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Cinema, storia delle manifestazioni e dei festival più importanti del nostro Paese

Il cinema italiano nasce nel 1896 con la prima proiezione mai prodotta prima, grazie al Cinématographe Lumière, sito presso lo studio fotografico Le Lieure, di Roma, realizzato dagli inventori, e imprenditori francesi Auguste Marie Louis Nicola e Louis Jean Lumière.

A Roma in quegli anni si incominciarono a realizzare a titolo di esperimento questi filmati, brevissimi documentari soprattutto, i cui soggetti erano dei panorami cittadini, regnanti, e papi, di quest’ultimi il più celebre e tutt’ora visibile, è un breve filmato che ritrae Sua Santità Leone XIII all’interno dei Giardini Vaticani, girato dal famoso autore Vittorio Calcina. Queste riprese incontravano senza difficoltà la curiosità delle persone e del ceto popolare, attirato dalle immagini in movimenti che consentivano di scorgere realtà lontane, tanto da porre le basi per la nascita di quella che sarà l’industria cinematografica vera e propria. 

Tale fascinazione per il cinematografo non risparmia neanche il ceto più abbiente, nonostante agli agli inizi, sia la stampa che gli intellettuali lo guardavano con un certo distacco.

Lo stesso Vittorio Emanuele assistette insieme alla principessa Elena di Monaco ad una proiezione organizzata da Calcina, presso Palazzo Pitti di Firenze, mossi dal desiderio di provare questa nuova invenzione.

Agli inizi del Novecento la cinematografia italiana si diffuse in tutto il Mondo, grazie anche a uno dei più grandi film nostrani mai realizzati, il colossal Cabiria del regista Giovanni Pastrone, il primo ad essere stato proiettato anche alla Casa Bianca.

In quegli anni nascono nel Paese moltissime case di produzione e parallelamente si diffondono le sale cinematografiche.

Dopo una breve parentesi di crisi causata dal cinema americano e tedesco, con l’avvento del sonoro e la nascita nel 1936 di Cinecittà, dalle ceneri dell’incendio che distrusse gli studi della Cines, il cinema italiano torna in auge sotto il controllo finanziario e politico del regime fascista.

Benito Mussolini infatti ne era un grande sostenitore e lo sfruttò per la realizzazione di pellicole propagandistiche, tanto che varò una legge atta a promuovere il cinema nazionale e a penalizzare le pellicole di importazione. 

Ma è con il secondo dopoguerra che godrà di gran fama ottenendo moltissimo successo e consenso sia dalla critica che dal pubblico; nasce infatti il cinema neorealista e successivamente la commedia all’italiana con Monicelli, Risi, Comencini,Scola, Totò e Alberto Sordi, e il cinema d’autore con i grandi Fellini, Visconti, Vittorio De Sica, Antonioni, Olmi e Pasolini.

Per omaggiare l’arte cinematografica sono nate in tutto il Mondo delle manifestazioni come gli Academy Award, meglio conosciuto come Premio Oscar, i cui premi vengono attribuiti dall’AMPAS, (Academy of Motion Picture Arts and Schences) l’organizzazione composta da attori, registi, e produttori e rappresenta l’onoreficenza più importante del settore. Nel nostro Paese invece la più importante manifestazione cinematografica, nonchè la più antica è la Mostra internazionale d’arte cinematografica, meglio conosciuta come la Mostra del cinema di Venezia.

L’esposizione è nata nel 1932 da un’idea dell’allora presidente della Biennale di Venezia, organizzazione che si occupa delle arti figurative in generale, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, insieme al segretario generale, lo scultore romano Antonio Maraini e al fondatore dell’Unione Cinematografica Educativa e direttore dell’Istituto internazionale per la cinematografia educativa, Luciano De Feo.

La primissima edizione della mostra svoltasi presso la terraza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia nel corso della XVIIIª edizione della Biennale, riscosse un grande successo anche se non aveva un vero e proprio regolamento nè uno stile da competizione cinematografica e i vincitori furono selezionati tramite un referendum tra il pubblico, in assenza di premi uffuciali; nonostante questo verranno proiettate pellicole divenute dei classici della storia del cinema come Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Rouben Mamoulian che ha dato inizio alla manifestazione, Grand Hotel di Edmund Goulding, Frankenstein di James Whale, Gli uomini che mascalzoni di Mario Camerini. 

A dominare la scena oltre le pellicole vi erano i divi del momento come Greta Garbo, Clark Gable, Fredric March, Wallace Beery, Norma Shearer, James Cagney, Ronald Colman, Loretta Young, John Barrymore, Joan Crawford, fino al divo italiano Vittorio De Sica.

Nell’agosto del 1934 si svolge la seconda edizione della mostra e sarà la prima vera competizione: 19 sono le nazioni partecipanti e oltre 300 i giornalisti accreditati. In questa occasione viene anche istituita la Coppa Mussolini attribuita al miglior film italiano e straniero.

Anche questa volta non ci sarà una giuria e ad attribuire i premi sarà la presidenza della Biennale grazie ai pareri del pubblico e in accordo con Istituto Internazionale per la Cinematografia Educativa.

Vengono assegnate anche le “Grandi Medaglie d’Oro dell’Associazione Nazionale Fascista dello Spettacolo” per le migliori interpretazioni, e quella per la migliore attrice viene vinta da una giovane Katharine Hepburn per la sua interpretazione in Little Women di Cukor. Il premio per il miglior film straniero, che va a The Man of Aran di Flaherty, sanziona il gusto dell’epoca per il documentario d’autore. Questo però è anche l’anno del primo scandalo della Mostra, a causa di una sequenza del film cecoslovacco Extase di Gustav Machatý in cui l’attrice Hedy Kieslerová (che si chiamerà in seguito Hedy Lamarr) appare completamente nuda destando non poco scalpore.

Il 1935 segna l’anno di svolta per la mostra che, sotto la direzione di Ottavio Croze diventa un incontro annuale, grazie anche al successo sia di pubblico che di partecipazioni e viene istituita la Coppa Volpi, il premio per gli attori intitolato al patron della manifestazione, il conte Volpi. In quell’anno viene anche inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema che viene utilizzato ancora oggi, realizzato in tempi record dall’architetto Luigi Quagliata. La mostra giunta alla 79ª edizione, tenutasi dal 31 agosto al 10 settembre 2022, è suddivisa in sezioni: oltre quella ufficiale nella quale vengono presentati fino un massimo di 21 pellicole in prima mondiale, troviamo: 

●la sezione Fuori Concorso in cui si presentano i 20 film più significativi dell’anno, 

●la sezione Orizzonti, dedicato a film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive del cinema mondiale, con particolare riguardo per gli esordi, gli autori emergenti e non ancora pienamente affermati, le cinematografie minori e meno conosciute, ma anche opere che si misurano con i generi e la produzione corrente con intenti d’innovazione e di originalità creativa, 

●la sezione Orizzonti extra che pur non essendo competitiva prevede l’assegnazione del Premio del Pubblico e comprende film che superino i 60 minuti, senza vincoli di genere, destinazione e la sezione Venezia Classici, che ospita una selezione dei migliori film classici restaurati, realizzati nell’ultimo anni da cineteche, istituzioni culturali e produzioni proveniente da tutto il Mondo.

Esiste anche una sezione particolarmente tecnologica, la Venice VR Expanded, che prevede la presentazione online di 30 progetti in realtà virtuale in prima mondiale o internazionale purchè siano realizzati nei formati stabiliti dall’organizzazione.

La Mostra del Cinema di Venezia non è solo un’evento in cui si premiano delle produzioni cinematografiche o gli attori, ma è un’occasione di incontro e networking per tutti i professionisti che lavorano nel settore, per questo parallelamente ad essa, si svolge il Venice Production Bridge, un mercato del film in cui si presentano progetti in fase avanzata di sviluppo e pre-finanziamento relativo a documentari, film, lavori in VR.

La tradizione cinematografica nel nostro Paese è molto viva tanto che oltre alla Mostra del cinema di Venezia, nel corso degli anni sono nate moltissime manifestazioni che ogni anni attirano un gran numero di pubblico e stampa sia nazionale che internazionale.

Alla fine del 1964 il critico e storico cinematografico Lino Micciché con il collega Bruno Torri, realizzarono la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, un evento gestito e finanziato dalla Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus con la partecipazione del Comune di Pesaro, della Provincia di Pesaro e Urbino, della Regione Marche, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Programma Media dell’Unione Europea. Una manifestazione che ha come mission quella di promuovere e divulgare i processi di rinnovamento, crescita e maturazione del cinema stesso, mediante la riproduzione di opere prime solitamente di giovani registi, cercando sempre di proporsi come un polo attivo e centrale della promozionione e divulgazione del nuovo cinema,  tagliando di netto con i legami hollywoodiani classici.

Per questo i film erano spesso accompagnati da un “Quaderno di documentazione” contenente critiche, dichisrazioni, interviste o documenti. Così apprezzati da studiosi e curiosi, da venire affidati a una casa editrice negli anni ’80.

Negli anni ’70 quella che era nata come Rassegna cinematografica internazionale di Messina e Taormina, si sdoppia dando vita al festival competitivo denominato dal suo direttore Guglielmo Biraghi “Festival internazionale del cinema di Taormina” che si svolge contemporaneamente alla rassegna di Messina.

I vincitori del festival vengono premiati con dei trofei che richiamano la mitologia, come “Cariddi”, o la “Maschera di Polifemoper i migliori interpreti.

Nello stesso periodo, Il giovanissimo Claudio Gubitosi diede vita al Giffoni Film Festival, un evento dedicato ai ragazzi e ai bambini di tutto il Mondo che si tiene ogni anni nel mese di luglio per circa dieci giorni nella città di Giffoni Valle Piana, Salerno. Partita come una manifestazione regionale, si è affermata a livello internazionale tanto da attirare diverse personalità del mondo cinematografico, culturale e musicale. Nel corso delle serate vengono proiettati i film in concorso e i giovani sono chiamati a discuterne con gli interpreti, gli autori e i registi, per poi dichiararne il vincitore. Dagli anni ’70 ad oggi il festival ha subito una evoluzione di stampo decisamente internazionale, tanto che dal 2009 il marchio del festival diventa Giffoni Experience, e nascono nuovi marchi come Giffoni Voyager dedicato all’esportazione del format non solo nel nostro Paese, ma anche all’estero. Il Giffoni Innovation Hub, dedicato alle nuove tecnologie e alle start-up, il Giffoni Opportunity che ruota intorno al concetto di nuove chance di marketing e di comunicazione e il Giffoni Digital Department che si occupa della ricerca di materiali audiovisivi di qualità.

Prendendo l’idea dal Giffoni, nel 1981 l’allora assessore alla gioventù di Torino, Fiorenzo Alfieri, decide di dare il via nel capoluogo piemontese a un festival cinematografico dedicato ai giovani per i giovani. Affida così il progetto al critico cinematografico Gianni Rondolino e al regista e Ansano Giannarelli i quali presenteranno il progetto del Torino Film Festival, nato nel 1982.

A differenza dei numerosi festival che vengono alla luce in quegli anni, il TFF si distingue per la sua natura di manifestazione metropolitana, cercando di rispondere alla domanda culturale di una grande città piuttosto che arricchire le serate estive, in un florido momento di evoluzione tecnologica per quanto riguarda la realizzazione di prodotti audiovisivi: viene introdotta anche la visione di pellicole realizzate con immagini elettroniche.

Il ricco programma non solo offre produzioni cinematografiche d’autore e di genere anche di produzioni internazionali, ma anche una restrospettiva di prodotti passati indebitamente trascurati.

Il Capri Hollywood International Film Festival istituito nel 1995 dal giornalista e produttore televisivo, Pascal Vicedomini, in associazione con Capri In The World Institute, organizzazione da lui stesso fondata.

Questo festival si svolge a Capri ogni fine anno a cavallo tra Dicembre e Gennaio con l’obiettivo di premiare il meglio dell’industria italiana ed internazionale. Seguendo lo stesso regolamento, le due sezioni (italiana e internazionale) possono competere cortrometraggi, lungometraggi e mediometraggi, selezionati dalla commissione Academy Scientific Board che ne giudica il lavoro e dichiara il vincitore.

Questa manifestazione è stata fortemente voluta dal suo patron Pascal Vicedomini, di origine Salernitana, per rilanciare il Mezzogiorno durante il periodo invernale, riuscendo col tempo a diventare un evento mediatico e culturale di grande importanza, che è riuscita a mostrare il forte legame tra Italia e Stati Uniti, facendo sfilare sul tappeto rosso numerose celebrità e divi, da Carlo Verdone a Brigitte Nielsen o ancora Ennio Morricone e Quentin Tarantino, premiato col Best Director, per il film “C’era una volta Hollywood”.

Grazie alla sua carriera anche come ideatore di eventi legati al Cinema, è divenuto famoso a livello internazionale come colui che ha portato l’Italia nel Mondo, il “ponte tra Italia e Hollywood”, dando vita a manifestazioni di livello e prestigio come l’Ischia Festival, caratterizzato dal fatto di essere l’unico concorso cinematografico strettamente incentrato sulle bellezze paesaggistiche, tanto da utilizzarle come film rouge dell’evento, Capri Film Festival e il Los Angeles Italia Film Fashion e Art Festival di Hollywood. Quest’ultimo si svolge durante la settimana degli Oscar.

Un altro importantissimo evento è senza dubbio l’Umbria Film Festival, istituito nel 1997 dall’Associazione Umbria Film Festival con il Comune di Montone e i Riverside Studios di Londra.

Nella seconda settimana di Luglio, l’Umbria accoglie un folto pubblico che partecipa alla visione gratuita di alcuni film selezionati, che vengono proiettati nella piazza. La Direzione artistica del festival insieme ai volontari dell’Associazione e il Comune, selezionano il meglio della cinematografia internazionale, non trascurando neanche i più piccoli: per loro vengono proiettati alcuni corti e lungometraggi, di animazione e non. Nonostante la sua “dimensione locale” molti nomi importanti del cinema internazionale hanno partecipato a questa rassegna, come Giuseppe Tornatore, Paola Cortellesi, Ferzan Ozpetek, Colin Firth, Terry Gilliam e Stephen Frears.

Tra tutte queste manifestazioni legate al mondo del cinema e dello spettacolo, non poteva mancare anche un festival capitolino.

Da un’idea del critico Mario Sesti, dopo alcune riunioni con dei produttori cinematografici, nacque il Festival del cinema di Roma, presentato nel 2005 dal sindaco capitolino Walter Vletroni nel corso della Mostra del cinema di Venezia, evidenziando come le due kermesse non siano in competizione, probabilmente per sedare le non poche critiche dell’epoca.

Debutterà l’anno seguente la prima edizione della Festa del cinema di Roma, promossa da Veltroni, sindaco proveniente da una famiglia vicina al mondo del piccolo schermo, il padre infatti era il famoso giornalista, sceneggiatore, conduttore radiofonico e dirigente Rai, Vittorio Veltroni.

La manifestazione prende vita in un periodo molto florido per Roma dal punto di vista delle attività di stampo culturale e non come le prime Notti Bianche, la mostra sulla Cina, Matisse e la realizzazione dell’Auditorium Parco della Musica, il primo Piano regolatore sociale della Capitale.

La kermesse organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma si svolge ogni anno presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, ma contrariamente alla Mostra del Cinema di Venezia, non è una competizione, dal 2014 infatti i film non gareggiano ma vengono giudicati dal pubblico e i premi che vengono assegnati sono il Premio alla Carriera e il Premio del Pubblico BNL. Come dichiarato in più occasioni dallo stesso Veltroni, è una festa in onore del cinema e della tradizione il cui programma è molto fitto di eventi, ai quali prendono parte attori, registi, di stampo internazionale.

Rapprensenta un importantissimo momento di networking per gli addetti ai lavori anche perché contemporaneamente al festival si tiene il MIA, Mercato Internazionale dell’Audiovisivo alla compravendita di prodotti rivolti ai professionisti dell’industria cinematografica, proiezioni riservate in sala, incontri tra produttori, venditori e compratori. Non mancano workshop e convegni sull’industria del cinema nazionale e internazionale.

Oggi la componente internazionale del Festival è diventata estremamente importante, tanto che il nuovo regolamento prevede ufficialmente un concorso internazionale. Nell’edizione terminata il 23 ottobre, tra i premiati si annovera il regista tedesco Fath Akin, che ha ricevuto per l’impegno nella difesa dei diritti umani i Premi Kinèo e GCHR Movie for Humanity Award. Quest’ultimo insiema al Green&Blue Award in collaborazione con l’UNESCO, rappresenta uno dei premi internazionali più prestigiosi dell’intera manifestazione.

Parallelamente alla sezione Ufficiale dove vengono proiettati film provenienti dal cinema indipendente, di registi affermati o emergenti, di genere, ci sono: La sezione Tutti ne parlano, dedicata ai titoli più attesi provenienti da festival di livello internazionale; la sezione Eventi speciali dedicata a film, documentari o serie che affrontano temi di attualità e avvicinano il mondo del cinema con le arti come musica, moda e sport; La sezione Incontri ravvicinati, occasione di confronto tra pubblico e attori, registi, esponendi della cultura italiana e internazionale 

che raccontano il proprio percorso e rispondono alle domande; La sezione Omaggi, in memoria dei grandi nomi che hanno fatto la storia del cinema;

La sezione Riflessi, dove vengono presentate storie provenienti da ogni parte del Mondo; La sezione Duel in cui due personalità del mondo del cinema si sfidano davanti al pubblico in un confronto sui temi legati al settore; la sezione Fedeltà/Tradimenti in cui scrittori italiani e internazionali commentano la trasposizione cinematografica di celebri opere letterarie e la sezione Film della vita, che passa in rassegna i film preferiti dal Direttore Artistico, i membri del Comitato di Selezione e il Responsabile Retrospettive e che hanno segnato il loro percorso lavorativo.                                                                        Dedicata ai più piccoli e ai ragazzi, la sezione Alice nella Città, qui sono proprio loro i giudici che valutano le pellicole loro dedicate.

Francesca Marti

Novembre Nordico. Tracce Nordiche a Roma tra mostre, concerti e cinema

Dal 2 al 30 novembre Roma riscopre le sue radici nordiche con Novembre Nordico. Tracce nordiche a Roma promosso dalle Ambasciate di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, il Circolo Scandinavo e i quattro Istituti culturali e scientifici nordici: l’Accademia di Danimarca a Roma, l’Istituto di Finlandia a Roma, l’Istituto di Norvegia in Roma, l’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma, che si uniscono in questa occasione per divulgare un ricco programma di iniziative per valorizzare il legame storico dei Paesi Nordici con la città di Roma e per creare nuovi momenti di scambio attraverso mostre, talk, concerti, il Nordic Film Fest, e le case di illustri personaggi storici aperte al pubblico.

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A colloquio con Romana Maggiora Vergano sull’emozione della recitazione

LE IDEE CHIARE DI UNA GIOVANE ATTRICE DESTINATA A LASCIARE IL SEGNO

Una conversazione con Massimiliano Serriello

È davvero destinata a lasciare il segno Romana Maggiora Vergano (nella foto). Ho voluto rigorosamente – o quasi: ogni tanto il “tu” scatta in automatico – darle del “lei”. Il 2 settembre, alla Sala Giardino, nell’ambito della 79ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, gli spettatori dal palato fine potranno applaudirne l’entusiasmo creativo profuso in Come le tartarughe di Monica Dugo nel ruolo dell’adolescente Sveva che passa dal disincanto dinanzi al dolore materno al sensibile processo d’immedesimazione. 

Ad animare invece il copione del dramedy generazionale all’italiana Gli anni belli, al di là del colpo di gomito dei richiami citazionistici cari all’autore postmoderno per eccellenza del rievocatissimo 1994, Quentin Tarantino, provvede soprattutto l’intesa stabilita da Romana con Maria Grazia Cucinotta. Un’intesa in un certo senso da Fiori d’acciaio, in altre parole di donne garbate ma toste, anche se, a onor del vero, Gli anni belli nemmeno costeggia la virtù di far ridere gli spettatori tra le lacrime sulla scorta dell’esempio fornito a futura memoria dal miglior film di sempre sull’intesa femminile corroborata dalla forza dei legami di sangue: Voglia di tenerezza

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L’arte “diversa”: tra ‘400 e ‘600, i tormentati artisti di Mario Dal Bello

L’arte è senz’altro –per usare la storica definizione di Benedetto Croce– “espressione sentimentale immediata”. Ma come nascono l’ispirazione e il processo artistico? Quali facoltà umane mettono in moto? Con quali criteri e meccanismi? Primo ad avviare studi specifici in questo campo fu il padre stesso della psicanalisiSigmund Freud, il quale capì che la supposta separazione (e, per alcuni, addirittura antitesi) tra conscio e inconscio, normale e patologico, umano e divino, in realtà è inesistente.

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17 agosto 2011, …..undici anni fa,
la scomparsa di Gualtiero Jacopetti

 Un  “A-mar-còrd” per il Regista di “AFRICA ADDIO”
a cura di AMERINO GRIFFINI, postato su FB del 17.8.2022 (*)
 
Un ricordo personale di undici anni fa. 
Nel 2011 abitavo a Barga, in Garfagnana, quando mi giunse la notizia della morte del regista Gualtiero Jacopetti al quale Barga doveva qualcosa. Ancora emozionato per la notizia scrissi questa nota che ripropongo:
“17 Agosto 2011, è morto Gualtiero Jacopetti”
 
***** *** *****
L’indimenticabile regista di “Africa addio”, film accusato di essere filo-colonialista, razzista, fascista…… ma che a noi piacque come documento nostalgico di un’Africa umana e disperata, bellissima e maledetta.
In quella metà degli anni ’60, quando uscì “Africa addio”, non avevamo ancora letto Frantz Fanon e avevamo ancora addosso le cicatrici delle storie rosse del sangue della decolonizzazione, il nostro cuore batteva ancora per l’Algeria francese e per il Sudafrica dei Boeri; nelle nostre famiglie c’erano ancora familiari che erano stati nell’Africa italiana, che avevano combattuto nel Corno d’Africa, che avevano costruito in Libia.
Noi sognavamo di dare una mano alla Rhodesia di Jan Smith e di andare a difendere la diga di Cabora Bassa nel Mozambico portoghese.
 
Complicato spiegare oggi quali fossero le nostre pulsioni di allora, certo non motivate dal razzismo.
Eppure quel film di Jacopetti mantiene ancora inalterata oggi la sua visione di un’Africa di brancos y pretos, di bianchi e neri, diversi ma non nemici, semmai divisi trasversalmente da ideologie e alla fine vittime solo di nuove colonizzazioni, quelle ancor più disumane, come quella dello sfruttamento del dollaro (e oggi dello yuan).
Poi vennero altri film – sempre con Franco Prosperi – nei quali l’ironia e la visione giornalistica fecero comunque scalpore in quegli anni ’60 e primi anni ‘70: “Mondo cane”, “Mondo Candido”, “La donna nel mondo” ……; ma anche “Addio zio Tom”, un film che gli costò tre anni di vita negli USA per girarlo, una pellicola sull’America sudista prima della guerra di Secessione.
 
Jacopetti era nato a Barga (Lucca) il 4 settembre 1919, aveva studiato a Viareggio perché a Barga, dove aveva messo le radici il Pascoli, non c’era ancora il liceo classico. Giovanissimo fu praticante a “La Nazione”. A 18 anni, dopo essersi iscritto a Scienze Politiche a Pisa partì volontario per l’avventura della guerra, voleva raggiungere l’Africa e invece fu mandato in Albania, poi in Grecia e in Russia con l’ARMIR.
Dopo l’8 settembre scelse la montagna che nella sua terra si chiamava Alpi Apuane, ci rimase poco a causa degli insanabili contrasti con la componente comunista della banda partigiana, riuscì chissà come ad accreditarsi presso un comando Alleato e dopo il 25 aprile 1945 girò per le strade di Milano in jeep per sottrarre alla mattanza quanti più fascisti (o presunti tali) fosse possibile. Meglio San Vittore.
Nel dopoguerra si laureò a Pavia e ritornò al giornalismo, per il tramite di Montanelli e Longanesi, collaborando al “Corriere della Sera”.
La sua carriera tra “i buoni” finì proprio con “Africa addio”, nel quale documentò le stragi di Watussi, i massacri in Congo, ma anche l’ecatombe di animali in Kenya.
 
Una vita scapestrata, viaggi, belle donne, uno degli amori della sua vita, l’attrice Belinda Lee, morta in un incidente stradale.
Nel 1975, tanto per consolidare la sua situazione di reprobo, fu pure nel Direttivo della Costituente di Destra del MSI.
 
Alla sua città, Barga, aveva donato il palazzo di famiglia, adesso divenuto la Biblioteca comunale di Barga.
Ci sono passato davanti stasera, non c’era traccia né di lutto né di ricordo. Ciao Gualtiero.
____________________AMERINO GRIFFINI
 
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NOTE A MARGINE
(*) “A-mar-còrd” – Il pezzo qui di seguito riportato mi è sfuggito, purtroppo, il giorno in cui è apparso su FB – mercoledì 17 agosto –  e, quindi, è stato riproposto sulla Consul Press con un breve ritardo.
E al riguardo mi piace ricordare come
oramai da oltre 8 anni su questa Testata vengono spesso ospitati numerosi interventi a firma di Amerino Griffini, inizialmente a volte trasmesseci da egli stesso, a volte ripresi da altre pubblicazioni, a volte pescati nella rete.
Amerino Griffini, Vero Toscano Doc, è un raffinato autore di elzeviri e di effemeridi, nonché di graffianti commenti ed impeccabili puntualizzazioni, da leggersi sempre con molto interesse e vero piacere. Io ho conosciuto Amerino solo epistolarmente (e forse anche telefonicamente) tramite Mau Berg  (Maurizio Bergonzini), vecchio e caro amico …. “andato oltre” nella notte del 1° Agosto 2019, dopo i festeggiamenti del suo compleanno, anche Egli un “Collaboratore” di peso, il cui nome rimane scolpito nella nostra pagina “Blog d’Autore”  _______________Giuliano Marchetti
 
 

 

 

 

 
 

A Torre del Lago, la Tosca di Puccini in “camicia nera”

LA TOSCA IN UN’INOPPORTUNA RIVISITAZIONE SCENICA

_______________  FRANCO D’EMILIO  

Le critiche, la polemica, soprattutto le battute sferzanti, anche salaci, tanto più adesso in pieno clima di accesa campagna elettorale, sembrano davvero non desistere sulla bocca dei tanti melomani, appassionati d’opera lirica, accorsi da tutta Italia e dall’estero, ma delusi, amareggiati, addirittura inquietati dalla messa in scena della Tosca di Giacomo Puccini all’edizione in corso del Festival di Torre del Lago, come ogni anno dedicato appunto al grande compositore lucchese.

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“La Pirandelliana 2022” – XXVI Edizione
a Roma, nel Giardino di Sant’Alessio

La Compagnia Teatrale 
LA BOTTEGA DELLE MASCHERE

presenta dal 7 luglio al 7 agosto 2022
nel 
   GIARDINO DI SANT’ALESSIO ALL’AVENTINO 
in Piazza Sant’Alessio 23 – Roma

PIRANDELLIANA 2022 nella sua XXVI Edizione

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In onore di Enzo Barboni / E.B. Clucher ,
a Roma in Campidoglio martedì 5 Luglio

“Il  Primo Centenario di E. B. Clucher:
– Da ‘Miracolo a Milano’  a ‘Lo chiamavano Trinità’  ed oltre –
lo straordinario percorso di un uomo di cinema”

Su iniziativa lanciata dall’On. Fabrizio Santori, Segretario d’Aula, verrà conferito al figlio Marco Tullio un “Premio alla Memoria” da parte dell’Assemblea Capitolina presieduta da Svetlana Celli, con annuncio di intitolazione di una via al grande Regista.
Ospiti autorevoli presenzieranno ed interverranno alla manifestazione.

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18 Giugno a Roma: Venditti e De Gregori
……. ci hanno fatto ritornare “giovani”

       Venditti, De Gregori: “la storia siamo noi in un mondo di ladri”
…in un viaggio tra passato/presente e viceversa

Un “A M’ARCORD” SOTTO ER CELO DER CUPOLONE,
a cura di F
RANCO D’EMILIO  &  MADDALENA SILVI  

Sono state tre ore ininterrotte di concerto sul filo di tanta memoria e con l’emozione di ritrovarsi in uno stadio strapieno a condividere un viaggio, ancora tanto attuale e avvincente, di musica e parole: per molti un viaggio ripetuto, per altri, invece, forse il primo incontro dal vivo con due significativi cantautori che, sempre efficacemente, hanno saputo e sanno da decenni interpretare con coraggio e sempre con originalità il difficile divenire della nostra società.

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“Romeo e Giulietta en plein air” dal 24 al 29 giugno a Cappella Orsini

 

La cultura a Roma scende in strada. “Romeo e Giulietta en plein air” adattamento e regia di Marta Bifano con un cast di attori esordienti, nei ruoli giovanili e di attori professionisti , con il patrocinio del Comune di Roma e la Regione Lazio, INPS fondo PSMD, Cappella Orsini e i costumi del Teatro dell’ Opera di Roma.  Lo spettacolo ad ingresso gratuito,  andrà in scena dal 24 al 29 giugno in via di Grotta Pinta 21 alle ore 2100.