorso intrapreso in favore dei propri iscritti – oltre  61/Mila (+5,7% rispetto al 2017). L’utile dell’esercizio 2018 è superiore a 30,6 milioni di euro, il patrimonio immobiliare investito è di 1,31 miliardi di euro (+4% dal 2017), con un risultato finanziario pari a 143,7 milioni di euro.

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“Abbiamo RISO per una cosa seria” – la raccolta fondi promossa da FOCSIV

Anche quest’anno l’appuntamento è sabato 4 e domenica 5 maggio, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 21,00, a Cefalù, in via Matteotti (Villa Comunale) e in via Roma, 92 (Istituto Artigianelli) per difendere chi lavora la terra grazie al pacco di riso. ENGIM in collaborazione con l’associazione “AMA il tuo Tempo” torna a proporre a Cefalù la raccolta fondi per un mondo più equo e solidale. A Castelbuono, riferimento don Lorenzo Marzullo, davanti la Chiesa dell’Itria e nel porticato della Matrice Vecchia.

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Perù, quando uno Zio stupido costringe il nipotino di quattro mesi a bere birra

Risultati immagini per William Daniel Camacho Díaz

 

Durante una festa di compleanno, l’insegnante William Daniel Camacho Díaz, di una scuola di Ferrenafe, città del nord-ovest del Perù, avrebbe costretto il nipote di soli 4 mesi a bere birra. Un video, diventato immediatamente virale sui social, testimonia l’inquietante vicenda. A riportare l’evento il quotidiano britannico The Sun. Il video in questione immortala il piccolo seduto in braccio a una donna, presumibilmente la madre, a un certo punto lo zio si avvicina al nipote con la bottiglia di birra e la porta alla bocca del bimbo, che quasi infastidito si volta rifiutando la sostanza alcolica.

Lo zio, a sua volta non accetta il rifiuto del nipote e lo costringe a bere, intingendo un dito nella birra e portandolo alle sue labbra. Successivamente posta il video su Facebook. Sicuramente l’uomo non si sarebbe mai aspettato una reazione così forte sui social; date le numerose segnalazioni, il video è stato immediatamente rimosso. Costringere un bambino così piccolo a bere può essergli fatale. Attualmente non ci sarebbero stati provvedimenti a carico di William Daniel Camacho Díaz, ma non si esclude che la triste vicenda possa essere già stata affidata ai servizi sociali.

In passato sono stati commessi simili gesti, probabilmente per far ridere amici e il pubblico dei social. Ma le cose sono sempre in tutt’alta destinazione. In Russia, ad esempio a Shebekino una madre di un bambino di otto mesi ha fatto bere al piccolo della vodka per farlo addormentare, ed anche in questo caso l’evento suscitò scalpore e scandalo.

…… Stultorum mater sempiter gravida !

Gianni Brera, Beppe Viola, Franco Zuccalà ed Italo Kunhe ….. Il “Giornalismo d’ Autore” e i Campioni del Football

I GENTILUOMINI DELL’INFORMAZIONE CON IL “CALCIO” SUI MACCHERONI

Laudatores temporis acti. Persino uno scrittore della levatura di Cesare Marchi,  così affezionato  ai valori ereditati dalla tradizione da dedicare un bellissimo libro al prode Giovanni dalle Bande Nere, morto per un colpo di falconetto, frutto dell’empio progresso, stigmatizzava  il  rimpianto  brontolone. La questione, tuttavia, non è semplice al punto da liquidarla con una battuta. Sia pure indovinata. Il “sentimento presbite”, che  vede il bene solo nelle cose lontane, merita comunque rispetto. La capacità di toccare il cuore nell’ambito  della comunicazione viene trasmessa di generazione in generazione. E non avviene esclusivamente con opere  snob ritenute di particolare pregio culturale.

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Fervicredo: 20 anni dell’associazione dei ferite e vittime della criminalità e del dovere

20 anni di “Fervicredo” (associazione dei feriti e vittime della criminalità e del dovere) .. convegno a Venezia il 12 aprile 2019.. il loro tributo..le famiglie… differenze nei riconoscimenti..

di Raffaele Vacca

Roma, 17 aprile 2019 – “Offrire attraverso il ricordo un tributo di riconoscenza a quanti in questo Paese hanno versato il loro sangue per difendere i cittadini e affermare la legalità in tutte le sue forme, e contribuire a trasmettere ai più giovani, attraverso la memoria viva di alcune vittime superstiti e familiari, la passione e la cultura della legalità”. È questo il duplice senso che “Fervicredo” ha voluto dare al convegno per celebrare la fondazione, nel maggio del 1999, dell’ “Associazione dei Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere“.
Mirco Schio, Presidente, ha ripercorso le motivazioni storiche che hanno portato alla nascita dell’associazione, con il duro tributo di sangue pagato dalle Forze dell’Ordine durante gli anni di piombo e la stagione del terrorismo politico ed eversivo. Un bilancio di 370 morti, 197 vittime di agguati terroristici, 38 caduti negli scontri, 135 persone dilaniate dalle bombe. Dati a cui si aggiungono più di mille feriti. E poi la stagione delle stragi, i 200 morti per mafia tra il 1990 e il 1995. Uomini e donne in divisa che hanno pagato un prezzo altissimo nella battaglia contro la criminalità, ma anche chi ha versato il proprio sangue per soccorrere le popolazioni colpite da calamità naturali come i Vigili del Fuoco. L’Associazione “Fervicredo“, partendo da una città come Venezia, ha voluto promuovere la memoria e il ricordo delle Vittime, ma anche sollevare la propria civile ma ferma protesta per rimettere in primo piano le Vittime e non i carnefici, o per denunciare le troppe disattenzioni da parte delle istituzioni e della politica.
Al convegno, sono intervenuti tra gli altri il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il Magistrato Alfredo Mantovano, ex Sottosegretario e attuale Vice Presidente del Centro Studi Livatino, il sociologo Gianfranco Bettin, il capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Fabio Dattilo, il Vice Presidente Nazionale del sindacato Fsp-Polizia di Stato Franco Maccari, fondatore della Fervicredo, lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi.
Per Franco Maccari, da me ben conosciuto in Veneto quale validissimo sindacalista della Polizia e tuttora stimato, sono “ancora attuali le motivazioni che ci hanno spinto 20 anni fa a dare vita alla Fervicredo, ma soprattutto anche la determinazione, la rabbia in qualche caso. Molte cose sono cambiate, ma se abbiamo avuto bisogno di creare una associazione per cambiare la normativa o renderla realmente efficace vuol dire che la realtà è ancora difficile. Noi abbracciando tutte queste categorie ci accolliamo un onere non indifferente, quello di sostenere un uomo o una donna che spesso troviamo emarginati e soli davanti alle lungaggini burocratiche, costretti a rincorrere per ottenere un proprio diritto, intrappolati in questi meccanismi”.
“I criminali diventano un modello -ha evidenziato il criminologo Meluzzi – perché la società è profondamente malata, ma anche perché le autorità dello Stato spesso irridono i propri Servitori, anziché difenderli, risarcirli e valorizzarli”.
Per il Capo della Polizia Franco Gabrielli, che ha concluso i lavori del convegno, “..Bisogna affermare l’importanza della memoria, l’importanza di ricordare chi in nome dei valori di legalità e di giustizia ha sacrificato la vita o ha visto la sua vita particolarmente segnata da atti criminali…Ma soprattutto bisogna affrontare il tema delle risorse, perché al riconoscimento del danno possa seguire l’effettivo risarcimento. Su questa materia il legislatore deve mettere un po’ di chiarezza, perché credo che la cosa più oltraggiosa per chi si è distinto in gesti di eroismo o espressione di senso del dovere è quella di dover continuamente chiedere per vedere riconosciuti i propri sacrosanti diritti”.
Numerose ed emozionanti le testimonianze di Vittime del Dovere e di loro familiari, presentate dal giornalista Gianluca Versace.
Ad accompagnare i lavori del convegno l’Orchestra degli Studenti di Venezia “Marco Polo”.
Ora, come di consueto, un passo indietro e ricordiamo eventi noti e meno noti, attingendo a mie personali esperienze….
Su il Fatto Quotidiano di novembre 2012 in un articolo di Chiara Paolin abbiamo letto: “La tragedia di Nassiriya apre una ferita sempre nuova quando a parlarne è una delle vittime. Una di quelle che alla paura, al dolore fisico, alla vita sconvolta, deve aggiungere il disagio di vedere lo Stato che elogia chi quel 12 novembre 2003 aveva la responsabilità del campo mentre i militari che lì hanno perso la vita (o la serenità) si ritrovano nove anni dopo cooptati nel ruolo di comparse inutili, di soggetti senza tutela a margine di un rito istituzionale. C’era anche il Maresciallo Riccardo Saccotelli quella mattina nel campo base quando il camion esplose. Le ossa gli si spezzarono, le orecchie rimasero sorde, ma non poteva immaginare che un giorno così drammatico sarebbe diventato per lui il distacco totale dalla sua passione professionale, civile, e civica. Qualche settimana fa Saccotelli, scrive Chiara Paolin, ha ricevuto un’invito: cerimonia per l’Unità Nazionale il 4 novembre al Quirinale. Ma a quella lettera ha risposto con un messaggio in cui spiega al Presidente Napolitano perchè non ci sarà. Spiega, il Maresciallo, che non vuole esserci quando gli uomini che hanno comandato la missione vengono premiati con le massime onorificenze senza che si sia potuto stabilire chi ha avuto la responsabilità della strage”.
Non entriamo in argomento per rispetto dei sentimenti del valoroso Maresciallo, ma diciamo solo che le responsabilità di quei bravi Comandanti, operanti nella più totale solitudine in contingenze tanto difficili e per questo meritevoli del più grande rispetto, sono state valutate dalla Magistratura..Come ricordiamo, alle 08:40 in Italia di quel maledetto 12 novembre, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti alla base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana di Nassiriya, provocando l’esplosione del deposito munizioni e la morte di diciannove persone tra Carabinieri, militari e civili. Il tentativo degli attenti e reattivi Carabinieri di guardia all’ingresso della base “Maestrale” di fermare con le armi in dotazione i due attentatori suicidi riuscì appieno, tant’è che il camion non esplose all’interno della caserma ma sul cancello di entrata, altrimenti la strage sarebbe stata di ben più ampie dimensioni. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova Polizia irachena e dai civili del luogo.
Ora, quel che voglio in questa sede trattare è quanto accordato dallo Stato ai Caduti di Nassiriya, cioè la concessione di quella “Croce d’Onore” che fu istituita ad hoc con legge n.207 del 14 ottobre 2005 (per chi sia “deceduto ovvero abbia subito una invalidità permanente pari o superiore all’80% della capacità lavorativa, per effetto di ferite o lesioni riportate in conseguenza di atti di terrorismo o di atti comunque ostili commessi in suo danno all’estero durante lo svolgimento di operazioni militari e civili autorizzate dal Parlamento”), vale a dire solo una attestazione commemorativa, assimilabile al Cuore Purpureo (Purple Heart) degli USA, maestri in tante cose… Fu così che nella ricorrenza dell’attentato, il 12 novembre 2005, il Presidente della Repubblica Ciampi consegnò ai parenti delle vittime la Croce d’onore. Tutto ciò ha lasciato ovviamente l’amaro in bocca sia ai Congiunti dei Caduti, sia ai loro Compagni d’armi, in quanto si riteneva più che giusta e adeguata ai tragici eventi una Decorazione al Valor Militare. E questo anche perché, come prima evidenziato, ci fu reazione armata nei confronti degli attentatori, presupposto necessario per tali ricompense.
Nella circostanza, lo scrivente, quale addolorato Comandante nazionale del NOE, quale primo riconoscimento, propose al grande Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli, che sanzionò, la concessione della Medaglia d’Oro al Merito dell’Ambiente “alla Memoria”, che fu concessa con la seguente motivazione: “”L’azione qualificata ed incisiva svolta dal Tenente dei Carabinieri Alfonso Trincone, in servizio presso il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente dal 23 agosto 1989 e, dal 1° giugno 1996, al Comando della “Sezione Inquinamento da Sostanze Radioattive” dello stesso Reparto, è risultata strumento di eccezionale valenza operativa nell’azione di salvaguardia e conservazione dell’ambiente in Patria e in occasione di difficili missioni all’estero””. Un anno dopo presso il Comando, il Ministro appuntò sul cuore della cara signora Anna Maria Zollo, vedova del compianto e valoroso Tenente Trincone, la decorazione in parola.. La riunione fu anche l’occasione per conferire l’Encomio Solenne del Comandante Generale dell’Arma Luciano Gottardo al Reparto Specializzato, per l’elevata professionalità e incisività nello svolgimento di indagini complesse sulle ecomafie.
Passando ad altro argomento di natura similare, ricordiamo che ben diversamente, lo stesso Stato si comportò nei confronti di Nicola Calipari, il valoroso funzionario della Polizia di Stato effettivo al Servizio Informazioni e Sicurezza Militare, cui fu giustamente concessa la Medaglia d’ Oro al Valor Militare alla memoria per la sua “altissima testimonianza di nobili qualità civili, profondo senso dello Stato ed eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio della vita”. Calipari, come si ricorderà, assunse la direzione dell’ operazione volta a liberare la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata da terroristi in Iraq e, nel momento in cui l’ autovettura sulla quale viaggiava veniva fatta segno per errore di colpi d’ arma da fuoco ad un posto di blocco USA, con estremo slancio di altruismo, fece scudo alla connazionale con il suo corpo, rimanendo mortalmente colpito. Era la sera del 4 marzo 2005..
Altra vicenda…Il 14 luglio 2009, a Tarvisio (UD), quindi in tempi recenti, perché quella storia è stata nascosta e poi rivisitata molto dopo per motivi politici che non sto a raccontare perché i miei 25 lettori conoscono, sono state conferite le Medaglie d’Oro al Merito Civile “alla Memoria” ai 12 Carabinieri caduti. Perché Merito civile e non Militare…..? Ai posteri l’ardua sentenza… Si tratta dei Carabinieri uccisi nelle foibe nella lunga storia ampiamente trattata solo dagli sfortunati Italiani Giuliani e Dalmati, che la sera del 23 marzo 1944, vennero aggrediti da criminali partigiani comunisti titini mentre la Caserma era già circondata da altri complici, rimasti nascosti per raggiungere a tappe forzate Malga Bala, dove i militari vennero sterminati barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro..I cadaveri dei militari vennero rinvenuti casualmente da una pattuglia di militari tedeschi e recuperati per essere ricomposti presso la chiesa di Tarvisio tra il 31 marzo ed il 2 aprile 1944.
Concludo, considerando che a volte in questa “piccola”, non certamente dal punto di vista geografico, ma pur sempre per tradizioni di civiltà e cultura grande Italia, le burocrazie dei Palazzi e la modestia della politica non sanno o non vogliono, probabilmente per difetto di valutazione, riconoscere adeguatamente i meriti di propri Figli che con valore hanno rappresentato in armi la Patria lontani da Essa e che nulla hanno chiesto in vita se non il riconoscimento del proprio ONORE da morti!
Il risultato che ne consegue è sotto gli occhi di tutti, cioè malcontento e amarezza, tanta amarezza!
Concludendo, un rinnovato compiacimento a Fervicredo, l’ “Associazione dei Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere”..

via attualità.it

Cresce “la Casa di Italia Madre”

PROSEGUE LA RADICALIZZAZIONE SUL TERRITORIO

La Presidente di ITALIA MADRE Irene Pivetti, sentito il Coordinatore regionale pugliese del partito, Donato Tragni, ha conferito a Fabio Modesti l’incarico di coordinatore provinciale e cittadino di Bari, ritenendo che in Puglia “vi siano tutte le premesse per concretizzare gli obiettivi di ITALIA MADRE, ossia creare una classe politica competente e capace di ascoltare i territori promuovendo attività ed iniziative all’insegna della pragmaticità e della correttezza.

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Le Fashion Victim sono le operaie schiave

Costrette a turni estenuanti, anche di venti ore al giorno, private della libertà di movimento e di comunicare col mondo esterno, pagate non con uno stipendio mensile, ma con una modesta somma di denaro per le esigenze quotidiane: sono le giovani donne del Tamil Nadu, nell’India meridionale, che lavorano nell’industria tessile locale, che produce filati per le catene di fast fashion. Le loro storie sono raccontate nel documentario Fashion victims firmato da Chiara Cattaneo e Alessandro Brasile, in anteprima al Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, lo scorso 28 marzo a Milano.

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POVERTA’ ENERGETICA: nasce “l’Alleanza”, promossa da Adiconsum e Canale Energia

Una NUOVA ALLEANZA contro la POVERTÀ ENERGETICA

Call to action  #  www.povertaenergetica.it

a cura di GIAN PAOLO MENEGHINI

L’iniziativa ADICONSUM e CANALE ENERGIA, annunciata nel corso del convegno sul tema lo scorso 6 marzo, fa un passo in più e avvia un percorso sinergico tra aziende, istituzioni e consumatori finali

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Etica/Politica e Cronaca Nera # Due Dibattiti ad HoraFelix

PRESSO IL CAFFE’ LETTERARIO   HORAFELIX 

in via Reggio Emilia 89 – Roma

MERCOLEDI’  3  APRILE  ore 18.30 
# Presentazione del Libro di ENRICO GOTTI TEDEDESCI ed ENZO PENNETTA 

Era veramente ora che questo ambiguo idioma fosse castigato !

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SABATO  6  APRILE  ore  18.30
 Presentazione del Libro di SANDRO PROVVISIONATO 

 

 

 

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La foto riportata in apertura si riferisce ad una conferenza  – elevata ed emozionante – condotta da Massimo F. Finucci e Clarissa E. Bafaro  sulla “storia e magicità” del Pantheon, svoltasi  mercoledì 27 marzo  

Venezuela: l’impatto del blocco economico

Pubblichiamo in allegato un documentodel Ministero del Potere Popolare per gli Affari Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela sull’impatto del blocco economico e delle misure coercitive unilaterali come crimine di lesa umanità contro il Venezuela.
Tale documento è pervenuto alla nostra Redazione tramite l’Ambasciata Venezuelana di Roma; ci riserviamo comunque di approfondire tale argomento e di precisare la nostra posizione che, tra l’altro più volte è stata già evidenziata in precedenti articoli. 

IMPATTO BLOCCO ECONOMICO_ITA

Embajada de la República Bolivariana de Venezuela en la República Italiana –
Web: https://italia.embajada.gob.ve/  #  Tel: 06.8079797  #  Twitter: @embavenitalia
Facebook: Embajada de la República Bolivariana de Venezuela en Italia

Siria: la lotta dei crociati cristiani contro il fondamentalismo islamico

SIRIA: I NUOVI CROCIATI CRISTIANI COMBATTONO CONTRO IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO E L’EUROPA NON PORGE LORO ALCUN AIUTO.

Sotto assedio da sette anni, 20.000 cristiani sono bombardati dai terroristi. Nessun media parla di loro. Sono soli a combattere per sopravvivere. Impotenti, hanno visto passare i convogli degli jihadisti trasferiti verso Idlib. 160 morti. Civili innocenti, padri e adolescenti, famiglie in lutto.

La battaglia quotidiana di Mhardeh

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GIORGIO LA PIRA da Pozzallo al resto del Mondo

Dal Codice di Camaldoli 1943 alla fine del “carisma” con i referendum sul divorzio e l’aborto. Una riflessione sul “Venerabile della Chiesa” e la Repubblica italiana

RAFFAELE PANICO 

Nato a Pozzallo il 9 gennaio 1904, morto a Firenze 5 novembre 1977 Giorgio La Pira è stato proclamato venerabile dalla Chiesa cattolica. Chi era La Pira, nel quadro politico istituzionale dell’Italia in formazione, a partire dai primi di luglio 1943, lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia, la riunione pre-costituente che redige il “Codice di Camaldoli”, quindi la fase della defenestrazione del Duce il 25 luglio fino alla fine del fascismo e della prima fase della seconda guerra mondiale per il regno d’Italia, l’8 settembre, e la seconda fase più devastante, più lacerata per la risalita della Penisola delle multiformi armate degli Alleati, le loro violenze sui civili inermi italiani, città rase al suolo dalle bombe allora “non intelligenti” e dalla guerra civile tra italiani, con i tedeschi che si ritiravano, meno “abusatori” sui civili ma certo non meno punitivi con annesse stragi e continue commemorazioni di lutto collettivo (non lutto della Nazione post IV novembre 1918) ancora ai nostri giorni: per la memoria…

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Riflessioni sulla cultura italiana e il Primato laico e socialista

Cento e dieci anni di Futurismo

RI-riflessioni di  RAFFAELE PANICO per la Storia culturale degli italiani 1321-2021 l’augurio per celebrare Dante ALIGHIERI

La vita editoriale del periodico “Lacerba” è di pochi mesi, un anno e poco più: fondata il 1º gennaio 1913 da Giovanni Papini e Ardengo Soffici, la rivista termina le pubblicazioni il 22 maggio 1915, due giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia, il “Radioso Maggio”. Nell’ultimo editoriale Papini titola giustamente: Abbiamo vinto! Perché, giustamente?

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