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Pensa, prima di votare, pensa !!!

UN PROBLEMA SOTTOVALUTATO:

la “DISCRASIA tra STATO & REGIONI”

L’articolo di Giampaolo Visetti su Repubblica di venerdì 25 c.m. dà un ampio panorama dei desiderata delle Regioni che in questi ultimi dieci anni hanno evidenziato insofferenze a carattere di appartenenza nazionale, talvolta anche a rischio di reati di estrema gravità. Parla infatti della Regione Veneto, che in passato ha espresso la volontà di distaccarsi dall’Italia, ed adesso, sempre sulla falsariga del programma scritto da Bossi, inizia a comportarsi come stato a sé, scegliendosi la lingua nazionale. E’ come dire a duecento anni di moti irredentisti e di vari morti per l’Unità d’Italia, che si è scherzato.

Il perché c’è ed è comprensibile: trent’anni di governi inconsistenti e furbetti, unicamente diretti al tornaconto economico dei loro rappresentanti, hanno impoverito tutte le Regioni ed il male si è sentito soprattutto in quelle più solerti ed oneste, il Veneto ad esempio, ma anche altre. Niente riforme, niente giusto benessere: tasse e poi tasse: si vuol parlare di D’Alema, di Prodi, della Fornero, di Monti? E questo è citare a caso, l’uno vale l’altro, tutti uguali, ed ai cittadini le buche, l’indigenza in crescita.

La “Venexit” è alle porte, ma ci si fermerà qui? Una zona dopo l’altra, visto che, lo dimostra l’ultima bocciatura della legge Madia, le Regioni possono bloccare quello che a loro non piace o possono fare, come ha fatto il consistente partito leghista nel Veneto, il cammino del distacco dall’Italia.

matteo-salvini_fondo-magazine Allora, prima di votare, bisogna pensare se non sia giusto limitare il potere delle  Regioni: finiamola di imitare gli States, quelli, culturalmente o inculturalmente,  hanno la stessa matrice. Noi siamo Italia, tutti diversi e tutti, proprio per questo,  necessari gli uni agli altri per fare un corpo nazionale sano.

 A scuola si insegnava ai bambini la saggezza di Menenio Agrippa, che antepose ad  ogni giusta istanza l’unità di Roma, corpo sacro del presente e del futuro, e si era  nel 494 a.C. Ci si è bevuta anche la memoria?

 Bisogna restare uniti e cambiare, con opportune riforme, questa Italia da terzo  mondo. Togliere, prima che sia troppo tardi, lo strapotere alle Regioni, anche se è  giustificata la loro protesta: essa non vale la rovina d’Italia. Restiamo uniti ed  italiani, al diavolo i confini mantenuti da dialetti, lasciamo quelli voluti dalla  magnanimità della civiltà latina, difesi da veneti e friulani, da infoibati, da partigiani, sostenuti da lombardi, dai geneticamente romanissimi veneziani: i nostri morti gridano: pensare prima di votare. Non si faccia un favore al mondo, che aspetta leccandosi le fauci per spiccare qua un territorio, là un’industria, giù una città, per poi riderci dietro: non si è, in quanto Stato e Nazione, pastone per nessuno.

Marilù Giannone 

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NOTE A MARGINE  – In questo tentativo di riforma costituzionale il nostro Premier MATTEO RENZI ha intuito che il “potere” delle Regioni – politico e  legislativo – doveva essere almeno ridimensionato … ed è per questo che ora si trova contro tutto l’establishment della I^ e II^ Repubblica. Ed è per questo che. date le sue origini di boy-scout e di ex D.C., non ha osato quello uno Statista o un vero Leader avrebbe dovuto richiedere: l’abolizione delle Regioni (in particolare quelle a “statuto speciale”) e rafforzare invece le Province, così come le Prefetture. Ciò con buona pace o “buona fine” (… o “dolce morte”) di questo putrido consociativismo rappresentato generalmente dall’ Accozzaglia  del Fronte del No. Cioè di quella (così definita da Premier, a cui una certa ironia non manca) “Coesa Coalizione” ove si trovano alleati: Gianfranco Fini & Massimo D’Alema (prossimi Cavalieri del Lavoro di questa Repubblica), # Mario Monti & Elsa Fornero (ex Famiglia Adams), # i Partigiani dell’A.N.P.I. (ex “giovani della Resistenza”) & le Associazioni LGTB (per i cui componenti non occorrono approfondimenti), # le Associazioni Sindacali e i Sindacalisti (che dovrebbero tutelare il Lavoro ed i Lavoratori) e quasi tutte le c.d. Destre Moderate ed Estreme (che avrebbero potuto democraticamente archiviare questa Costituzione nata dall’ anti-Fascismo clerico-comunista). Le balorde dichiarazioni rilasciate in questi giorni da Umberto Bossi a favore dei diritti del “Nord” sono solo sintomaticamente significative.

 Inoltre il nostro Premier, pur avendo intuito la necessità di evitare un bicameralismo parallelo e sovrapposto, non ha osato quello che uno Statista o un vero Leader avrebbe dovuto richiedere: l’abolizione del Senato. Ma ciò premesso – a mio avviso e nonostante tutto – questa riforma meriterebbe di essere approvata, votando SI.  E  ciò a prescindere anche dalle insulse stupidaggini recitate dal palco o dal palcoscenico da parte di Beppe Grillo (i cui pseudo triunviri non sanno usare i congiuntivi e confondono il Cile con il Venezuela) invitando il Popolo a votare con la pancia e non con la testa. Io personalmente preferirei che il Popolo votasse con il Cuore e con il Cervello … attributi che purtroppo, insieme ad altri,  mancano a gran parte dei “Nostri (?) Politici” !  (G.M.)      

Il Giubileo è terminato ….

ma l’infinita Misericordia Divina non ha limiti

______________________intervento a cura di Yahya Pallavicini *

Giovedì 3 novembre Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano una significativa rappresentanza di esponenti delle varie confessioni religiose invitati dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso per sancire anche da un punto di vista ecumenico la conclusione dell’anno del Giubileo della Misericordia. Ebrei (presente il rabbino David Rosen da Gerusalemme), cristiani, musulmani (presente il mufti d’Egitto shaykh Shawki Allam), indù, shintoisti, buddhisti, taoisti, sikh insieme a rappresentanti di organizzazioni internazionali per il dialogo come la Comunità di Sant’Egidio, il Kaiciid, Religions for Peace, hanno partecipato a questa udienza nella quale Papa Francesco ha presentato una riflessione e un richiamo basato sulla Misericordia di Dio.

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Comunicato dell’ UNASUR

Comunicato della Segretaria Generale dell’ UNASUR  sulla  dichiarazione del Consiglio Permanente dell’OSA a sostegno del dialogo in Venezuela

La Segreteria Generale dell’ UNASUR, prende nota della Dichiarazione adottata ieri dal Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) a sostegno del dialogo politico in Venezuela, promosso dalla Santa Sede e dall’ UNASUR attraverso gli ex presidenti di Spagna, José Luis Rodríguez Zapatero, Panama, Martín Torrijos e Repubblica Dominicana, Leonel Fernández.

Tale Dichiarazione conferma che il dialogo rappresenta il cammino per risolvere le difficoltà che si trova ad affrontare il Venezuela e che solo i venezuelani, senza alcun tipo di imposizione esterna, devono decidere il proprio destino, come stanno già facendo attraverso i primi tavoli di Dialogo Nazionale.

Quito, Metà del Mondo, 17 novembre 2016

we can or we make ….?

DOPO “ YES WE CAN” E’ LA VOLTA DI “MAKE AMERICA GREAT AGAIN”

Ti cambio lo slogan e anche l’amministrazione; tra muri, espulsioni, clandestini, il post elezioni: c’è chi trionfa e chi contiene le lacrime.

Ora che gli Stati Uniti hanno eletto il nuovo Presidente il resto del mondo resterà in apnea per vedere come riserverà il post elezioni, dopo le sue forti dichiarazioni durante la campagna che sono rimbalzate sulla Stampa di tutto il mondo lasciando a bocca aperta gran parte dell’opinione pubblica. Negli States in migliaia in queste ore stanno esprimendo il proprio dissenso gridando lo slogan “ Not my presidente”, non sono mancati incidenti con le forze dell’ordine ed arresti.

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Roma: visita guidata al Parco Gianicolense per ricordare Padre Ugo Bassi

Una domenica sul Colle del Gianicolo per ricordare il patriota e martire P. Ugo Bassi. Con questo spirito l’associazione A. Cipriani Comitato Gianicolo e il Centro Studi Storici dei PP. Barnabiti hanno organizzato, per la mattina del 20 novembre, una visita guidata gratuita al Parco Gianicolense – Parco degli eroi. Nel corso della passeggiata i partecipanti hanno fatto una sosta nel Piazzale Garibaldi, davanti al busto di P. UGO BASSI, dove ha avuto luogo una cerimonia, resa più suggestiva dalle bandiere con il Tricolore e dalla presenza dei Bersaglieri di Roma guidati dal  Col. Nunzio Paolucci e rappresentati al Gianicolo dai bersaglieri Arnaldo Marini, Aldo Leonori con il trombettiere Daniele Ciaglia e Massimo Flumeri. A ricordare uno dei patrioti italiani che durante il Risorgimento hanno combattuto con le armi o con la parola per l’unificazione dell’Italia, sono intervenuti Enrico Luciani, per l’associazione A. Cipriani Comitato Gianicolo, P. Filippo Lovison, per il Centro Studi Storici dei PP. Barnabiti che ha deposto una corona d’alloro e Alessandro Manna, per il Comitato Ugo Bassi di Bologna che ha letto la lettera inviata al Santo Pontefice. Prendendo la parola, il presidente Luciani ha espresso la volontà di <sostenere tutte le azioni necessarie per la riabilitazione di Ugo Bassi con l’augurio di poterlo celebrare quanto prima presso la Chiesa di San Carlo ai Catinari, dove fu ordinato sacerdote, chiesa ora chiusa a seguito dei danni provocati dal terremoto>. A ricordare Ugo Bassi erano presenti, tra gli altri, il comandante dei Carabinieri al Gianicolo, Agostino PincaGiovanni Adducci per i garibaldini romani.
Al termine della cerimonia accompagnati dallo storico e giornalista Roberto Calabria, i partecipanti hanno proseguito la visita guidata al Parco Gianicolense, per concludere sul Belvedere della Passeggiata al Gianicolo, dove si trova il muro della Costituzione della Repubblica Romana del 1849, il cui testo, per l’occasione, è stato  illustrato dal magistrato Massimo Capoccetti e dal giudice onorario Noemi Cavicchia Grimaldi.

A Belgrado il Wiki4MediaFreedom. Una giornata di confronto per migliorare la disponibilità dei contenuti di qualità

Il 21 novembre giornalisti, attivisti per la libertà di stampa, esperti, volontari di Wikipedia si incontreranno a Belgrado, in Serbia, per l’edit-a-thon “Wiki4MEdiaFreedom”. L’edit-a-thon avrà luogo all’ImpactHub di Belgrado, prima dell’inizio dei lavori del South East Forum, conferenza annuale dedicata allo stato dei media nell’Europa sud-orientale. La giornata si aprirà con un breve tutorial su come creare contenuti su Wikipedia, seguiranno 4-5 ore di lavoro realizzato in stretta collaborazione tra wikipediani e partecipanti. “Wiki4MEdiaFreedom”si inserisce nell’ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF), ed è organizzato da Obc Transeuropa in collaborazione con Wikimedia Serbia e con il supporto di Wikimedia Italia, le corrispondenti nazionali della Wikimedia Foundation, la fondazione che si occupa della promozione del sapere libero a livello globale.
L’obiettivo dell’incontro sarà quello di confrontarsi e capire insieme come migliorare – nella più grande enciclopedia libera del mondo – la disponibilità di contenuti di qualità, oltre a concentrarsi sul tema della libertà di stampa e del pluralismo dei media. Ne corso della giornata ci si concentrerà sul panorama dei media in Europa e nello specifico su trasparenza e concentrazione della proprietà dei media; accesso alle informazioni pubbliche e libertà di informazione; censura e auto-censura. Un’attenzione particolare sarà dedicata al contesto della Serbia e degli altri paesi del sud-est Europa. L’evento è il seguito di un’iniziativa di Obc Transeuropa realizzata nell’ambito del progetto GLAM della Wikimedia Foundation (Gallerie, Biblioteche, Archivi e Musei), volto ad aiutare le istituzioni culturali a condividere i propri contenuti su Wikipedia. Il progetto GLAM “Wiki4MediaFreedom”, è stato realizzato attraverso la residenza di un wikipediano esperto presso Obc Transeuropa tra l’ottobre 2015 e il marzo 2016.

Contestazione generale

“IL CORRIERE della SERA”, giovedì 10 novembre, riportava, con ampia offerta di commenti, l’idea emergente in ambienti didattici diversi, secondo la quale gli studenti di ogni grado e livello devono diventare i protagonisti, e non più i fruitori, della scuola.

Si tratta di coinvolgere di più i distratti e svogliati discendi invitandoli a parlare dell’argomento scelto per la disciplina in aula, dividerli in gruppetti per svolgere i lavori, non assegnare compiti a casa e, per i più piccoli, ispirarsi al metodo di Steiner, lasciando che siano essi a scegliere di cosa vogliano parlare o di cosa vogliano occuparsi, dal cucire i cappelli o a costruire oggetti in creta o legno. In sostanza, una rivoluzione, una contestazione ai vecchi metodi.

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“Convivere in Pace”: Governo Bolivariano e Opposizione Venezuelana

“Convivere in Pace”
Dichiarazione congiunta del Governo Bolivariano e dell’Opposizione Venezuelana

I rappresentanti del governo e dell’opposizione impegnati nel dialogo nazionale desiderano formulare una dichiarazione congiunta davanti al popolo del Venezuela.

Riaffermiamo i valori e i principi che ci impegnano al rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica. Sono principi che condividiamo e che ci impegniamo a difendere, aldilà dei diversi modelli politici che rappresentiamo, della diversa visione che abbiamo della storia del Venezuela e delle nostre alternative per il futuro.

Oggi vogliamo parlare al popolo del Venezuela non come governo e opposizione, né come difensori dell’una o dell’altra ideologia o come maggioranza o minoranza politica. Oggi vogliamo parlare come cittadini del Venezuela, compatrioti, per riconoscerci a vicenda e promuovere il consenso, il bene comune che si trova al disopra delle nostre legittime differenze.

Oggi vogliamo parlare al nostro paese pensando innanzitutto alle generazioni più giovani, a coloro i quali, in un modo o nell’altro, hanno sofferto o soffrono a causa dei nostri momenti più difficili. Oggi vogliamo parlare di tolleranza, diritti umani, pace, prosperità economica, sovranità e felicità sociale.

Perché convivere è rispettare, riconoscere, forgiare vincoli che trascendono un momento storico e qualsiasi circostanza, per difficile che essa sia.

Convinti e impegnati nella pace del popolo e per il popolo, per il benessere sociale, materiale e morale, per la democrazia, esprimiamo il nostro fermo impegno per una convivenza pacifica, rispettosa e costruttiva.

Perché nella violenza e nella forza non c’è politica né convivenza. Perché non c’è politica né convivenza nell’odio, nella minaccia e nell’insulto. Ci impegniamo a promuovere un’azione politica rispettosa, che allontani, condanni ed eradichi dalla nostra società l’odio, la giustificazione della violenza, l’intolleranza e l’uso di questa come arma politica, così come l’ingiuria e l’insulto.

Vogliamo condurre una grande mobilitazione nazionale in favore della concordia, del riconoscimento reciproco e della pace.

Lanciamo un appello affinché la presente dichiarazione sia sostenuta dalle forze politiche, le istituzioni pubbliche, le organizzazioni sociali, i mezzi di comunicazione, le università, le comunità religiose, i centri educativi e tutta la società.

Inoltre, ci impegniamo in modo solenne affinché le nostre differenze politiche trovino una risposta che sia esclusivamente parte del quadro costituzionale: un cammino democratico, pacifico ed elettorale.

Al tempo stesso, ci impegniamo a rafforzare congiuntamente la nostra sovranità ed a respingere qualsiasi ingerenza esterna, di qualunque segno politico essa sia.

Ci impegniamo a promuovere uno sforzo congiunto, intenso ed urgente per superare le serie difficoltà che sta attraversando la nostra economia, vittima di molteplici forme di aggressione, che colpiscono specialmente i settori più umili della nostra popolazione, verso cui ci sentiamo maggiormente in obbligo.

Ci impegniamo ad un nuovo sforzo congiunto nella lotta contro l’insicurezza dei cittadini e la violenza criminale, contro le bande paramilitari e i gruppi violenti, così come all’urgenza del disarmo della popolazione.

In questo momento storico della nostra patria, saremo all’altezza di ciò che merita il nostro popolo. La storia merita soltanto il rispetto per le generazioni future, se è una storia di mutuo riconoscimento e di fraternità, pace, tolleranza e democrazia. Questo è il nostro impegno. Questo è il nostro dovere e la nostra determinazione. Il popolo del Venezuela lo merita.

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NOTE a MARGINE – La nostra Redazione ha ricevuto questo “Comunicado Oficial” dall’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela e ha provveduto a pubblicarlo, non solo per espletare un adempimento di semplice “comunicazione” come agenzia giornalistica, ma anche per una ampia e forte condivisione, sia del contenuto, sia del “messaggio”, che si evince dallo stesso Comunicato.  Noi infatti da sempre siamo assertori della così detta “TERZA VIA” che, accantonando e superando le diatribe tra comunismo, capitalismo e liberismo, intende perseguire politiche giuste e sociali, per il benessere e per la dignità del proprio Popolo che, a sua volta, dovrebbe formare un corpo unico con la Nazione e con lo Stato.

E dato l’argomento, per molteplici affinità elettive, desideriamo ricollegarci alla filosofia dell’ “UMANESIMO del LAVORO”, elaborata da Giovanni Gentile, recentemente rievocata e ricordata anche dal Pontefice Bergoglio.  A questo punto, tornando ancora più indietro nel tempo, desideriamo rammentare anche la più bella ed innovativa Costituzione promulgata nel XX Secolo: la “CARTA del CARNARO”, adottata nel Libero Stato della Città di Fiume, sotto la Reggenza di Gabriele D’Annunzio.  …E, a pensarci bene, si potrebbero anche riscontrare molti punti di contatto tra Gabriele D’Annunzio e Simon Bolivar. (G.M.)

29-11-2016 a Roma: Dibattito sul Referendum Costituzionale

martedì 29 novembre 2016 – h. 17:00

Sala S. Maria in Aquiro del Senato della Repubblica PIAZZA CAPRANICA, 72 – 00186 – ROMA

Conoscere per scegliere

Referendum Costituzionale

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Introduce e coordina:

Sen. Riccardo Pedrizzi

Presidente Regionale UCID Gruppo Lazio

Saluti:

Dott. Giancarlo Abete

Presidente Nazionale UCID

Sig.ra Giuliana Cucchi Petrianni

Presidente Regionale CIF Lazio

 

Relazioni:

Prof. Giovanni Maria Flick

Già membro della Corte Costituzionale e Ministro della Giustizia
Le ragioni del NO

Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Le ragioni del SI

Segue Dibattito 

 

R.S.V.P. entro il 23.11  a:   info@riccardopedrizzi.it  #   presidenza.nazionale@ucid.it   #  cifpresidenza.lazio@gmail.com

Post 8 Novembre

After United States Presidential Election, 2016

Dopo i risultati elettorali che mercoledì 8 Novembre hanno ratificato la vittoria di Donald Trump, contro tutte le previsioni degli analisti, degli opinionisti, dei sondaggisti, nonché dei poteri più o meno forti dell’establishment finanziario e politico  …. forse è ora di leggere qualche riflessione leggermente più seria e pacata.

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Più vicini a Putin su Siria e Ucraina

Ed ora? Quali effetti avrà la vittoria di Donald Trump sull’Europa e sull’Italia? Se le promesse elettorali del magnate americano verranno mantenute, la prima conseguenza sarà l’allentamento delle tensioni con la Russia. Questo potrebbe portare a benefiche conseguenze sia in Siria che nell’Ucraina orientale.

In Siria la guerra civile è stata finora alimentata da due schieramenti, guidati da Russia e Stati Uniti. Da un lato gli americani, che armano i ribelli sperando di disarcionare Bassar al Assad con un nuovo leader a loro vicino. Dall’altro i russi, che bombardano i ribelli sostenuti dagli americani per mantenere il dittatore siriano al potere. La questione della Siria è cruciale per i Russi, che hanno lì l’unica base nel mediterraneo per il rifornimento delle navi russe. Ma è strategica anche per gli americani tanto che Obama, pur di eliminare Assad, stava per scatenare una guerra contro il dittatore siriano per poi infine placarsi, grazie alla mediazione di Putin ed alla disponibilità del governo siriano a consegnare le armi chimiche detenute. E’ evidente che, in questo quadro, la guerra in Siria non terminerà senza un accordo tra le due superpotenze. La vittoria di Trump, che in campagna elettorale ha annunciato la volontà di uscire dalla persistente rivalità con la Russia che ha contraddistinto l’amministrazione Obama, potrebbe rendere più abbordabile questo accordo sulla Siria tra Usa e Russia. Questo avrebbe conseguenze benefiche in Europa ed in Italia. La fine della guerra civile in Siria arresterebbe infatti non solo il fenomeno dei foreign fighters europei che vanno a combattere nelle terre siriane a sostegno dell’ISIS, ma anche l’afflusso dei profughi siriani verso l’ Europa e verso l’Italia, che è uno dei Paesi del Mediterraneo più esposti alle ondate migratorie.

La seconda conseguenza benefica dell’allentamento delle tensioni tra Usa e Russia potrebbe riguardare l’Ucraina. Questo Paese, dopo la caduta dell’impero sovietico, aveva assunto le caratteristiche di uno Stato neutrale. Gli Stati Uniti hanno però cercato di assorbirla nella Nato. A questo tentativo, Putin ha risposto con fermezza. Perché l’Ucraina confina con la Russia e Putin non può permettersi di perdere uno strategico cuscinetto protettivo indispensabile per una grande potenza. Per questo, nel marzo 2014, la Russia ha invaso l’Ucraina orientale e la Crimea, che ospita una base navale russa strategica come quella sulla costa siriana. L’invasione dell’ Ucraina ha determinato le sanzioni contro la Russia. Ma queste sanzioni hanno finito per penalizzare duramente l’Italia, che ha forti legami economici con la Russia per l’energia, per l’export, per il turismo. La fine del braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia potrebbe portare ad una soluzione pacifica per l’Ucraina con conseguenze positive per l’Italia, che ha bisogno come il pane di un rapporto privilegiato con la Russia, non a caso coltivato in passato fortemente sia da Berlusconi che da Prodi.

La vittoria di Trump potrebbe invece portare conseguenze negative nei rapporti con l’Iran, che Obama aveva lucidamente sdoganato. L’Iran, al momento, è la principale roccaforte islamica sciita contro l’Isis fondamentalista e sunnita. L’Iran è quindi, nel mondo islamico, il principale nemico dell’Isis. L’annunciata volontà di Trump di assumere un atteggiamento più aggressivo verso l’Iran, rischia di fare il gioco dell’Isis, relegando Teheran a vaso di coccio tra l’onda d’urto USA e quella del terrorismo sunnita. E’ su questo terreno che sarà più delicata la mediazione con Putin. Se invece anche qui prevalesse l’accordo USA Russia, questo porterebbe grandi benefici alle imprese italiane che, dopo lo sdoganamento di Teheran da parte di Obama, si sono lanciate sull’Iran come fosse il nuovo Eldorado.

Domenico Crocco

Bugie & Disinformazione sui media

Comunicato n. 80/16 dell’11 novembre 2016 – Giorno di San Martino – del  Centro Studi Federici  –  per una nuova insorgenza

Aleppo: le menzogne dei media 

 I giornali sono fogli di carta imbrattati al servizio dei sepolcri imbiancati occidentali. Un esempio eclatante proviene dal modo di manipolare le notizie relative alla Siria in generale e ad Aleppo in particolare.

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Provenza: primo corso di lingua e cultura napoletana

Martedì 8 novembre 2016 si è svolto in Provenza il primo appuntamento del Corso di lingua e cultura napoletana organizzato dall’associazione culturale Bella Napoli e patrocinato dal Comune di Port-Saint-Louis-du-Rhône, con l’approvazione del consiglio direttivo dell’associazione provenzale A.E.L.R. (Alliance Européenne des Langues Régionales).

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Una mostra per ragionare

Ungheria, 23 ottobre – 11 novembre 1956

Si chiude oggi l’11 novembre, la mostra fotografica sulla Rivoluzione d’Ungheria, esposta all’Accademia ungherese di via Giulia, 1. E’ dedicata a Di Biasi, un nostro grande fotoreporter, giornalista e collaboratore di una grande rivista, Epoca, che negli anni cinquanta polarizzava i desideri d’informazione dell’Italia intera.

Molti italiani che vissero quel momento oggi sono anziani, ed ai ragazzi sono state date ad arte notizie vaghe e confuse, se non dichiaratamente di parte: la paura di un nuovo conflitto era tanta e si badava a non offendere il blocco sovietico. Inoltre l’impatto della sua gelida azione di repressione che dimostrò quanto ancora incivile e barbaro fosse l’Oriente spaccò in due l’allora compatto, almeno in facciata, Partito Comunista, legato al cordone economico stalinista e trascinato dalle foie di primato e di dominio.

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La scuola è inutile …. (?)

Non c’è testata, grande o piccola che sia, non c’è tavola rotonda, non c’è riunione, dalla condominiale al tè delle signore, nelle quali non si tempesti contro le scuole, approdando poi a giudizi e suggerimenti talvolta propriamente lunari.

Ma è opinione comune che, cancellando giustamente le “correzioni” burocratico-strutturali dei Ministeri, il carico del pessimo funzionamento delle zone d’istruzione e dei vizi che da esse fioriscono come erbe selvatiche e radicate, si attribuisca agli insegnanti o alla “mancanza di fondi”. Vogliamo, invece, rompere ancora l’imene buonista e decrepito che offende la crescita del cittadino? Bene, dire la verità:  la colpa è di una legge non scritta per le scuole, ma esistente nell’economia di ogni Nazione: la legge della concorrenza.

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24-11-2016 a Roma: Rapporto 2016 sullo stato dei Beni Culturali in Italia

Presentazione Rapporto 2016 sullo stato dei Beni Culturali in Italia

Giovedi 24 Novembre ore 11,30

Sala Stampa della Camera dei Deputati

via della Missione, 4 – Roma

ACCREDITO OBBLIGATORIO 

Si precisa che sarà possibile accreditare solamente 25 persone, superato questo limite dovremo respingere le richieste eccedenti. E’ da ritenersi valido l’accredito al quale si darà risposta positiva da questa mail per l’accesso in sala stampa. 

In allegato programma

Si ricorda che per partecipare alla conferenza stampa è OBBLIGATORIO accreditarsi inviando una mail con nome e

cognome a fareambientenazionale@gmail.com entro e non oltre la mattina del 23 novembre. Si prega di far presente

se si è in possesso di fotocamere o cineprese in quanto anche quest’ultime necessitano di accredito. Per gli uomini è

richiesto di indossare la giacca.

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IV Novembre

OGGI IV NOVEMBRE, come oramai da più anni, siamo ritornati a celebrare – anche se nel contesto di un normale e quasi anonimo giorno lavorativo – la “Festa dell’Unità Nazionale”, delle Forze  Armate ed in onore dei Caduti per la Patria.

Mi ricordo quando, ancora studente (essendomi diplomato nel ’61), la giornata era considerata una vera e propria Festa Nazionale, per celebrare l’ anniversario della “Vittoria” nella Prima Guerra Mondiale, allora denominata – in base ai ricordi delle generazioni più anziane e dei nostri nonni – la “Grande Guerra”. Mi ricordo allora di un lungo ponte scolastico di ben 4 giorni, che iniziava con il 1° Novembre,  Festa di Tutti i Santi !

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Un ragionamento per il 4 dicembre

 La Riforma Costituzionale Renzi – Boschi

All’inizio di dicembre, fra poco più di un mese, saremo chiamati al voto per un nuovo referendum popolare, dopo quello di primavera, quello d’autunno, ovvero con un SI o con un NO dovremo accettare o respingere il testo delle modifiche alla costituzione approvate dal Senato della Repubblica, in seconda votazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, nella seduta del 20 gennaio 2016, e dalla Camera dei deputati, in seconda votazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, nella seduta del 12 aprile 2016.

I sondaggi indicano che molti sono ancora gli indecisi, il referendum non è soggetto ad un quorum, vince chi prende un voto in più sia il SI o il NO.

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